ESCLUSIVO : www.internews.biz in visita al parco “Moissy 2 Les Chevrons” di Prologis , presso Parigi. Una logistica di rigenerazione tutta green.

di Francesco Tedesco (*)

 

Il leader mondiale nel settore logistico Prologis ha ufficialmente dato il via ai lavori di espansione del parco logistico Prologis Moissy 2 Les Chevrons, a circa 40 kilometri da Parigi, che vedrà la realizzazione di un nuovo edificio logistico di 56 mila metri quadrati “build to suit” per il tenant Cultura, società francese specializzata nel settore della cultura e dell’intrattenimento.

Alla cerimonia di posa della prima pietra, a cui Internews ha avuto modo di partecipare , sono intervenuti  Francois Rispe, Direttore Generale Sud Europa di Prologis, Line Magne, Sindaco di Moissy-Cramayel e Vice Presidente della Comunità Grand Paris Sud.

Sull’area,  Prologis ha già edifici per la logistica pari a circa 320 mila metri quadrati, di cui 250 mila nel parco di Moissy Cramayel (una decina di edifici da 25 mila metri quadrati ciascuno) e i rimanenti 70 mila metri quadri proprio a Moissy 2 Les Chevrons, con un unico edificio ora affittato ad un tenant olandese. A regime anche il parco di Moissy 2 Les Chevrons, acquisito nel 2012 e che sorge su un ex sito industriale di PSA Peugeot di 72 ettari complessivi, ospiterà magazzini per 250 mila metri quadrati, esattamente come a Moissy Cramayel.

L’intera operazione di realizzazione degli edifici, ha dichiarato a Internews Francois Rispe, rappresenta un investimento di circa 180 milioni di euro, probabilmente senza contare i costi di bonifica del sito industriale.

Al secondo magazzino di 56 mila metri quadrati, che verrà consegnato nel primo semestre 2018, seguirà la realizzazione di altri due buildings. «Rispetto a dieci anni fa» ha osservato Rispe «quando la dimensione media dei magazzini era sui 20-25 mila metri quadrati, oggi è raddoppiata. A Moissy 2 avremo quindi solamente quattro edifici di oltre 50 mila metri quadrati ciascuno. Siamo orgogliosi di essere tra i pochi players in grado di fare operazioni di rigenerazione di vecchi siti industriali. Abbiamo scelto questo sito perchè non è facile trovare aree così grandi e ben collegate nei pressi di Parigi».

Rispe ha poi spiegato che l’operazione ha avuto fin da subito l’appoggio dell’amministrazione locale, ben felice di poter riportare su quest’area più del doppio dei lavoratori che una volta erano occupati da PSA Peugeot. A regime infatti Prologis si attende che il parco logistico, un’eccellenza sia nell’innovazione tecnologica che nella sostenibilità ambientale, potrà ospitare 1000-1500 lavoratori a seconda della stagionalità.

Entrambi i parchi di Moissy sono completamente immersi nel verde, con boschi di betulle all’ingresso e grandi argini verdi realizzati appositamente per limitare l’impatto visivo delle strutture dalla lunga distanza. L’obiettivo per i prossimi cinque anni di Prologis è dotare tutti i magazzini dell’area di impianti fotovoltaici per l’autoconsumo di energia elettrica.

«Abbiamo fatto della riconversione uno degli assi portanti del nostro sviluppo e intendiamo puntare sulla valorizzazione dei terreni abbandonati riqualificandoli sia da un punto di vista economico, che sociale e anche ambientale» ha affermato Rispe.

Unico rammarico è che per il momento questa spinta green rimane purtroppo al di là delle Alpi: in Italia Prologis non ha infatti ancora annunciato un’operazione di rigenerazione e valorizzazione di ex siti industriali di questo tipo. Sandro Innocenzi, Senior Vice President e Country Manager di Prologis in Italia non vede ancora l’opportunità per operazioni di rigenerazione: «qui da noi i costi di bonifica sono troppo elevati, non possiamo realizzare un prodotto che costa 20 €/mq in più rispetto ai prezzi di mercato per la nostra fascia. È colpa della politica che non da incentivi e facilitazioni per facilitare noi operatori».

Sicuramente all’estero l’attenzione che da anni si ha per l’ambiente è molto più elevata che in Italia. Tuttavia, l’augurio è che anche qui da noi i grandi operatori della logistica possano riportare a nuova vita ex poli industriali dismessi per realizzare strutture di eccellenza e qualità così come avviene nel resto d’Europa.

 

(*) Francesco Tedesco, collaboratore di www.internews.biz e di ECONOMIA IMMOBILIARE, è ingegnere ambientale esperto in energie rinnovabili e giornalista pubblicista