Schio, rinasce con “ DEUS EX FABRICA” la “ Fabbrica Alta”, edificio di archeologia industriale

“Risvegliare” la Fabbrica Alta di Schio, gigante da anni silente e addormentato, per darle nuova vita, immaginandone anche nuove destinazioni e un diverso destino: è l’obiettivo dell’innovativo progetto “Deus Ex Fabrica”, che segna la fase conclusiva del percorso di rigenerazione culturale e urbana “FabricAltra”, promosso dal Comune di Schio insieme alla Fondazione Teatro Civico di Schio, con il coordinamento scientifico del Laboratorio di management dell’arte e della cultura dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Ideato e curato dal collettivo di artisti professionisti D20, il progetto chiama all’azione, dall’Italia e dal mondo, artisti digitali, multimediali, sound artists, compositori, affinché grazie alla loro creatività e tramite i linguaggi dell’arte e le tecnologie digitali consentano alla fabbrica di “accendersi” ed esprimersi, rendendola sensibile all’ambiente e alle presenze umane e mettendola in dialogo con la città e il mondo.

La Fabbrica Alta di Schio – luogo simbolo della città e del lavoro in questo territorio – diventa così un grande strumento da suonare e far risuonare, una pagina da disegnare e dipingere. E le sue “reazioni”, come per un organismo vivente, saranno imprevedibili e sorprendenti: allegra, triste, divertita o divertente, comunque sempre disposta e in attesa di entrare in comunicazione, di essere nuovamente viva e “vicina” alla città e a chi la vorrà ascoltare e guardare.

Aperta fino a sabato 10 febbraio 2018, la call (http://fabricaltra.it/deus_ex_fabrica/; in inglese: http://fabricaltra.it/deus-ex-fabrica-eng/#project) propone una settimana di residenza online per ogni artista selezionato (oltre a un premio di 200 €). Da qui al 21 marzo, un calendario di “sperimentazioni” vedrà ciascuno dei nove artisti scelti interagire per una settimana da remoto con la struttura: una sofisticata piattaforma tecnologica permetterà loro di creare composizioni uniche e site-specific. Gli artisti potranno dunque interpretare i dati provenienti da sensori posizionati ad hoc, generare visuals sul ledwall della facciata della costruzione e processare in tempo reale il suono di un carillon meccanico azionato tramite computer.

Utilizzando materiali reperiti nelle stanze abbandonate del fabbricato, il collettivo D20 ha costruito infatti una macchina del suono, con martelli che percuotono pezzi di telaio, bracci meccanici che sfregano lamiere, martelletti che picchiettano vecchi trofei ritrovati negli uffici. Inoltre un archivio di suoni, nuovi e di repertorio, catturati e digitalizzati (dei vecchi telai, del lavoro quotidiano nella fabbrica,…) potranno essere usati e manipolati dai compositori come una tavolozza “musicale”. Allo stesso modo, la facciata della fabbrica diventerà un enorme schermo di luci e colori, i cui effetti saranno resi visibili all’artista, durante la sua sperimentazione a distanza, grazie a una webcam puntata sull’edificio.

I partecipanti selezionati potranno comporre i loro pezzi e le installazioni sonore utilizzando i software Supercollider, Max/MSP, Pure Data. Gli input e gli output sono già mappati tramite un’interfaccia audio e endpoint OSC, da utilizzarsi secondo la personale visione artistica di ciascuno. Il lavoro potrà contenere materiale campionato, tracce multimediali fixed-media, audio di sintesi, sequenze di composizione algoritmica.

Fonte : Company