“La prossima citta”, volume di studi sul tema Smart City , in un Convegno in Bocconi

E’ nato nell’ Università Bocconi di Milano un progetto che avra’ quale obiettivo quello di far ripartire il settore immobiliare italiano – attraverso una diffusa operazione di rigenerazione urbana – l’unico della nostra economia che non si è ancora ripreso dopo la Grande Crisi del 2008.

Prende le mosse dal neo-costituito Osservatorio Smart City presentato il 18 febbraio 2018 da Giuseppe Franco Ferrari e da Edoardo Croci, direttore dell’ IEFE-Istituto  di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente dell’ Università Bocconi.

Il progetto, cui pensa Assoedilizia, e’ nato dall’ idea di collegare, sulla tematica del rinnovamento delle citta’, il mondo accademico della Bocconi, del Politecnico, dell’Università Statale e dell’Università Cattolica, ai mondi degli operatori tecnici e della finanza, della politica e dei pubblici amministratori, dei grandi proprietari e degli investitori diffusi.

Ha anche il suo “codice” che titola “La prossima città. Le Smart Cities tra sostenibilità e innovazione” (Mimesis Edizioni),  curato dal prof. Giuseppe Franco Ferrari, Dipartimento di Studi Giuridici  che, in più di 828 pagine tratta dell’evoluzione della città e delle forme di riqualificazione. Vi hanno contribuito 43 studiosi ed esperti.

Oggi metà degli abitanti del pianeta vive in città e si stima che nei prossimi 10 anni questa quota raggiungerà il 75% della popolazione mondiale; tale percentuale è già stata raggiunta in Europa, dove vi sono ben 468 città con almeno 100.000 abitanti. Le città occupano solo il 2% della superficie mondiale ma consumano i tre quarti delle risorse; allo stesso tempo le prime 25 città del pianeta producono metà della ricchezza dell’umanità. Le aree urbane europee consumano il 70% dell’energia dell’intera Europa, che genera il 75% delle emissioni di gas serra. Globalmente stiamo consumando in 282 giorni le risorse che il pianeta produce in 365. La soluzione di questi problemi richiede l’adozione di un “nuovo modello di città”, di comunità locale, di fruizione della città e dei suoi servizi, che sappia coniugare innovazione, efficienza, sostenibilità, inclusione e sviluppo.

Una tale trasformazione epocale ha conseguenze di enorme portata, in particolare in Italia. Che così riassume Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia,  il quale  parte da dati statistici.

Occorrera’ un pacchetto di norme speciali, contenente misure di forte incentivazione economico-fiscale, per far si’ che, dalla politica degli interventi episodici, si passi a quella del processo di sistema.

Un processo che miri a coinvolgere in questa operazione di enorme rilevanza, non solo economica, ma culturale e sociale ( anche per affrontare in modo strategico e lungimirante il problema abitativo ), il risparmio diffuso, quello posseduto dalle famiglie italiane, che costituisce una enorme riserva di risorse finanziarie a disposizione.

Un lavoro complesso, quello che l’Osservatorio Smart City si impegna a condurre. Come hanno illustrato, tra gli altri, gli interventi di Giuseppe Franco Ferrari,  Pier Giuseppe Biandrino, direttore Legal e Corporate Affairs Edison; Stefano Boeri, Stefano Boeri Architetti; Gualtiero Tamburini, Quorum Sgr Gruppo Sorgente; Mario Nova,  direttore generale ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Regione Lombardia; Piero Pellizzaro,  chief resilience officer Comune di Milano; Paolo Testa, capo Ufficio Studi Associazione Nazionale Comuni Italiani ANCI.

Fonte : Assoedilizia

In particolare,  Gualtiero Tamburini che è in Sorgente Group come consigliere con delega alle attività di ricerca e studi, ritiene che i fondi immobiliari abbiano un ruolo decisivo nel dettare le linee di sviluppo urbano: “I grandi interventi di riqualificazione e rigenerazione non possono prescindere dal ruolo dei fondi per la capacità unica di questi soggetti di raccogliere e convogliare gli ingenti capitali necessari, che lo strumento garantisce con trasparenza e sostenibilità – ha dichiarato. L’industria italiana dei fondi immobiliari, con oltre 50 miliardi di euro di investiti, ha contribuito in modo sostanziale all’afflusso di investimenti corporate, che quest’anno sono arrivati a 10 miliardi di euro”.

Secondo Tamburini, tuttavia, è necessario favorire ancora di più la crescita degli investimenti in fondi immobiliari. Pur avendo diversificato la propria strategia con altri strumenti, come la quotata Nova Re SIIQ Spa, Sorgente Group crede ancora nell’industria dei fondi con i suoi cinque miliardi di masse immobiliari possedute e gestite. Il gruppo attraverso le sue due società di gestione, Sorgente Sgr e Quorum Sgr si sta dedicando ad ambiti particolari come la riqualificazione, gli interventi di partenariato pubblico-privato, le infrastrutture.

Fonte : Sorgente  Group