Regus accelera in Italia: nuove aperture per 37.000 m2 entro la fine dell’ anno

Cambiano le abitudini nell’organizzazione del lavoro e Regus scommette forte nel mercato italiano.

Entro la fine del 2018 il primo fornitore al mondo di spazi di lavoro flessibili è pronto ad aprire in Italia 20 nuove location, arrivando ad un totale di 60 unità.

Grazie ai nuovi investimenti, la presenza di Regus salirà da 72.000 a 109.000 m2 distribuiti in ben 13 città.

Dopo le aperture di Milano, Roma, Torino, Regus porta avanti un piano di crescita che testimonia una significativa accelerazione nel cambiamento delle abitudini di lavoro in Italia.

Attualmente infatti Regus è presente con 44 location con una prevalenza nel centro nord, con 72.000 m2dedicati al lavoro flessibile, distribuite nelle città di Milano, Verona, Torino, Genova, Bologna, Bergamo, Brescia Padova, Roma e Napoli.

“La rete italiana degli spazi Regus è in costante crescita”, spiega Mauro Mordini, Country Manager di Regus in Italia, che aggiunge: “il numero degli Smart Worker in Italia è in continuo aumento. Secondo la stima dell’ultimo Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2017 rispetto alle analoghe stime degli anni passati si è registrato un aumento degli Smart Worker del 14% rispetto al 2016 e del 60% rispetto al 2013. Oggi interessano l’8% del totale dei lavoratori del campione e il fenomeno non è circoscritto al settore privato. Per quanto riguarda le grandi aziende, oltre la metà del campione che ha partecipato alla rilevazione ha già o sta per lanciare iniziative più o meno strutturate di Smart Working. La tendenza è facilitata dalle nuove tecnologie che

rendono più semplice il lavoro da remoto e noi facilitiamo questo processo, offrendo servizi sempre più moderni.

Nel mondo, Regus dispone 3.000 business center distribuiti in oltre 1.000 città di 120 paesi, dove sono presenti spazi completamente organizzati, in cui professionisti, manager e dipendenti possono lavorare in maniera flessibile e conciliare la vita lavorativa e famigliare.

Regus, insieme a Spaces No18, Basepoint, Opne Office e Signature, è un brand di IWG, operatore globale tra i principali fornitori di spazi di lavoro flessibili, che ha superato a livello mondiale la soglia dei 50 milioni di piedi quadri (oltre 4,6 milioni di m2) di superficie totale destinata ad ufficio.

IWG ha aggiunto 314 nuovi spazi uso uffici al suo network nel 2017, per un valore di 5,5 milioni di piedi quadri (circa 511mila m2). Il totale di spazio aggiunto è maggiore del 36% rispetto al 2016, facendo superare complessivamente la quota di 50 milioni di piedi quadri. Questo è l’equivalente di 116 Stadi di Wembley, 261 Sydney Opera House o 3.718 piscine olimpiche.

Per rispondere al fenomeno che viene definito “workspace revolution” IWG continua a espandersi in tutte le aree del mondo, compresi le Americhe, Europa, Medio Oriente, Africa, e Asia Pacific. Sempre nel 2017 IWG è stata pioniera in Angola, Azerbaijan, Georgia, Islanda, Iran, Kazakistan, Trinidad e Tobago, ha anche aumentato la sua presenza in molti altri paesi, aiutando più di 2,5 milioni di persone a lavorare in maniera più produttiva.

Oggi IWG è in grado di offrire alle imprese una base e una serie di servizi in quasi 3.300 location in 1.000 città di 110 paesi diversi. La crescita prosegue nel 2018, con ulteriori nuove aperture previste nel mondo.

Mark Dixon, fondatore e CEO IWG, commenta questa impennata di domanda per spazi flessibili: “Sempre più aziende in tutto il mondo stanno riconoscendo il vantaggio competitivo che possono produrre gli spazi di lavoro flessibili, unitamente al taglio dei costi, l’aumento della produttività, aiutando ad attirare e trattenere il talento. Siamo ad un punto di svolta, e di conseguenza vicini a trasformare l’esperienza di lavoro per milioni di persone”. Aggiunge Dixon: “Questa rivoluzione è guidata dalla tecnologia e dalla capacità delle persone di connettersi e lavorare da qualsiasi luogo. È altrettanto importante notare che gli spazi di lavoro flessibili recano vantaggi reali alle organizzazioni. Tutte le aziende – dalle start-up alle multinazionali – possono ottenere tagli ai costi, incremento della propria flessibilità strategica, e diventare più agili in un contesto in rapido movimento e ambienti digitali competitivi”.

Nella  foto, Mauro Mordini

Fonte  :  Company