“CLASSE A: OPPORTUNITA’ O PROBLEMA?”: a Milano un evento ASPESI

Una casa ecologica, ottimizzando il consumo d’energia, salvaguarda sia il portafoglio del proprietario che l’ambiente in cui viviamo. Applicando corretti principi costruttivi e progettuali per la realizzazione di stabili ad alta efficienza energetica è possibile ottenere, nel migliore dei casi, la cosiddetta “casa passiva”, ovvero edifici in grado di auto-sostenersi energeticamente.
La diffusione tra acquirenti e inquilini della consapevolezza di questi benefici potrebbe determinare una convenienza realizzativa oggi dubbia.
Per approfondire questo tema, ASPESI ha organizzato l’incontro conviviale dal titolo “CLASSE A: OPPORTUNITA’ O PROBLEMA? “
Il Presidente Nazionale Franco Minardi de Michetti ha aperto l ‘ incontro, che è stato moderato da Antonio Anzani, Presidente della Commissione Urbanistica Aspesi, che ha riassunto in apertura i principali nodi da sciogliere:
– quali soluzioni tecnologiche sarà meglio adottare per realizzare un edificio in classe “A”?
– a fronte del maggior costo di costruzione, quali sono i possibili benefits per lo sviluppatore?
– come reagisce realmente il mercato all’offerta di questo tipo di case ad un prezzo di acquisto più elevato?
Nel primo intervento, Jacopo Brambilla Sica dello Studio Belvedere, ha fatto il punto sulla legislazione di riferimento, con un occhio di riguardo a quella della Regione Lombardia (essendo la parte più rilevante della materia normata a livello regionale). Ha dunque illustrato le fonti giuridiche intervenute a disciplinare questa materia, partendo dalle norme di diritto comunitario, ovvero i vari strumenti utilizzati dall’Unione Europea (direttive, regolamenti, etc.) principalmente con lo scopo di arginare la crisi energetica e individuare fonti alternative, passando poi alle normative nazionale, regionali e comunali.
Ha elencato, quindi, gli strumenti di incentivazione introdotti al fine di promuovere azioni virtuose tese al raggiungimento degli obiettivi del rendimento energetico nell’edilizia, quali l’applicazione di criteri più favorevoli nel computo della s.l.p., la neutralità urbanistica di elementi tecnici finalizzati al miglioramento della prestazione energetica dell’edificio, la riduzione degli oneri di urbanizzazione, gli incentivi fiscali ed energetici ed i premi volumetrici.
Ha concluso il suo intervento ricordando che le norme in materia contenute nel nuovo Piano di Governo del Territorio del Comune di Milano non saranno applicabili fino all’entrata in vigore del nuovo Regolamento Edilizio, del quale ad oggi non è ancora disponibile la bozza.
Nella seconda relazione , Annalisa Galante -del Politecnico di Milano- ha illustrato tecnologie, opportunità e costi delle realizzazioni in classe A. Con un’analisi puntuale dell’efficacia dell’uso di metodologie e materiali di costruzione volti alla valorizzazione energetica degli edifici, l’arch. Galante ha sostenuto l’opportunità di operare ed indirizzare il mercato verso il raggiungimento dell’obiettivo “classe A” per vari fattori: oltre alle “imposizioni” della nuova normativa in materia, la convenienza per chi vende e per chi acquista, la fattibilità dell’operazione (grazie alle tecnologie esistenti), la potenzialità del mercato e le opportunità di investimento. “Costruire in classe A non solo migliora l’efficienza energetica con un ovvio beneficio ambientale” ha concluso l’arch. Galante, “ma valorizza economicamente l’edificio (a vantaggio dell’investitore) e conviene economicamente nella futura gestione (a vantaggio del compratore)”. Dopo aver presentato alcuni edifici pubblici realizzati in Classe A, la Prof. Galante ha argomentato che l’extracosto della Classe A sia solo il 5% medio e che il dilemma ormai sia solo tra costruire in Classe A o A+.
Si è invece soffermato sul concetto di “sostenibilità” Gian Paolo Perini ,della TecnoIniziative, partendo dal principio della “triple bottom line”, definizione coniata nel 1994 da John Elkington. La sua tesi sosteneva che le imprese dovrebbero operare seguendo tre distinte linee: la prima, è la tradizionale previsione del profitto aziendale, la “bottom line” del profitto e perdite. La seconda è la linea di una società che operi per le persone, dunque socialmente responsabile in tutte le sue operazioni. La terza è la linea della società verso il “pianeta” e misura quanto essa sia responsabile nei confronti dell’ambiente. La triple bottom line (TBL) è costituito quindi da tre P: il profitto, le persone e il pianeta e si propone di misurare le performances economiche, sociali e ambientali dell’azienda.
A seguire l’intervento di Franco Festorazzi, Vicepresidente di ASPESI Milano, che ha parlato della sua esperienza “sul campo”, facendo riferimento ad una operazione immobiliare che ha visto la realizzazione di un complesso residenziale in classe A. La raccomandazione principale del dott. Festorazzi è stata quella di affidarsi ad un competente studio di progettazione integrata, ciò anche in virtù della poca flessibilità di intervento sui “tagli” delle abitazioni se non in fase di costruzione. Ha, inoltre, evidenziato una scarsa sensibilità dell’acquirente all’argomento “risparmio energetico”, se non come minor costo della gestione corrente dell’edificio.
Argomento ripreso da Roberto Busso, Amministratore Delegato di Abaco Servizi (Gruppo Gabetti) che ha espresso il parere che ormai la categoria del rendimento energetico sia essenziale anche nel rapporto commerciale e che la problematica vada vista in una logica globale di posizionamento strategico dell’immobile, di talchè anche gli strumenti di diagnosi dovrebbero essere molto affinati, passando da un concetto di “certificazione energetica” a uno di “audit energetico”.
E’ seguito un ampio dibattito, nel corso del quale gli intervenuti hanno posto quesiti sia sugli aspetti tecnici che su quelli di business e commerciali legati alla costruzione in Classe A.
Fonte: ASPESI