Il Forum di “Scenari Immobiliari , secondo Scenari Immobiliari”

13 e 14 settembre 2013
( a cura dell’ Ufficio Stampa della Società  )
 
SCENARI 2014: ECONOMIA, BANCHE E TERRITORIO
 
La prima sessione dei lavori del FORUM  di Santa Margherita- organizzato  per la 21 a volta da Scenari Immobiliari – dedicata agli scenari economici nel 2014,
ha visto la partecipazione di Gregorio De Felice, chief economist di Intesa
Sanpaolo, che così ha sintetizzato il suo intervento:
“Le principali banche centrali manterranno i tassi di politica monetaria su valori
prossimi allo zero per almeno altri diciotto mesi. Con il ritorno dell’economia
americana a tassi di crescita prossimi al 3%, è invece terminata la stagione dei tassi a
medio-lungo termine su livelli eccezionalmente bassi. La tendenza al rialzo è ormai
già in corso: non sarà limitata ai tassi americani, ma si estenderà a quelli europei.
Sarà quindi cruciale per l’Italia mantenere contenuto il rischio di credito”.
Fra i relatori anche Isabella Goldmann, managing partner di Goldmann &
Partners. L’architetto, sulla base delle rilevazioni del Centro Studi Sostenibilità
Applicata di Goldmann & Partners che dirige, ha affermato:
“Sostenibilità oggi è la parola chiave dello sviluppo futuro in Italia e nel mondo. Non
è un termine tecnico bensì economico, in quanto racchiude in sé tutte le potenzialità di
ottimizzare un patrimonio immobiliare sterminato che aspetta da molto tempo una
riconversione competente ed efficace. La sostenibilità in architettura oltretutto è un
patrimonio tecnico e culturale che affonda le radici nella storia mediterranea e, a
maggior ragione, potrebbe vedere in Italia la sua massima espressione. I giovani
progettisti under 40 italiani sono, ad esempio, tra i migliori sulla scena mondiale, ma
ancora non godono della meritata attenzione in patria. La sostenibilità però è anche
un enorme business, vista la sua recente penetrazione nell’attenzione degli operatori.
Attorno ad essa è in atto una vera e propria corsa all’oro: chiunque oggi dichiara
competenze tecniche “green” ma non tutti sono preparati come servirebbe. Questo
comporta una serie di rischi per la committenza, chiamata a valorizzare e al tempo
stesso proteggere al meglio il proprio patrimonio da interventi inappropriati o
parziali. Su questo tema affronteremo l’agenda delle priorità per il futuro.”
Di seguito, alcuni estratti dell’intervento di Carlo Ratti (MIT Senseable City Lab,
Carloratti associati):
“La città intelligente, o ancora meglio città sensibile, è una città che ci parla e che,
attraverso le reti, ci fornisce continuamente dati da elaborare ed incrociare. Le
applicazioni possono essere infinite: dai consumi energetici, al traffico, fino alla
raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. Insomma, possiamo dire che le smart cities di
oggi altro non sono se non dei veri e propri “computer all’ aria aperta”. E come tali si
comportano, dandoci la possibilità di ampliare la nostra conoscenza in tutti quegli
aspetti e dimensioni delle città che possono essere trasformati e migliorati grazie
all’utilizzo delle nuove tecnologie leggere”.
“Più in generale, pianificare città funzionali per il domani significa aiutare il pianeta.
Posso spiegare il perché e definire l’importanza delle città in quattro numeri:
2/50/75/80. Le città coprono il 2% della crosta terrestre, nelle città si concentrano
circa il 50% della popolazione mondiale, rappresentano il 75% del consumo di
energia e l’80% delle emissioni di CO2 in tutto il mondo. Se siamo in grado di
ottimizzare i processi nelle città, allora sarà un bene per tutto il pianeta. E questo vale
sia per la pianificazione e la progettazione di nuove città che per e la riqualificazione
di quelle esistenti, in particolare sfruttando le nuove conoscenze in campo
dismart/senseable cities”.
“Mentre nel particolare, l’Italia dal punto di vista delle città ha un patrimonio
fantastico che tutto il mondo ci invidia: i centri storici. E penso che la vera sfida dei
prossimi anni sia proprio quella di capire come queste nuove tecnologie leggere
attraverso le reti, il digitale e i sensori, possano aiutarci a far funzionare al meglio
queste città. Infatti, in una nazione in cui la popolazione non cresce e gli standard
abitativi non cambiano (anzi, per effetto della crisi la superficie pro capite delle
abitazioni potrebbe ridursi), non si può più pensare a espandere le aree urbane come
nel secolo scorso: oltre a consumare inutilmente territorio vergine (greenfield, come si
dice in inglese), ciò si traduce inevitabilmente nello svuotamento delle aree già
edificate, esponendole al rischio del degrado. Importante sarà invece valorizzare il
patrimonio esistente, correggendo gli errori urbanistici del secolo scorso e usando le
nuove tecnologie. Un esempio è il traffico: abbiamo già auto che si guidano da sole o
reti che ci permettono di non sprecare tempo e benzina alla ricerca di un parcheggio.
Molti dei problemi si potrebbero risolvere utilizzando meglio le infrastrutture che già
esistono. Con meno asfalto e più silicio”.
Ai lavori hanno partecipato anche Mario Deaglio, professore ordinario di economia
internazionale presso l’università di Torino e Giancarlo Scotti, ceo e direttore
generale di Generali Real Estate.
 
NEL 2014 SI CAMBIA
 
Nella sessione pomeridiana dedicata al mercato immobiliare, nove importanti
operatori hanno presentato le prospettive 2014 per tutti i comparti.
Hanno detto:
Vincenzo Albanese, presidente di Sigest ritiene che il 2014 sarà un anno
fondamentale per il settore da molteplici punti di vista, dalle scelte sulla fiscalità alla
preparazione dell’Expo. Per Albanese l’inversione di rotta si realizzerà solo in parte
poiché la portata degli interventi in essere non è tale da determinare una forte ripresa
nel settore immobiliare. Troppo deboli, infatti, sono ancora le misure adottate dal
governo. Solo nelle grandi città il mercato immobiliare mostrerà un’inversione di rotta,
mentre a livello più diffuso l’andamento sarà ancora complessivamente negativo.
Secondo Albanese un elemento chiave per il rilancio del settore nel nostro Paese sarà
costituito dall’apporto che gli investitori istituzionali sapranno dare al mercato,
soprattutto nel comparto residenziale. “Auspico che a supporto del mercato della
residenza, oggi basato esclusivamente sulle transazioni tra privati, gli investitori
istituzionali tornino a svolgere quel ruolo fondamentale che hanno espletato in
passato, infondendo credibilità e conferendo liquidità a tutto il sistema. Il loro
coinvolgimento è quanto mai opportuno: alla luce delle mutate normative (canoni
liberi) e delle nuove condizioni di mercato, infatti, l’investimento residenziale è
tornato ad essere sostenibile e in molti casi addirittura più performante rispetto a
quello in altri ambiti”.
Nel suo intervento Ofer Arbib, Ceo di Colliers Italia, ha illustrato i fondamentali del
settore direzionale in Italia nel primo semestre del 2013, soffermandosi in particolare
sulla città di Milano, mercato che in questa prima parte dell’anno ha registrato una
forte accelerazione rispetto all’anno precedente.
Alfredo Costa, head of International Development di Geodis Logistics, ha invece
illustrato nel suo intervento l’evoluzione del mercato immobiliare della logistica in
Italia, dal boom del settore (anni ottanta-duemila), alla fase di consolidamento (2000-
2008), fino all’attuale periodo di crisi (2008-2013). Negli ultimi anni il comparto
logistico ha vissuto una contrazione legata all’indebolimento del tessuto produttivo
italiano. Aumento della competitività, marginalità ridotte, razionalizzazione dei costi e
ridotta capacità d’investimento. Ma anche affermazione delle grandi piattaforme
multimodali, dei parchi logistici a forte vocazione green. Con un mercato immobiliare
caratterizzato da eccesso di offerta e domanda debole.
Nel prossimo futuro, si accentuerà la tendenza a concentrare le attività logistiche in
pochi parchi multiclienti, localizzati su aree a basso costo e altamente sostenibili. Si
passerà dal concetto di intermodalità a quello di flessibilità ed efficienza. In una
prospettiva al 2020, Costa descrive la possibilità dell’affermarsi anche in Italia, di una
logistica urbana fatta di poli verdi a ridosso della città e di piccole basi logistiche
sparse nella città, da cui far partire veicoli ad energia pulita per le consegne
“dell’ultimo miglio”. Si tratta della nuova idea di logistica urbana racchiusa nel
progetto “Distripolis” di Geodis.
L’avvocato Luigi Croce dello studio NCTM ha illustrato le prospettive per i
professionisti nel 2014. Sotto un profilo più generale, i professionisti dovranno
proseguire nella ricerca di efficienza e flessibilità in modo da meglio soddisfare le
esigenze del cliente, senza però pregiudicare il livello di qualità e la prestazione di
servizi ad alto valore aggiunto. Nel perseguimento di questo obiettivo, sarà necessario
un vero e proprio cambio di mentalità nel senso dell’istituzionalizzazione dello studio e
della creazione di rapporti di partenariato con i clienti. Anche la capacità di innovare e
di adeguarsi alle evoluzioni del mercato giocheranno un ruolo di primo piano al fine di
mantenere il posizionamento sul mercato di riferimento.
Per quanto concerne, poi, il mercato immobiliare, stante la difficoltà per il
professionista di anticipare i mutevoli scenari, occorrerà avere elasticità e capacità di
adattamento ai trend prevalenti (allo stato retail e alberghiero), sempre però nel
rispetto della specializzazione al fine di soddisfare la richiesta del cliente e quindi
fidelizzarlo
Nel suo intervento Ivano Ilardo, amministratore delegato di BNP Paribas REIM
Sgr p.a., ha detto: “Nel mercato immobiliare italiano gli ultimi anni hanno evidenziato
una progressiva, ma significativa, riduzione dell’attività di investimento non
residenziale (passata da circa 8 mld/eur nel 2006 a meno di 2 mld/eur nel 2012) e una
fortissima contrazione dell’attività di investimento degli investitori esteri. Il mercato è
diventato sempre più locale, sostenuto in particolar modo dalla domanda di
investimento degli investitori privati italiani, la cui contrazione è stata certamente
meno significativa rispetto ai grandi investitori istituzionali. Il primo semestre 2013
sembra dare i primi segnali di ripresa, sia sul fronte degli investitori esteri, sia per
quanto riguarda la più generale attività di investimento, con un volume che ha già
raggiunto quanto realizzato nell’intero 2012. Per la prima volta dal 2008 il saldo
investimenti/disinvestimenti degli investitori internazionali è positivo, con un
ammontare di investimenti nel primo semestre che ha superato il miliardo di euro. Al
fine di poter vedere questo trend consolidarsi nel corso dei prossimi mesi uno dei temi
sollevati da tutti gli operatori è l’aumento della disponibilità di finanziamenti, tuttora
molto limitato.
“Anche se in Italia si intravedono spiragli di arresto della caduta dal punto di vista
operativo, è ancora troppo presto per vedere la luce alla fine del tunnel”, dice Renzo
Iorio, AD di Accor Italia. E’ necessario un profondo processo di trasformazione
dell’industria alberghiera, che deve vedere la coesistenza di attività familiari
tradizionali e realtà alberghiere specializzate, con il comparto immobiliare separato
dalla parte operazionale. Solo se, e quando, questo nuovo paradigma saprà prendere le
distanze dallo status quo a lungo preservato e sarà armonico, valorizzato e realmente
competitivo, si potrà parlare di vera ripresa per l’intera industria.
“L’industria alberghiera – dice Iorio – non è morta, come nessuna industria che
risponde a bisogni primari potrà mai morire. Essa deve cavalcare i tempi e non
subirli, per poter prosperare e far ripartire l’intero indotto a partire dal settore
immobiliare”.
Il titolo dell’intervento di Daniele Mancini, Ceo di Casa.it è “Web 2.0 e Real Estate
Brand Equity”. Ha presentato un breve excursus su come internet si sia sviluppato
dagli anni novanta ad oggi e l’impatto che tutto ciò sta avendo sul settore immobiliare
dal momento in cui anche in Italia sono nati i primi siti immobiliari. Il progresso
tecnologico dei nuovi motori di ricerca e lo sviluppo del web design stanno
profondamente modificando il modo di fare marketing immobiliare: prima solo
directory di semplici annunci senza branding e senza emozione, oggi pagine dedicate,
belle e grandi immagini di forte impatto già visibili nei risultati di ricerca. Così cresce
la visibilità e la reputazione sia del prodotto che del brand.
Fabio Tonello, presidente di Antoitalia Networking, nel suo intervento ha proposto
una nuova “vision” del mercato immobiliare turistico. Una vision più coerente con le
caratteristiche uniche e le grandi potenzialità dell’Italia dal punto di vista turistico e
delle ricadute positive sul mercato immobiliare. La disamina delle prospettive di
mercato ha mantenuto la visione allargata proposta e focalizzato l’attenzione
sull’eccezionalità di questo momento storico.
Corrado Vismara, AD di Larry Smith, ha descritto, invece, le prospettive per il
comparto retail in Italia. Il ritmo di crescita dei nuovi progetti continuerà a mantenersi
rallentato a causa della difficoltà a finanziare le nuove iniziative ma il livello
qualitativo dei progetti sarà sensibilmente superiore a quanto si era abituati a vedere in
Italia: pochi ma buoni. “I fatturati registrati nei centri commerciali nel secondo
trimestre del 2013 (fonte CNCC) vedono una flessione attorno al 2,7% a causa del
perdurare delle difficoltà economiche generali; ISTAT tuttavia segnala ad agosto un
clima di fiducia dei consumatori in crescita da 97,4 a 98,3”. Vismara sottolinea che la
vendita del grande parco commerciale Market Central da Vinci di Fiumicino da parte
di Aig Lincoln a GWM Group per circa 130 milioni di euro è un importante segnale di
ripresa degli investimenti nel settore retail e potrebbe essere seguito a breve da altre
trattative ormai annunciate e alle fasi finali.
 
LE REALTÀ DEL SETTORE PUBBLICO E IL PIANO CITTÀ
 
La sessione mattutina del secondo giorno del Forum ha visto la partecipazione di otto
importanti rappresentanti del settore pubblico, privato e delle realtà associative. Fra
questi il sindaco di Torino Piero Fassino che ha dichiarato:
“Anche attraverso la riqualificazione urbanistica passa il futuro delle città: Torino ha
fatto dei milioni di metri cubi, che negli anni ’80 si svuotarono di attività produttive a
causa della crisi, uno dei propri motori di sviluppo e di ridefinizione della propria
identità. Ogni trasformazione urbana non è stata solo l’occasione di una
valorizzazione fondiaria o immobiliare, ma anche dell’insediamento e della
promozione di nuove attività e di nuove vocazioni”
Di seguito gli altri interventi:
Il Presidente di CDP Investimenti SGR, Matteo Del Fante, ha sottolineato il
duplice impegno della società, attiva sia nel campo dell’housing sociale attraverso il
Fondo FIA, Fondo Investimenti per l’Abitare, sia in quello della valorizzazione
attraverso il Fondo FIV, Fondo Investimenti per la Valorizzazione. “Il FIA – afferma
Del Fante – rappresenta l’investimento nel campo degli alloggi sociali, settore in cui
abbiamo deliberato finora 830 milioni di euro per la realizzazione di circa settemila
alloggi. Ttramite il FIV, invece, CDPI Sgr si impegna a colmare il gap che esiste tra le
opportunità presenti nel patrimonio immobiliare pubblico e il mercato”. “La Cassa
depositi e prestiti”, continua Del Fante, “ha rimarcato il suo impegno nel settore
immobiliare anche tramite il Piano industriale di recente approvazione, dedicando
due miliardi di euro per riattivare il canale dei mutui alle famiglia, aprendo alla
possibilità di sottoscrizione obbligazioni garantite da mutui ipotecari e rifocalizzando
la propria attività nel settore, attraverso Fintecna Immobiliare”.
Carlo De Vito, amministratore delegato di FS Sistemi Urbani,ha affermato: “Le
città stanno modificando le loro previsioni di sviluppo concentrando i progetti nel
recupero del centro urbano. Le Ferrovie dispongono di aree ed impianti dismessi
prevalentemente nel centro delle città, aree collegate ai sistemi di mobilità locale e al
sistema AV/AC. I progetti di Ferrovie non possono che coincidere con quelli delle città
per i prossimi decenni, integrando il recupero urbano con il potenziamento del
trasporto locale ed il suo collegamento con l’AV”.
Ai lavori ha partecipato anche Aldo Mazzocco, presidente di Assoimmobiliare, che
ha dichiarato:
“Per il futuro, alla luce della solida ripresa americana e del recupero previsto per molti
Paesi europei, è ora sostanziale che l’Italia metta mano con governi stabili ad alcune
decisive riforme strutturali della pubblica amministrazione, per restare agganciata alla
prossima ripresa europea e non finire schiacciata dal doppio peso degli spread (figli della
sfiducia del Paese) e dei tassi d’interesse, che sono destinati a salire a livello globale
probabilmente per i prossimi anni. Per ora le esportazioni sostengono il Paese, ma la ripresa
del mercato interno e del settore immobiliare sono necessari per dare continuità e spessore a
un nuovo ciclo espansivo.
Condizione prima per la ripresa del mercato immobiliare resta, comunque, la disponibilità di
credito a tassi e durate ragionevoli, anche se sarà benvenuta una maggiore selettività degli
affidamenti”.
Ambrogio Prezioso, Vice Presidente Ance, così riassume il suo pensiero riguardo al
processo di trasformazione urbana e valorizzazione del territorio: “È necessario che la
città abbia un’idea precisa di dove vuole andare e di cosa vuole essere, con degli
obiettivi chiari e misurabili, per tutte le scelte strategiche che definiscono i percorsi di
sviluppo. Le città avranno un futuro se sapranno gestire le loro potenzialità e
vocazioni. Il presupposto fondamentale è riuscire a “dare un’immagine” alle città,
attraverso una visione di sé stesse proiettata nel medio-lungo periodo.
Da uno studio di Pricewaterhouse Coopers e Urban Land Institute emerge, infatti,
che, nell’attuale crisi, i flussi finanziari che alimentano la rigenerazione urbana
stanno già seguendo logiche estremamente selettive. Le principali città italiane,
Milano e Roma, sono in ritardo e risultano sempre meno attrattive per gli investitori.
Le più attraenti risultano essere quelle maggiormente disposte ad ospitare interventi
di rigenerazione, all’interno di un percorso di sviluppo consolidato e condiviso.
La logica seguita dai principali contesti urbani europei prevede una vera e propria
“partnership per lo sviluppo urbano”, attraverso la collaborazione tra beni pubblici e
capitali privati che diventa paradigma per l’attivazione di processi di rigenerazione,
nei contesti normativi e programmatori esistenti”.
L’Ance prova a identificare un nuovo modello di sviluppo che prevede, in una prima
fase, la partecipazione attiva di tutti i soggetti direttamente coinvolti nella promozione
di iniziative di rigenerazione urbana (Associazioni di categoria interessate, enti
camerali, università, studi di ricerca, centri culturali, il settore industriale e dei servizi).
Successivamente, sulla base della proposta condivisa, i decisori pubblici dovranno
assumersi l’onere di adeguare la propria pianificazione strategica per tenere conto
della fattibilità degli interventi proposti, sia in termini economici, sia in termini di
coerenza con lo sviluppo dell’area. Una volta definita la pianificazione strategica
occorrerà coinvolgere tutte le componenti della società interessate (finanza, ovvero
fondi e banche, i media, la società civile), in un processo di progressiva condivisione.
Emanuela Recchi, presidente della Recchi Engineering, ha presentato “Variante
200”, un ambizioso progetto di trasformazione urbana avviato dalla Città di Torino, a
seguito di una gara internazionale aggiudicata dal raggruppamento ToMake!, guidato
da Recchi Engineering, nel 2012. La trasformazione interesserà il quadrante nordest
della Città nei prossimi 20 anni: si tratta dunque di un progetto di ampio respiro e
lungo periodo, che presenta un elevato grado di complessità in ragione delle quantità
poste in gioco e della molteplicità di attori coinvolti. A rendere maggiormente
complessa la sfida, le attuali condizioni di mercato all’interno delle quali nasce e si
sviluppa V200. Non si tratta certo di una novità per Torino, ormai abituata, dopo
l’esperienza maturata negli ultimi dieci anni e soprattutto in occasione della recente
esperienza olimpica, a confrontarsi e adattarsi ai ritmi veloci del cambiamento. Ecco
allora che la Città si propone ancora una volta come laboratorio di un nuovo modello
di sviluppo urbano inteso a presentare sul mercato internazionale del Real Estate un
progetto innovativo. Oltre 1 milione di metri quadri, di proprietà mista pubblicoprivata,
la cui trasformazione dovrà essere guidata da un Masterplan flessibile, capace
di adattarsi ai cambiamenti imposti da un arco temporale così dilatato e sviluppato in
stretta sinergia con il Business Plan.
Sin dalla fase di gara la pubblica l’Amministrazione ha voluto porre l’accento su temi
chiave, quali fattibilità e sostenibilità, chiedendo ai partecipanti di sviluppare una
proposta in cui la redazione del Masterplan procedesse simmetricamente con lo studio
del piano economico-finanziario dell’intervento.
V200 è un progetto a regia pubblica, dove il gruppo ToMake!, aggiudicatario della
gara, svolge il ruolo di co-regista: nell’attuale situazione di mercato la praticabilità di
un’operazione immobiliare deve essere ricercata attraverso la costruzione di virtuose
sinergie tra pubblico e privato, capaci di perseguire un approccio integrato in grado di
conciliare istanze progettuali, esigenze economiche e innovazione. Si tratta di
affrontare il progetto secondo un atteggiamento bottom-up, capace di accogliere le
vocazioni latenti del luogo valorizzandole attraverso una costruzione incrementale dei
nuovi brani urbani. Obiettivo del progetto V200 è quello di offrire un terreno fertile sul
quale possano innestarsi opportunità immobiliari di sviluppo e riqualificazione;
proprio per questo motivo qualità del disegno urbano, sostenibilità, innovazione e
solidità nella pianificazione economica e nella governance con regole chiare e
flessibili, ma stabili nel tempo sono stati sin dall’inizio individuati dal gruppo
ToMake! quali principi cardine del progetto.
Stefano Scalera, direttore dell’Agenzia del Demanio, spiega nel suo intervento:
“Valore Paese è un’operazione di recupero e riutilizzo dei beni pubblici che ha
l’obiettivo di contribuire a incrementare le entrate dello Stato. Per realizzare
quest’obiettivo l’unica strada è la partnership del pubblico con il settore privato che
contribuisce con know how e capitali. Dopo un anno dalla presentazione del progetto
che fa parte del Piano di valorizzazione del patrimonio pubblico siamo già alla
pubblicazione dei bandi di gara e questa settimana sono stati pubblicati bandi per due
beni di pregio principali città italiane: il Podere Colombaia di Firenze e gli Ex Caselli
Daziari di Milano. Nel portafoglio del progetto ci sono oltre cento beni di proprietà
dello Stato a cui sono aggiunti quelli candidati dagli Enti locali nell’ambito della
manifestazione di interesse promossa dall’Agenzia all’inizio di quest’anno. Si tratta
quindi di un progetto di ampio respiro e di lungo termine che è strategico anche in
un’ottica di sostegno all’industria turistica italiana che vale circa il 10% del PIL.
Accanto al filone Dimore, c’è poi il percorso di Affidiamo Valore dedicato alla piccola
e media impresa, concentrato su operazioni di rilancio del tessuto economico locale.
IN questi ultimi mesi sono stati pubblicati 5 bandi con immobili in: Toscana e Umbria
(dicembre 2012); Veneto (dicembre 2012); Lombardia (feb – marzo 2013); Puglia (feb
– marzo 2013); Liguria, Piemonte e Friuli (Luglio 2013).’’
Ai lavori ha partecipato anche Daniela Becchini, dirigente generale Direzione
Patrimonio e Investimenti INPS.
 
LE STRATEGIE DEL REAL ESTATE NEL NUOVO MERCATO
 
L’ultima sessione dei lavori del FORUM , dedicata alle strategie delle imprese del real
estate italiano, ha visto la partecipazione di Luca Giacomelli, amministratore
delegato di Serenissima, che nella sua relazione, tra gli altri aspetti, ha evidenziato
come la crisi che stiamo vivendo possa essere trasformata in una grande opportunità:
“Dobbiamo prepararci per la nuova risalita del settore, con una forte fiducia, pronti
ad un diverso mondo immobiliare, che avanza, attraverso la valorizzazione sempre più
forte di chi vive i contenitori immobiliari ed una maggiore interazione con il
territorio.”
Fra i relatori anche Sergio Iasi, amministratore delegato di Prelios, che ha
dichiarato: “Prelios ha di recente finalizzato un progetto di rilancio industriale
incentrato sul riposizionamento in “pure play” nell’asset management in Europa e
potrà ora dedicarsi esclusivamente alla gestione di patrimoni di terzi, senza più coinvestimenti
strutturalmente in conflitto con tale modello. In seguito all’operazione
straordinaria appena conclusa, la Società è fortemente capitalizzata e pronta a
focalizzarsi sulla crescita e lo sviluppo secondo il proprio modello integrato di servizi
immobiliari e finanziari evoluti: ambito in cui riteniamo esserci interessanti
opportunità di crescita nonostante lo scenario permanga complesso. I temi centrali
restano quelli, da un lato, di una maggiore stabilità normativa, specie fiscale,
dall’altro, del repricing per colmare il gap tra domanda e offerta.”
Questo, infine, un estratto dell’intervento di Luca Parnasi, amministratore delegato
di Parsitalia Real Estate: “Il mercato non è una cosa astratta ma è la realistica
sintesi dei cambiamenti in corso nella società; i cambiamenti non sono esclusivamente
economici ma sono soprattutto sociali e culturali e condizionano le scelte e le esigenze
dei consumatori. Oggi l’obiettivo principale delle nostre imprese – quelle che vogliono
rimanere in prima linea sul mercato- è di individuare in anticipo le linee principali del
radicale e rapido mutamento della società che le circonda e di offrire soluzioni
culturalmente e socialmente compatibili: tutela dell’ambiente, della salute e della
qualità della vita insieme al sostegno dei nuovi e giovani nuclei familiari che vogliono
investire nel loro futuro, in quello dei loro figli, italiani e non, e in quello del nostro
Paese.Esiste sempre un “mercato” nel quale operare e non e’ vero che le crisi
profonde lo cancellino, anzi spesso queste ci obbligano a scelte migliori rispetto al
passato: noi dobbiamo solo essere in grado di ben interpretarle”.
Ai lavori hanno partecipato anche Manfredi Catella, presidente e amministratore
delegato di Hines Italia e Luca Lucaroni, Chief Financial Officer di Beni Stabili.