La Fiera delle Vanità

di Paola  G. Lunghini

“La Fiera della Vanità” , titolo  originale “Vanity Fair”,  è un celebre romanzo  (  e  credetemi  noiosissimo , uno di quei  libri  che  leggi  una  volta   per  obbligo  culturale e che  poi  non rileggeresti  nemmeno se profumatamente  ti pagassero . Oddio,  io che  ADORO  leggere  ,  non vi dico  con quanti  Autori  ciò  mi  sia  successo…a  partire  da  Proust  ) dello scrittore  inglese William  Thackeray  (  1811-1863) , ambientato nel periodo Regency .  

Fu adattato per il grande  e  piccolo  schermo in diverse versioni, più o meno “  buone” , l’ ultima  delle  quali  risale  al  2004. Mi  chiedo a  quando  l’ ennesimo remake  interpretato  da  due ragazzotte autodefinentisi  attrici…

Perché  “  parto”  così” ?  :  semplice, perché  FINALMENTE   si è  conclusa  la   Design Week   di  Milano.

Intendiamoci :  io sono  superfelicissima  che per  una  settimana  e  oltre   Milano  sia  stata  al  centro  del  mondo   per  il settore. 

Sono felicissima per  i  numeri del  Salone  del  Mobile,  e  per  la  incredibile  massa  di  addetti  ai lavori (  oltre  che   di  turisti  )  che  l’ evento   ci ha  condotto   qui :  vuol dire  reputation a  mille e, in soldoni,  soldi,  tanti  soldi  ben  spalmati ,  e  così  via.

Bisognerebbe  essere  davvero stupidi  per  non capire  l’ importanza  e  la  portata di  questo   evento.  Anzi,  se  fosse  per  me  lo renderei  in qualche  modo  “ permanente”…

That stated,  non sopporto però il Fuorisalone,  cioè  la  Fiera  della  Vanità.

Ho ricevuto, negli ultimi mesi , non so quante  migliaia di mail  (  la  maggior  parte  pure doppie,  triple,  quadruple) di infiniti  Uffici  Stampa che  mi  chiedevano/invitavano  a  intervenire  ai  vernissage /  press  conference/ talk  show etc  di  “ installazioni” dei loro  clienti : piastrelle,  pavimenti, finestre,  tendaggi, maniglie, sedie,  tavolini, divani, letti…stoviglie,  posate , etc ,  chi più  ne  ha più ne metta.  

Migliaia,  dicevo,  per  la  Fiera  dell’ effimero  allo stato puro.

Ore  e  ore  a   cancellare  la  settimanale  valanga  di mail  ….ma sempre  con un attimo  comunque   di attenzione  :  tra  tanta  roba per  me  inutile   (  datosi  che  io, vero,  mi occuperei  di  real estate  e  non  di maniglie&stoviglie )   ci sarebbe  potuta  essere  qualche  iniziativa  dei  miei  amici  architetti,   comunque  interessante …

Ma….no, cari amici  architetti,  perdonatemi  vi prego  se  non sono intervenuta  a  NESSUNO  degli eventi da  voi organizzati.

La  Fiera  dell’ effimero  non fa  per  me.  E  non fa , credo,  nemmeno per  voi,  che  siete  persone  pragmatiche.  

Tornate l’ anno prossimo in Fiera,  a  Milano Rho-Pero,   con quella  che  un tempo si  chiamava  “  copia-commissioni”  : allargate  la  vostra  sfera  di  business,  aprite  nuovi mercati, e  create  nuovo lavoro !!!

Voi  potete,  dovete  farlo. Ne  avete  l’ intelligenza,  la  creatività  , le  energie  e  anche  le  risorse.

Non  buttate  via  la  vostra  intelligenza,   creatività  ,  energia ( e  anche  le  risorse )  in inutili e  provvisorie “  installazioni”  e  cocktail  offerti a  passanti  sconosciuti. :  quando il Fuorisalone  termina,  è  come  se  non fosse  mai  esistito.

PS : honni soit qui mal y pense