“Mutui Verdi” : al via anche in Italia la sperimentazione, nove Banche italiane coinvolte nel progetto pilota

NOSTRA  ESCLUSIVA

di Francesco Tedesco (*)

 

Il mercato immobiliare guarda sempre più alla rigenerazione , ed ecco che -finalmente- qualcosa si muove anche sul fronte dei così detti “Mutui Verdi”, in realtà mai decollati ma che possono rappresentare un utile strumento di agevolazione allo svecchiamento e rinnovamento del patrimonio immobiliare.

L’idea è semplice: una famiglia che richiede un mutuo per comprare casa può avere condizioni vantaggiose se, oltre all’acquisto, si impegna anche alla riqualificazione energetica dell’appartamento, sia  esso in  condominio o no.

Diversi studi effettuati direttamente dalla “Energy Efficient Mortgages Initiative” ( finanziata dalla Commissione Europea che ha lo scopo di creare le premesse per la diffusione a scala europea dei mutui per le case eco-sostenibili) dimostrano infatti che più è elevata la classe energetica dell’immobile, minore è il tasso di default del cliente. Le Banche avrebbero quindi il giusto margine per offrire mutui a condizioni più favorevoli.

Anche in Italia gli studi condotti dall’Università Ca’ Foscari di Venezia hanno confermato quanto già riscontrato nei contesti di Belgio e Olanda. In Belgio gli economisti hanno analizzando 42 mila casi, rilevando che per i mutui erogati per immobili con alta classe energetica il tasso di default è inferiore del 73% rispetto ai mutui erogati per edifici  “colabrodo”.

Il rallentamento nei pagamento delle rate del mutuo, inoltre, è inferiore del 60% nel caso di mutui legati all’efficienza energetica. Questo perchè possedere una casa che consuma poco permette di avere bollette più basse e migliora quindi il potere d’acquisto dei clienti e dunque la “solvibilità” del mutuo.

L’analisi sul contesto italiano condotta da Ca’ Foscari ha calcolato il livello di efficienza energetica a livello regionale (convolte diverse regioni del nord Italia, ndr) e l’ha confrontato con lo stato di 350 mila mutui.

«Le regioni con più alti tassi di efficienza energetica presentano tassi inferiori di default dei mutui»  afferma Monica Billio, direttrice del Dipartimento di Economia dell’Università di Venezia e coordinatrice di Ca’ Foscari all’interno della “Energy Efficient Mortgages Initiative”.

L’iniziativa è coordinata dall’European Mortgage Federation-European Covered Bond Council (EMF-ECBC) e intende rappresentare un benchmark a livello europeo in vista di Basilea 4. Oltre a diversi Istituti finanziari europei ,tra i 90 partner dell’iniziativa rientrano anche i RICS (Royal Institution of Chartered Surveyors), Europe Regional Network of the World, Green Building Council, ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile) e l’utility tedesca E.ON.

«Il nostro obiettivo è creare uno standard di riferimento per tutte le Banche a livello europeo in modo da favorire la diffusione di nuove tipologie di mutui ipotecari e nuovi strumenti di credito al consumo legati all’efficientamento energetico degli edifici»  spiega Luca Bertalot, Segretario Generale dell’European Mortgage Federation- ECBC (European Covered Bond Council). «Crediamo infatti che l’efficientamento energetico del vetusto parco immobiliare europeo non possa essere lasciato nelle mani delle sole politiche fiscali dei vari Paesi. Si rischia di avere una situazione a macchia di leopardo. Serve affiancare alla fiscalità pubblica (le detrazioni energetiche del 65% qui in Italia, ndr) anche strumenti di mercato uniformi a livello europeo».

Secondo Bertalot , quella in corso è una vera rivoluzione: oggi non esiste nessuna informazione che lega l’erogazione di un mutuo alla classe energetica dell’immobile in quanto le Banche non sono tenute a riportare questa informazione. «Abbiamo di fronte un nuovo enorme mercato da creare praticamente dal nulla, e stiamo riscuotendo l’interesse da parti di importanti investitori internazionali», osserva.

Il progetto sta facendo ora i primi passi concreti tanto che 42 Istituti di Credito in 13 Paesi europei , che rappresentano il 55% dei mutui erogati in Europa , sono ormai pronti a lanciare i primi Mutui Verdi sul mercato, aprendo così la prima fase pilota dell’iniziativa.

In Italia sono nove le Banche coinvolte nel progetto : Monte dei Paschi di Siena, Gruppo BPM, BNL Gruppo BNP Paribas, BPER Banca, Crédit Agricole, Friulovest Banca, Société Générale CIB, UniCredit e Volksbank Alto Adige.

«Abbiamo deciso di contattare sia grandi Istituti che piccole Banche locali , per testare il prodotto all’interno di diverse realtà» annuncia infine Bertalot. «Verso la metà di marzo 2019 ci aspettiamo che alcune di queste possano già erogare i primi Mutui Verdi legati a interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico degli immobili acquistati».

Insomma, se son fiori fioriranno, e del resto la primavera è alle porte. Rispetto ai mutui tradizionali il Mutuo Verde permette di avere una maggiore erogazione a condizioni vantaggiose arrivando a coprire anche il 100% dell’importo complessivo, di entrare in contatto con imprese di ristrutturazione/impiantistiche direttamente collegate all’Istituto bancario finanziatore, oltre  che  naturalmente  di accedere al mutuo con un tasso di interesse più basso, a discrezione del singolo Istituto di Credito.

 

(*) Francesco Tedesco, collaboratore di www.internews.biz e di ECONOMIA IMMOBILIARE, è ingegnere ambientale esperto in energie rinnovabili e giornalista pubblicista