milano, mercoledì 21 novembre 2012

PRESENTAZIONE
   
BY INTERNEWS SRL
   
PRESS
   
Paola G. Lunghini e
   www.metropolisqi.tv
   
LIBRI
   
LE MIE INTERVISTE
   
ESCLUSIVO: INTERVISTA A NADINE CASTAGNA, GIA’ DIRETTORE DI MIPIM E MAPIC
Intervista a Giovanni Zavagli, Presidente AICI
Intervista a Tatiana Milone, architetto
   
LE MIE LETTERE APERTE
   
I MIEI RACCONTI
   
I MIEI PREMI
   
REAL ESTATE PETS
   
   
LINKS
   
   
NON SOLO REAL ESTATE
   
A "I GIGLI" di Firenze il primo Sportello di Confconsumatori in un centro commerciale
   
Châtillon, il “Castello Gamba” apre al pubblico con arte moderna e contemporanea
   
Da FS, Borse di Studio per 64 mila euro per la nuova edizione del Master di II livello in Ingegneria delle Infrastrutture e dei Sistemi Ferroviari a Roma
   
RECENSIONI
   
La libera circolazione dei diritti edificatori  
   
EXPO 2015, salvate gli spazi vuoti. A cura di Paolo Pileri (DIAP- Politecnico di Milano), Edizioni Electa  
   
Una vita in gioco, di Mauro Castelli, Gruppo Sole 24 Ore, Euro 25,00.  

 

E’ in distribuzione Economia Immobiliare n° 43, primo semestre 2012

 


Non solo Real Estate

 

Presentato Avevamo sempre fame, il nuovo libro di Ada Grecchi

14 ottobre 2009

 

«Questo è un libro che parla di Milano e della forza delle donne e nessuno meglio di Ada può parlare delle donne milanesi, lei lo fa partendo dalla sua esperienza che è intrecciata alla storia della nostra città e alla sua trasformazione». Così il Sindaco Letizia Moratti ha aperto il suo intervento, al  Circolo della Stampa, per presentare il libro scritto da Ada Grecchi intitolato “Avevamo sempre fame”.  «Mi ha colpito molto  il racconto della perenne, quotidiana difficoltà per noi donne di conciliare impegni familiari e vita professionale. Un equilibrio difficile da trovare. Possiamo imparare molto dalla sua esperienza e da questo libro. Per chi come me ha responsabilità istituzionali l’esempio di Ada Grecchi è una guida nelle scelte che riguardano le donne» ha concluso il Sindaco .

Per le donne delle della mia generazione , e anche un po’ più giovani, il nome di Ada Grecchi molto dice.

Ma  forse, per le più giovani, un attimo di informazione  si impone ( a parte il fatto che se digitate il suo nome su google avete solo l’ imbarazzo della scelta ). Classe 1936, laureata a pieni voti in Giurisprudenza nel 1959, milanese, Ada Grecchi ha raggiunto le vette della dirigenza aziendale tra le prime donne in Italia.

E’ stata infatti  la prima donna ad assumere responsabilità apicali in quel colosso che era l’ ENEL ; ha fatto vita politica, ma sempre nel senso di civil servant ; è stata Presidente della Commissione Pari Opportunità  succedendo alla mitica Marisa Bellisario ( che , in anni lontani, anch’ io ebbi occasione di conoscere personalmente ) ;  ha scritto innumerevoli articoli  su tematiche molto tecniche  quali la legislazione del lavoro  e le relazioni sindacali ; è “ Ambrogino d’ Oro “ 1993 ; al suo attivo ha numerosi libri, e forse ancora tante cose  che non  conosco – pur conoscendola personalmente e avendone seguito da vicino la carriera.

Insomma, una donna formidabile e , per molti aspetti, ante litteram.

Ma nel libro che Ada  ha appena dato alle stampe, la carriera, la pubblica amministrazione, la politica,  sono appena appena accennate.

Con pudore.

Il libro racconta la storia di una bambina povera ( da qui il titolo ) che sgambettava appena  quando la seconda guerra mondiale scoppiò. L’ autrice  descrive in pagine veloci, e davvero commoventi , molti eventi che ancora  ci fanno venire la pelle d’ oca.

Ella continua  con la storia di Milano e della ricostruzione:  mentre Ada era una teenager povera  già capiva  “cosa”  Milano  significava.

E il testo prosegue sino alla laurea ….  sino ai  giorni nostri .

Ma più non dico, perchè  non voglio togliere il desiderio della lettura.

Una frase, però la devo citare- invitando a riflettere  su ciò  - ed è nelle ultimissime pagine del libro: «Adesso che ho compiuto settant’ anni, è arrivato anche per me il tempo della riflessione.  Mi piacerebbe lavorare ancora un po’, ma non vedo in giro signore settantenni in posti di prestigio. Le donne hanno una vita professionale, nel nostro Paese,  assai più breve  rispetto agli uomini, e nessuna voglia di protestare per questo. Forse,  sono anche più sagge  degli uomini : non desiderano dare in pasto  al pubblico  la loro inevitabile decadenza». (a cura di Paola G. Lunghini)



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