milano, mercoledì 21 novembre 2012

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Châtillon, il “Castello Gamba” apre al pubblico con arte moderna e contemporanea
   
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La libera circolazione dei diritti edificatori  
   
EXPO 2015, salvate gli spazi vuoti. A cura di Paolo Pileri (DIAP- Politecnico di Milano), Edizioni Electa  
   
Una vita in gioco, di Mauro Castelli, Gruppo Sole 24 Ore, Euro 25,00.  

 

E’ in distribuzione Economia Immobiliare n° 43, primo semestre 2012

 


Inaugurazione di “Juventus Stadium” a Torino

8 settembre 2011


Tutti i riflettori dello sport, e non solo, sono stasera puntati sull’inaugurazione del “Juventus Stadium” di Torino (per ora, in attesa del “nome nuovo” lo si chiama così). Tutta la cittadinanza torinese era stata invitata a partecipare all’evento, a fronte di un congruo ticket di ingresso.

E’ uno spettacolo istituzionale- commemorativo e “pirotecnico”, sullo stile di ciò che è successo per le Olimpiadi invernali del 2006, ed eventi successivi, etc etc , tipo Pechino, etc etc.

La stampa, negli ultimissimi giorni e oggi (mentre vi sto scrivendo c’è una diretta su Radio RAI 1) ha dato all’evento – giustissimamente – amplissimo risalto: è il primo stadio in Italia di proprietà di un club, ci sono i “luxory box” (venduti a cifre che pare vadano dai 70 ai 150 mila euro/anno alla faccia della crisi), le “tribune” speciali, i ristoranti, etc, secondo le modalità decise da una straordinaria azione di marketing (cui vanno i miei più vivi complimenti, davvero bravissimi). I parcheggi, già tutti o quasi accaparrati, sono oltre quattro mila.

L’ investimento di trasformazione del vecchio” Delle Alpi” in “Juventus Stadium” supera i 120 milioni di euro.

A fine ottobre/max primi di novembre dovrebbe essere anche aperto tutto lo shopping center costruito in aderenza allo Stadio, con decine di negozi, etc etc etc.

Come fai a sapere ciò, direte voi?

Al di là della semplice lettura dei giornali, lo so perché io allo stadio la sera del 6 settembre scorso, invitata alla “ prova generale dello spettacolo” di inaugurazione .

Ecco le mie due notine (poi valuterete voi, se ci andrete, se ho ragione o no):

Lo stadio, rettangolare, è obiettivamente bellissimo. Ma…

Immagine esterna minimalista , “basso” (noi milanesi , con San Siro, siamo abituati a un gigante…) , per cui da lontano - e nonostante i due altissimi e ormai famosi “ pennoni” - non lo vedi; e, se vieni da Milano, auguri a trovarlo! La segnaletica cittadina è prodiga di indicazioni sul Mercato ittico, ma dello stadio nulla dice o quasi. Da perdersi.

Quando poi, per fortuna tua, arrivi in prossimità dell’ impianto (è chiaro che i torinesi su ciò sanno tutto, ma i non torinesi come me, e non appassionati di calcio , proprio no ) ti ritrovi in un reticolato di reti - nel senso di reti metalliche di separazione - che ti creano un autentico senso di angoscia.

Tutte queste reti ti fanno pensare di essere in un lager ma (temo) sono necessarie: il popolo che va allo stadio spesso diventa un branco di bestie feroci.

E’ un pensiero doppiamente spaventoso.

Immaginiamo allora che siate riusciti a trovare un parcheggio “libero e semplicemente a pagamento” (tra tutti quelli pre- comperati, ut supra) e passiamo ad altro.

Passiamo agli strettissimi tornelli di ingresso: se siete appena appena cicciottelli, non ci passate, vi ci incastrate dentro. Figuriamoci la gioventù italiana, che è ormai obesa nel trenta per cento delle “unità”…

Andiamo oltre : quando vi siederete nelle bellissime sedute (nelle tribune speciali, in bianco/ nero, evocano da lontano un fantastico disegno di “ giocatori in campo”, e sullo schienale della sedia di fronte a voi ci’è pure il mini-schermo che vi permette di meglio vedere le evoluzioni dei vostri campioni favoriti) le vostre ginocchia – a meno che non siate davvero di piccola statura – batteranno subito sullo schienale della seduta di fronte a voi.

E’ così che si aumentano i posti…a 41 mila.

E voi alla fine uscirete aggrovigliati, a meno che la vostra passione per la squadra non vi abbia incitato a stare in piedi per tutto il tempo.

Le scalinate che dall’ alto dell’ anello conducono verso il campo sono totalmente prive di corrimano, e i gradini hanno altezze notevoli e “
pedate“ strette). Scendere è difficile ma salire, credetemi, è anche peggio .

Insomma, vedete voi…

Nello spettacolo che sta avendo luogo stasera (suoni e luci, ballerini, acrobati – in una sola parola li chiamano “performer” -, arie d’opera e di contemporaneo musicale fracasso) sono state coinvolte centinaia di persone. Pare che lo show sia costato un paio di milioni di euro.

Per essere bello, era sinceramente bello (sempre in base alla “prova generale”).

Non mi è piaciuta per nulla, però, la rievocazione dedicata alla famiglia Agnelli, con figuranti / acrobati “vestiti alla marinara“ (in una ipotetica Forte dei Marmi degli anni trenta) e , sui maxi-schermi, i visi, che man mano invecchiavano , dell’ Avvocato e del fratello Umberto. Non mi è piaciuto il balletto che è seguito alla rievocazione, tutto palle di fuoco roteanti, a formare alla fine la scritta “In Memory” . (Se proprio volevamo, io avrei detto “In memoriam”).

I tifosi, comunque, tutto ciò l’hanno gradito, e gli applausi scrosciavano.

Io intanto pensavo alle vicende – di cui da tempo nulla più si sa - della signora Marella Agnelli, e della di lei figlia Margherita, circa l’eredità dell’Avvocato…

Per me, è tutto.

Anche se mi ci dovesse invitare – cosa che mai accadrà - Andrea Agnelli, Presidente della Juventus ( che tra parentesi ha tenuto l’ altra sera un breve ma assertivo discorso) , a questo Stadio non ci torno : il calcio , scandali a parte, non mi piace per nulla . Comunque, “ Welcome Home”, come aveva iniziato nel suo saluto Andrea Agnelli, e come ha concluso l’ ultima danza di centinaia di performer .

Però ci torneri volentieri per l’ inaugurazione dell’ area shopping center. Tanto per vedere com’è.

(Paola G. Lunghini)

Nelle immagini, alcuni particolari dell’esterno dello stadio



 

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