milano, mercoledì 21 novembre 2012

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Châtillon, il “Castello Gamba” apre al pubblico con arte moderna e contemporanea
   
Da FS, Borse di Studio per 64 mila euro per la nuova edizione del Master di II livello in Ingegneria delle Infrastrutture e dei Sistemi Ferroviari a Roma
   
RECENSIONI
   
La libera circolazione dei diritti edificatori  
   
EXPO 2015, salvate gli spazi vuoti. A cura di Paolo Pileri (DIAP- Politecnico di Milano), Edizioni Electa  
   
Una vita in gioco, di Mauro Castelli, Gruppo Sole 24 Ore, Euro 25,00.  

 

E’ in distribuzione Economia Immobiliare n° 43, primo semestre 2012

 


La nona edizione di EPIC, a Roma

27 e 28 settembre 2007

Da nove anni, per me, con EPIC finisce l'estate. E a Roma, il 27 settembre, la bella stagione sembra davvero finita: pioveva a dirotto, e faceva pure fresco.
Sembrava - a giudicare dalle voci di alcuni Relatori della Conference - forse terminata anche la lunga, lunghissima estate del mercato immobiliare. Voci di "gelata", ma qualcuno pensa sia solo brina. Speriamo perciò che l'autunno sia tiepido, e l'inverno non troppo rigido.
Poi, nella logica delle cose, dovrebbe ritornare la primavera. O almeno, visto il "climate change", speriamo...
27 settembre, ore 9.30 circa. Sta per avere inizio la nona edizione della Conferenza denominata EPIC, uno dei grandi eventi della scena immobiliare non solo italiana. Mi guardo attorno, c'è un'atmosfera diversa dagli anni passati. Poco festosa, anche se l'Hotel St. Regis è sempre affascinante, e il welcome coffee è ricco. Difficoltà nel traffico aereo - per non parlar di quello automobilistico - creano vuoti in sala, e il ritardo nella "partenza" dei lavori è d'obbligo.
Claudio Pancheri, Chair di EPIC, è così costretto a "tagliare" parte del suo discorso d' apertura (che nella versione integrale è toccante e istruttivo, e quindi lo propongo integralmente in Nota), per cedere subito la parola alla star della mattinata: Philippe Daverio, storico dell'arte e "antropologo culturale", notissimo anche al pubblico delle televisioni per una trasmissione di grande successo.
Applusi scroscianti salutano il famoso Relatore. E applusi interminabili commentano senza necessità di altre parole le sue riflessioni ad alta voce. (Sono certa che se Philippe Daverio si fosse trattenuto anche al lunch, in molti gli avrebbero a viva forza messo in mano un microfono pregandolo di continuare l'esposizione sul "senso" della città e dell'architettura). Con voli pindarici logicamente e strettamente concatenati, profonda cultura priva delle borie dell' erudizione, passando con semplicità dal neolitico al futuro, Philippe si sofferma sull'urbanistica di ieri (e quindi di oggi) definendola "fallimento di gruppo". Parla di design nella sua possibile applicazione anche alle città, di nomadismo e di architettura "stanziale", aggiungendovi subito Tacito (per 12 e più secoli i germani vissero senza costruire alcunchè). Passa sul concetto di skyline e landmark, e ricorda il suo entusiasmo di ragazzino allorchè sindaci e parroci inauguravano edifici orribili - ma con passione liturgica - degli anni '50 e '60 (egli proviene da una famiglia che per generazioni ha "prodotto" costruttori). Cita esempi di modificazioni funzionali perfettamente riuscite (Castel S. Angelo a Roma), e soprattutto osserva che «noi latini costruiamo per l'eternità, gli altri (americani in primis) costruiscono per il real estate»: il Ponte Vecchio di Firenze è emblema della prima attitudine, il Ponte Nuovo di Parigi della seconda.
Chiedo venia a Philippe Daverio per aver così bruscamente ridotto, e in poche righe, il senso del suo ragionamento. Che è talmente intelligente da rendere affascinante questo uomo - diciamolo pure - un po' bruttino, che porta come una bandiera elegante orridi pantaloni rossi e papillon improbabili per chiunque altro: e che ha saputo diventare un vero profeta del bello.
Difficile, prendere la parola dopo di lui. Ci prova, prima del lunch, una teoria di Relatori italiani ed esteri coordinati dal brillante Stefano Balsamo, che a Roma è MD di JPMorgan, ma a EPIC si presta simpaticamente a far da moderatore.
Lunch, e poi via con i "games" e i "matchmaking", una ventina i Relatori, italiani ed esteri coinvolti a vario titolo. La gente nel frattempo continua ad arrivare, e le Sale sono piene. Grande consenso, in particolare, per il tema "social housing", che vede tra gli altri al Tavolo il nostro beloved assessore alla Casa&Demanio del Comune di Milano, Gianni Verga.
Fuori diluvia e, al termine delle sessioni, trovare un taxi è una vera impresa.
In qualche modo, eleganti e un po' bagnati, riusciamo ad arrivare alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, dove si svolgerà il gala dinner. Networking durante il sontuoso aperitivo (che previsto inizialmente nel Parco si deve forzatamente servire al chiuso degli splendidi Saloni del Museo), inizia la cena raffinata. Non tanto per il menù in sè (ravioli di cernia con ragu di verdure, risotto zucca e speck - invero un po' audace -, involtini di spigola e salmone con flan di spinaci e patatine al rosmarino, semifreddo ai pinoli con fragole, il tutto accompagnato da vini del "Casale del Giglio"), ma soprattutto perchè, credetemi, non è "normale" cenare ai piedi del gigantesco gruppo noto come "Ercole e Lica", tre metri e mezzo di altezza, tradotto in marmo da Antonio Canova nel 1815. E non è "normale" aggirarsi, per una cena di gala, tra Saloni che ospitano De Chirico, Savinio, De Pisis, Burri, Fontana...
Il tocco magico di Claudio Pancheri, nell'organizzare questi eventi, non si smentisce mai, anzi, migliora di anno in anno!
Momento cardine della serata, la consegna dei premi: i due "EPIC Special Award 2007" vanno ad AREL- Associazione Real Estate Ladies («premiata per l'impegno nel settore immobiliare e più specificatamente per il contributo e valore nel veicolare l'imprenditorialità nel mondo femminile». Ritira la targa d'argento, commossa, Barbara Polito, Presidente dell'associazione), e all'emozionatissimo Oliviero Tronconi, Politecnico di Milano («per l'importante contributo nell'ambito della formazione giovanile nel settore immobiliare»). Infine, Claudio Pancheri consegna l'"EPIC Prize 2007" a Mediobanca («protagonista nel corso degli ultimi anni di alcune tra le più rilevanti operazioni di sviluppo sia nel settore pubblico che nel settore privato». Ritira il premio Giulio Rolandino, Responsabile del settore real estate della Banca).
E' tardi, e molti fuggono per rispondere all' invito alle danze offerto da Abaco Team a tutti i delegati EPIC in un locale alla moda, dove si scatena - tra tutti - Fabio Bandirali, MD di Eurohypo.
Ma questa, per chi lo conosce, non è una novità.
La ripresa dei lavori, il mattino successivo, non è facile, e si parte con il consueto ritardo. Altri games, altri matchmaking, tutti belli affollati. Lunch e poi via al rush finale, con la sessione - a cura di Assoimmobiliare - sul tema del risparmio energetico. Qui, grande successo personale per Norbert Lantschner, dell'Agenzia Casa Clima di Bolzano, che senza filosofie e/o prosopopea, offre una panoramica non di ciò che si deve fare, ma di ciò "che è stato già fatto".
Due altre importanti momenti hanno caratterizzato EPIC 2007: la presentazione del Rapporto "Italia in Sviluppo", curato da Nomisma insieme ad ANCI, che giunge alla terza edizione con un progetti un po' di affanno rispetto ai Survey precedenti. E quella di EREF-Executive Real Estate Finance, un nuovo corso di formazione proposto dalla Business School dell'Università Luiss unitamente a Raethia, la società di consulenza fondata da Claudio Pancheri l'anno passato, dopo la sua uscita da Risorse per Roma: di cui per diversi anni era stato AD.
In RpR operavano anche i due giovani "guardian angel" di Claudio, entrambi ora in Raethia. Agli infaticabili e bravissimi Nicola Paravati ed Enrico Cestari va dunque in buona misura il merito di aver coinvolto, anche per questa edizione di EPIC, circa 500 persone.
Si replica a fine settembre 2008. (PGL)

Nota: il discorso di Claudio Pancheri
«Con EPIC abbiamo accompagnato l’evoluzione del settore immobiliare di questo decennio, dalla crisi di fine millennio alla ripresa. Se lo scorso anno il tema era quello di oltrepassare senza paura le barriere geografiche verso un mercato europeo e globale, quest’anno i giochi senza frontiere sono ormai partiti.
Francia, Germania, Europa dell’est Stati Uniti ed in particolare New York sono i nuovi campi da gioco delle imprese italiane ormai capaci di competere a livello globale. Accordi con società locali, acquisizioni, progetti in studio o già avviati, obiettivi di crescita nei nuovi paesi. Gli italiani giocano all’estero, fuori casa, con successo. Non si tratta di teoria, di prospettive, ma di una realtà concreta.
Le prime edizioni di EPIC si sono svolte quando la separazione tra finanza e settore immobiliare era netta, con le società italiane ben poco attente a quanto avveniva fuori dei confini nazionali e con gli investitori esteri diffidenti nei confronti del nostro mercato. Adesso la situazione è del tutto differente. Finanza e immobiliare sono strettamente e, purtroppo non sempre, proficuamente legate... crisi del subprime docet. La crescita dei progetti italiani all’estero ed esteri in Italia è stata esponenziale e i fondi immobiliari sono ormai quasi un centinaio, Il settore si è industrializzato e per partecipare al "gioco" dell’immobiliare occorre avere competenza e fortuna. Si può giocare singolarmente o in squadra, ma quello che conta è avere obiettivi chiari e competenza per raggiungerli, senza dimenticare il rispetto per le regole. Il campo da gioco è tracciato dalla competenza, non solo di natura tecnica ma anche creativa e culturale.
Proprio questo ultimo aspetto è da considerarsi centrale, infatti l’immobiliare è sempre stata in realtà una vera e propria industria culturale incentrata sulla valorizzazione economica e sociale della comunità. L’immobiliare ha costruito le identità dei Paesi, delle città, ha disegnato le trasformazioni dei popoli. Le opere contengono le idee, le ricerche, i sentimenti, le più intime manifestazioni dell’uomo. Gran parte della sicurezza sociale è legata alla pianificazione del settore, alla qualità degli interventi, alle infrastrutture e al loro rapporto con l’ambiente.
È evidente che il concetto di "Giochi senza Frontieré" non è solo geografico ma anche disciplinare, coinvolgendo direttamente diversi aspetti della vita di una comunità, non solo finanziaria, che deve pensare a come gestire e ottimizzare al meglio il proprio patrimonio. In tal senso, un’altra tematica molto sensibile alla comunità sociale e produttiva è la gestione e la valorizzazione dell’asset pubblico, che si traduce nella necessità di una normativa più equa e di strumenti efficaci sia in termini di garanzie per facilitare l’accesso a proprietà e affitto sia per la definizione di una efficace pianificazione nazionale mirata a sviluppare una adeguata offerta di alloggi sociali. La specializzazione della domanda abitativa, conseguenza, tra gli altri, della trasformazione delle strutture famigliari, dai fenomeni migratori, dalla marginalità urbana, comporta l’adozione di politiche abitative sempre più mirate, nelle quali l’Ente Pubblico è chiamato a giocare un ruolo determinante.
Non affrontare con la dovuta serietà e competenza queste e le tante altre sfide che una società in continua trasformazione impone e non guardare al mercato come un unico luogo globale dove l’obiettivo dovrebbe essere la creazione di valore aggiunto per se e per la comunità, equivale ad estraniarsi da questo mondo i cui confini, la cui realtà e la cui percezione, sono il frutto di un processo culturale e sociale di cui noi stessi siamo fautori.
Potrà sembrare spropositato affermare che l’immobiliare entra in molti dei settori vitali della nostra società ma se si riflette un attimo è proprio così: immobiliare è abitare, immobiliare è economia familiare, l’immobiliare è qualità della vita, l’immobiliare è cultura, l’immobiliare è estetica, l’immobiliare è creatività, l’immobiliare è il futuro delle nostre città, l’immobiliare è servizi, l’immobiliare è tempo libero, l’immobiliare è qualità del lavoro, l’immobiliare è vita in movimento».


 

 

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