Editoriali

 

E un altro anno è andato, ma la musica europea torna a suonare
di Roberto Santaniello
Portavoce della Rappresentanza in Italia della Commissione europea
23 dicembre 2008

Un altro anno europeo sta terminando. E' stato un anno severo per tutti, per i governi e i cittadini dell'Unione europea. Provata dallo stop impresso alle ratifiche del nuovo trattato dal no irlandese, l'Unione ha cercato di destreggiarsi nei meandri della crisi come quei ciclisti su pista, abili nel surplace, lenti o praticamente immobili, ma pronti a scattare al momento giusto per impegnarsi nello sprint decisivo.

La giustificata attesa per le virtù taumaturgiche per la presidenza francese è stata messa a dura prova dalle crisi che hanno coinvolto l'Europa a partire da agosto. Dapprima le vicende che hanno opposto la Georgia e la Russia, poi la grave crisi finanziaria che ha investito gli Stati Uniti prima e l'Europa dopo con i suoi effetti sull'economia reale del Vecchio Continente. Di fronte a premesse cosi complesse, l'Europa è riuscita a trovare il difficile bandolo della matassa, utilizzando ancora una volta la tecnica del pistard, un avvio lento, quasi impercettibile e poi via di corsa verso soluzioni politiche significative. Le prime risposte alla crisi economica e finanziaria, sono state timide fin quando Nicolas Sarkozy e José Manuel Barroso hanno "inventato" il Vertice dei Capi di Stato e di governo dell' Euro zona. Da quel momento, e da quando è apparso chiaro che l'Europa doveva agire quanto meno in modo coordinato e non in ordine sparso, i decisori politici sono apparsi rinfrancati nel vedere le proprie azioni inquadrarsi nella più ampia e accogliente cornice comunitaria. Lo schema utilizzato per trovare risposte efficaci alla crisi dei mercati finanziari si è riproposto per il piano a breve termine disegnato dalla Commissione europea per contrastare la grave congiuntura economica e se possibile rilanciare la competitività europea nel suo insieme. Dall'ultimo Consiglio europeo sono giunte risposte politiche convincenti anche sulle politiche energetiche e per contrastare i cambiamenti climatici, anche se l'accordo finale è stato in forse fino all'ultimo a causa delle riserve di non pochi governi nazionali. Anche le nebbie riguardanti il futuro del Trattato di Lisbona si sono diradate e, se tutto fila liscio, un nuovo referendum irlandese nella primavera del 2009 consentirà la sua entrata in vigore il nuovo anno.

Un altro anno se ne è dunque andato e la musica europea ha ripreso a suonare armoniosamente aprendo le porte al nuovo anno. Anno nel quale, in giugno, si celebreranno, le settime elezioni del Parlamento europeo a suffragio universale e diretto. Godiamoci questo momento di soddisfazione e di gioia, in occasione delle festività natalizie e di fine anno. Auguriamo ai lettori delle nostre newsletter e del nostro sito un sereno natale ed un meraviglioso anno nuovo. Pronti a intraprendere, con rinnovato entusiasmo e intatta passione, il nostro quotidiano impegno di comunicare l'Europa.



Buon 2009 europeo a tutte e a tutti!



( tratto da InEuropa )