Editoriali

 
A Milano la Presentazione dei dati semestrali di Beni Stabili

22 luglio 2011

«Amo il mio lavoro, e nella mia azienda ci passo 15 ore al giorno. Questa azienda è perfettamente in grado di pagare i dividendi che ha promesso!».

Così Aldo Mazzocco stamane a Milano, rispondendo a una domanda dopo aver illustrato alla comunità finanziaria - e alla stampa specializzata – i dati semestrali di Beni Stabili SIIQ, di cui è AD da una decina d’ anni (correggo: di Beni Stabili spa prima , e poi di Beni Stabili SIIQ da quando , lo scorso gennaio, la società ha aderito al regime delle società di investimento immobiliare quotate ed è diventata quindi il secondo REIT in ordine cronologico del panorama italiano, e il primo per dimensione. Non mi dilungo su ciò , perché tutto questo ormai lo sanno anche i gatti. I miei gatti, almeno, di sicuro).

Franco, chiaro, e appassionato, Aldo. E anche un poco “furioso” per aver dovuto più volte rispiegare agli interlocutori in Sala (e a quelli collegati in teleconferenza anche dall’estero) cose che aveva già abbondantemente detto nella sua Relazione “ istituzionale” mezz’ ora prima.



Oggi, insomma, più che intrattenere la platea sui risultati più che buoni al 30 giugno 2011 di BS (dati che la società aveva diffuso ieri sera, e che la stampa ha oggi ampiamente riportato), l’AD ha dovuto quasi tenere una lecture di economia immobiliare agli analisti: alcuni dei quali sembrano ancora non comprendere che tra una società immobiliare quotata, e le altre quotate di altri settori, ci sono molte, molte differenze. E che di conseguenza pongono a volte quesiti che, a sentirli, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli.

Un esempio? Perché avete un “yield on sales” inferiore al 5 (4,7%)?

Perdiana, è una media ! Ci sono immobili che vengono venduti a 0 (perché sono vuoti o sono stati svuotati, ed è il caso di palazzine site in localizzazioni minori in cui magari il nuovo proprietario vuole intervenire con valorizzazioni/ trasformazioni), ed altri che non sono più strategici e in situazioni periferiche di grandi città, che però sono ben locati e vanno al 6 e oltre !

Avevate detto che il piano triennale prevedeva acquisizioni per 1,2 miliardi di euro, e non avete ancora fatto niente. Per Giove, il piano è appena incominciato, e non vuol dire che ogni mese devo investire una somma prefissata. Se mi venisse proposto un pacchetto serio da 2 miliardi, lo prenderei in un giorno, non in tre anni. «Il nostro mestiere è quello di fare affari, non quello di rispettare piani! Siamo diventati SIIQ, e dobbiamo confrontarci non più con una situazione localistica, tesa all’ immobile come “bene rifugio”, ma con i criteri dei competitor internazionali».

Cielo d’ Alcamo (secondo altri, sarebbe meglio Ciullo…)!!!



E via di questo passo (per Cristoforo Colombo!) per un tempo interminabile, ma con frasi e metafore che – ne sono convinta – diventeranno famose (a dir la verità, Aldo ne ha già un bell’elenco…).

La nostra è una “laboriosa stabilità”.

Il mercato è selettivo, di una selettività chirurgica.

Riaffittare velocemente, come facciamo noi, non è una attività banale .

Siamo tenaci nel difendere il valore.

Crescono utili e cassa, e l’indebitamento è sotto controllo. E noi vendiamo sempre sopra il valore di perizia, e comperiamo solo roba bella.

Se anche è previsto un “ ricambio” dei periti , il valore degli immobili non cambierà.

La nostra leva è moderata, non vediamo criticità nel rifinanziamento dei portafogli in scadenza.

Dopo le esuberanze creative dei developer del passato, il real estate è diventato un mestiere “normale”.

Non è facilissimo “eccitare“ il mercato quando il clima finanziario è quello che è, con l’ Italia che solo pochi giorni fa sembrava destinata a uscire dall’area euro.


Oltre alle tecnicalità finanziarie illustrate dal CFO Luca Lucaroni , Aldo ha fornito oggi una novità di mercato: è iniziato l’upgrade dell’immobile sito a Milano, nella centralissima via San Nicolao (adiacente a piazza Cadorna). Il building, che in città tutti conoscono, era stato acquisito nel 2002, ed era occupato dal Gruppo IntesaSanpaolo. Per adeguare al massimo dell’efficienza i circa 9.500 metri quadrati (l’intervento durerà un anno) Beni Stabili investirà 15 milioni di euro, leveraging l’esperienza delle “Torri Garibaldi”.


In conclusione: il sempre più affascinante AD di Beni Stabili, oltre a tutto quanto citato ut supra (questa mia è solo la sintesi di un fiume in piena), ha anche inventato due parole: l’economia italiana è “shrinkata” (dal verbo inglese “to shrink, restringersi, dicesi tipicamente dei tessuti), e … ci vuole capacità competitiva per “ upgradare“ gli immobili (dall’inglese to upgrade, che appunto – nel real estate - vuol dire valorizzare).


Forse l’“Accademia della Crusca“ non sarà d’accordo con ciò; e forse non lo saranno nemmeno i francesi di Foncière des Régions (tutt’ora grande azionista di BS, con il 50,9% ), appassionati difensori del loro idioma quali sono.

Ma ad Aldo io queste frivolezze linguistiche le perdono in toto.


(Paola G. Lunghini)






PS: i principali dati finanziari di Beni Stabili al 30 giugno 2011

Risultato netto consolidato: + € 37,6 milioni, +17% rispetto a € 32,0 milioni al primo semestre

2010

Risultato netto ricorrente di cassa del Gruppo1: + € 44,4 milioni, in crescita rispetto a + € 23,8

milioni del primo semestre 2010

Valore complessivo di bilancio del Portafoglio immobiliare: € 4.370,2 milioni rispetto a € 4.323,5

milioni del 31 dicembre 2010

NNNAV su base diluita: € 1,011 per azione (riferito al NNNAV totale di € 2.206,3 milioni),

rispetto a € 0,997 del 31 dicembre 2010 (riferito al NNNAV totale di € 2.174,7 milioni)

Posizione finanziaria netta: - € 2.214,9 milioni, rispetto a - € 2.084,7 milioni del 31 dicembre

2010

Loan to value: 50,7% (48,2% al 31 dicembre 2010)