Editoriali

 

Milano: “Metropoli Giardino” e nuovi Mercati Generali con orto botanico e frutteto
17 luglio 2009

di Paolo Caputo, Studio Caputo Partnership, agli Stati Generali EXPO 2015 di Milano

A partire dalla centralità tematica dell’alimentazione e dell’agricoltura e contro il modello metropolitano della “città infinita” -la città continua che si estende da Milano fino alle pendici delle Alpi- occorre mettere in atto un modello insediativo alternativo: quello della “Metropoli Giardino”.
Milano deve scrivere, progettare e realizzare un Manifesto della “Metropoli Giardino”: una città fatta di vuoti più che di pieni, di vitali intervalli tra il costruito, laddove il non costruito è il costruito dell’agricoltura.
Una nuova architettura della città che trova significativi contenuti e analoghi obiettivi nel Manifesto per l’agricoltura milanese redatto dalla Confagricoltura che mira a valorizzare, oltre che in termini produttivi, anche in funzione turistica, didattica, scientifica e ambientale il ruolo della terra e della coltivazione dei suoi prodotti.
La “Metropoli Giardino” come brand, come nuova identità territoriale confrontabile con analoghe, di varia scala e rilevanza urbana: la metropoli olandese che pone al proprio centro un “cuore verde” fatto di polder, di aree per orticoltura o per la floricoltura, piuttosto che la “metropoli salentina”, costituita da medie e piccole città costruite intorno alla regione con il più alto numero di ulivi in Europa.
La “Metropoli Giardino” come innovativo modello insediativo, come forma di valorizzazione dell’agricoltura, della storia e, nello stesso tempo, dell’ambiente e, della qualità della vita.
Tale nuovo modello, da reificare attraverso un Piano Territoriale di scala metropolitana che ha nell’Amministrazione Provinciale l’istituzione di riferimento per eccellenza, deve trovare strutturazione a sud di Milano, a partire dai parchi periurbani previsti dal PGT di Milano e dal recupero delle cascine ancora numerose entro i confini amministrativi della città.

La nuova alleanza tra città e campagna, artificio e natura deve, contemporaneamente, “contaminare” la metropoli consolidata, la città continua.
Occorre far penetrare la campagna in città attraverso corridoi e sistemi ambientali, utilizzare le aree industriali dismesse, costruire vuoti agricoli tra il costruito e se possibile sul costruito.
In questo contesto e prospettiva nasce l’ipotesi di realizzare, a copertura del grande impianto dei Mercati Generali della SogeMi, un grande giardino pensile destinato ad Orto e Frutteto Botanico: 150.000 mq di parco a ponte tra Parco Alessandrini e la futura “Città del Gusto e della Salute”, un importante segmento del Raggio Verde 3 teso tra il centro della città, Santa Giulia e il Parco Sud a Chiaravalle.
Un Orto e Frutteto Botanico, un parco urbano, dedicato alla produzione di prodotti agricoli (da destinare ad Enti benefici come nel caso del Castello di Villandry nella Loira); alla fruizione ludica; ad un ruolo didattico in rapporto alle scuole; ad essere struttura e laboratorio di ricerca per l’università; ad avere una ulteriore valenza economica grazie al velario fotovoltaico che lo copre in parte (65.000 mq su 150.000) in grado di produrre energia per 3.000 famiglie, l’equivalente di 10.000 persone: una piccola città o un quartiere di Milano.
La realizzazione dell’Orto e Frutteto Botanico pensile non condizionerà la vita dei Mercati Generali che potranno continuare nella propria attività per lasciare posto –nella prospettiva di un trasferimento in altra localizzazione- nelle grandi halles che lo compongono ad altre funzioni: incubatori per giovani imprese, spazi espositivi, commercio, teatri di posa, spazi per l’arte, l’artigianato di eccellenza, la creatività.

Nell’immagine, un suggestivo rendering