Editoriali

 

Una “impalpabile“ Milano al centro del Report “Global City” di Scenari Immobiliari
21 ottobre 2009
 
di Paola G. Lunghini

Sala piena stamane, al Principe e Savoia di Milano - ma con pochi volti notissimi , mi spiace per gli assenti, hanno perso qualcosa di importante - per la presentazione del “GLOBAL CITY REPORT 2009”, secondo rapporto internazionale sul “futuro delle città” promosso da Scenari immobiliari e Generali Immobiliare Italia SGR.

L’edizione di quest’anno si compone di due parti, curate rispettivamente da Saskia Sassen (docente del Dipartimento di Sociologia presso la Columbia University di New York) e da Paola Gianasso, responsabile mercati esteri presso la Società presieduta da Mario Breglia.

Lo Studio è stato introdotto da Mario Breglia e Giancarlo Scotti (a capo di Generali Immobiliare). Alla presentazione ha fatto seguito un Panel di commento moderato da Giovanni Maria Paviera (Generali Immobiliare Italia), a cui hanno preso parte Stefano Boeri (Studio Boeri Architetti), Guido Martinetti (Università Bicocca), Giuseppe Roma (Censis), e Lanfranco Senn (Università Bocconi).


Tutti gli interventi di commento sono stati molto interessanti.

Mi piace qui innanzitutto sottolineare che Beppe Roma , quando non ha problemi di time-limit ,riesce a essere ancora più debordante della sua reputazione : ma si potrebbe ascoltarlo, in adorazione e silenzio, per ore , tanto sono intelligenti le cose che dice.

Sintetizzo:

- Globalizzazione = perdita di confini e di forma.

- Nelle città globali, la cifra è la multifunzionalità

- Nelle città si vive più fortemente il riverbero della comunicazione

- La concentrazione della popolazione produce insicurezza / ansia

- Le grandi città producono anche cambiamenti climatici

- L’allungamento della vita (aging), è stato sottovalutato e quindi è imprevisto e non governato.

- Affluiscono sempre più stranieri residenti, con altre culture. Altro fenomeno non previsto.

Allora, le città di oggi sono contenitori di molte cose insieme. Ma COSA diavolo le tiene insieme, alla luce di tutto quanto sopra esposto? Forse qualcosa di impalpabile, e il mood è davvero difficile da capire.

Con un invito a consultare il sito del Censis, in cui molte delle argomentazioni dette oggi già si trovano, Beppe Roma ha concluso con una vera “zampata”. La cosa più solida che abbiamo è il territorio ed è da questo che occorre ripartire. In tempi di crisi, signori, si vada all’attacco!

Dall’intervento del sempre affascinante Guido Martinotti, mi limito a due cose:

- Le popolazioni non residenti sono diventate il perno delle economie (si vedano gli eventi: Olimpiadi, Expo, etc)

- Milano è in crisi perché ha perso l’immagine morale che l’aveva caratterizzata in quegli anni, pur tanto difficili, che erano i cinquanta e sessanta. Occorre riportare il cittadino al centro del dibattito. Occorre riportare i cittadini, soprattutto giovani, all’interno della città, altrimenti ci troviamo con i “buchi neri” (alias spazi vuoti, e ve ne sono per centinaia di migliaia per non dire milioni di metri quadrati). Occorre spingere a fondo sui nuovi strumenti della tecnologia della comunicazione, ma per ricreare socialità. Non portali, ma “portoni aperti”.

Mi è un po’ sfuggito il senso dell’ intervento di Stefano Boeri: ho colto solo l’immagine del “molecolare”, e il concetto che a Milano c’è una “grana fine di soggetti che determinano le trasformazioni”. A me gli architetti piacciono molto ma continuo a pensare che mi piacciono soprattutto quando usano la matita anzicchè il microfono.

Delizioso Lanfranco Senn, modestamente e semplicemente autodefinitosi oggi come “economista territoriale“ quando tutti sappiamo che egli è – anche – Presidente della Metropolitana Milanese. Ovvero una delle più importanti infrastrutture di questo Paese.

L’attrattività dipende sempre dagli occhi di chi guarda ( Milano, che a noi sembra così poco appealing, invece agli stranieri piace molto. Ma, paradossalmente, la conoscono ma non ci tornano, a meno che non debbano tornarci) . Urge fare qualcosa , tipo innalzare il livello della nostra “ aurea mediocritas “ anzicchè pensare alle “punte“. E, poi, non interrompere - in Italia – le filiere, che sono una delle cose più importanti del Bel Paese: è proprio dove si verifica la rottura delle filiera che si perde la competitività . Nel nostro mondo apparentemente globalizzato, Senn al nostro localismo crede ancora. Ma anche qui è faccenda impalpabile. Bisogna unire la “ salvaguardia dell’ identità” alla “ capacità di relazionarsi con gli altri”.

Che ormai, aggiungo io, sono tutti . Tutti gli altri.

Fin qui la sottoscritta.

Adesso passo a descrivere il Rapporto, seguendo la Nota di Stampa di Scenari Immobiliari.

La sezione di Saskia Sassen analizza cosa sta accadendo nelle aree del mondo in un periodo di crisi. I grandi investitori tornano verso le certezze dei Paesi occidentali, come Europa e Stati Uniti, rispetto alle aree più lontane scelte nel passato. La globalizzazione non sta omogeneizzando le città, anzi assumono sempre più importanza le specializzazioni di ciascuna. La studiosa sottolinea infine l'importanza della nuova “industria manifatturiera urbana al servizio del settore terziario”.

Nella sezione sulle città europee sono stati messi a confronto, dal punto di visto quantitativo e qualitativo, gli aspetti demografici, economici e immobiliari, oltre ai servizi e alla qualità della vita. Anche in un anno caratterizzato dalla crisi economica, le città europee hanno fatto progressi nel campo della lotta all'inquinamento e della crescita delle attività terziarie. Continuano i flussi migratori e cala il costo della vita. In Europa aumentano i proprietari di case, ma si costruiscono alloggi sempre più piccoli.

Lo Studio realizzato su venti città europee conferma Milano città ideale per l’economia e l’attrattività per le imprese, mentre le maggiori difficoltà si riscontrano nei servizi, in particolare nel campo della mobilità, nella cultura e nella qualità ambientale.

Il mercato del lavoro si conferma in buona salute con un tasso di disoccupazione che si attesta sul 3,9 per cento, sostanzialmente lo stesso valore dello scorso anno. Il sistema fieristico resta il punto forte della competitività del capoluogo lombardo: quasi 390 mila metri quadrati di superficie espositiva, suddivisi tra il polo esterno e il polo ancora in città per le fiere leggere. Milano rimane quindi terza in Europa, dopo Hannover e Parigi : che offrono rispettivamente 495 e 474 mila metri quadrati.

Il sistema aeroportuale, altro punto di forza del territorio milanese e lombardo, conferma l’ottava posizione in classifica dello scorso anno, nonostante il grande stravolgimento ( dovuto al trasferimento dell’hub internazionale di Alitalia a Roma Fiumicino) abbia fatto perdere nel 2008 ai due scali milanesi oltre cinque milioni di passeggeri. Soltanto il terzo aeroporto “quasi milanese”, quello di Bergamo, ha mantenuto la dinamicità e i trend positivi registrati nel corso degli ultimi anni.

A Milano quasi tutti abitano in appartamento (il 99,3 per cento delle abitazioni), anche perché è solo nei Comuni di cintura che si trovano altre tipologie di immobili residenziali. Lo spazio abitativo medio è elevato, con 41,7 metri quadrati a persona: solo Vienna e Oslo hanno più spazio per abitante. Il 62 per cento delle case è di proprietà, mentre solo il 7,2 per cento è la quota di social housing, campo nel quale è elevato il gap da recuperare rispetto alle città del nord Europa.

Il ritardo strutturale di Milano nella qualità dello stock terziario necessita di tempo per essere colmato: solo il 17,2 per cento del patrimonio è costituito da immobili di classe A, definiti come immobili di alta qualità secondo gli standard internazionali, con un lieve incremento rispetto allo scorso anno. La media europea è del 23,1 per cento, con Parigi e Londra che hanno superato quota 30 per cento. La discesa delle quotazioni residenziali è stata del 4,5 per cento, contro una media europea del meno 6,9 per cento. I canoni degli uffici centrali sono saliti, anche se di poco.

Nel 2008 il trasporto pubblico ha fatto registrare un buon incremento di passeggeri rispetto all’anno precedente (più 4,8 per cento), anche grazie all’introduzione dell’Ecopass e al contemporaneo potenziamento di alcune linee urbane. Ma anche in questo caso Milano sconta ancora un notevole ritardo rispetto a molte città del vecchio continente, in particolare per quanto riguarda il numero di linee e di stazioni metropolitane. Un segnale positivo è rappresentato dall’inizio dei lavori per la linea 5, mentre si attende il via per la linea 4.

Il numero di automobili per abitante resta elevato, seppure in lieve calo rispetto allo scorso anno: 565 ogni mille abitanti, contro una media europea di 407.

La situazione dell’inquinamento resta molto critica: Milano mantiene di gran lunga il primato della concentrazione del PM10, con un valore di 51 microgrammi/metro cubo, mentre la

legislazione europea per la protezione della salute umana ha stabilito che la media giornaliera di 50 microgrammi/mc non può essere superata più di 35 volte l’anno.

Grandi passi avanti invece nella raccolta differenziata che registra un più 37,9 per cento in un anno.

Il sistema universitario , costituito dai dieci atenei milanesi , è sempre un grande punto di forza della città: sono più di 192 mila gli studenti, circa lo stesso numero di coloro che frequentano le università di Parigi.

Da segnalare il crollo dei reati denunciati (meno 21,1 per cento) in netta controtendenza rispetto alle altre città europee.

Nell'indagine sulle caratteristiche della città ideale, Roma è scelta per "viverci" , sia per il clima che per il suo straordinario patrimonio storico. Restano sempre gravi i ritardi nel campo del trasporto pubblico e in generale nella qualità ambientale.

Il sistema aeroportuale si conferma tra i più competitivi d’Europa: il suo sesto posto è stato rafforzato dalla scelta di Alitalia di fare di Roma Fiumicino l’hub internazionale della compagnia. Nel 2008 sono stati superati i 40 milioni di passeggeri, con oltre tre milioni guadagnati da Fiumicino rispetto all’anno precedente, mentre Ciampino, ormai adibito a ospitare voli low cost, charter o voli speciali, ha fatto segnare un calo dell’11 per cento.

Roma mantiene una posizione di vertice nel turismo europeo: oltre 19 milioni di pernottamenti nel corso del 2008 fanno della Capitale la terza città più attraente d’Europa dopo Parigi e Londra. Questo nonostante la qualità dell’offerta alberghiera sia ancora al di sotto della media europea: degli oltre 900 alberghi, solo 23 sono classificati come 5 stelle, fatto che colloca Roma all’ultimo posto insieme a Madrid per la presenza di alberghi di qualità.

Altra grande attrattiva di Roma si conferma il suo sistema universitario: oltre 350mila studenti frequentano i dodici atenei della capitale, con l’università La Sapienza che ha il numero di studenti più alto di ogni altra università d’Europa.

Il patrimonio immobiliare romano è costituito da uno stock relativamente nuovo: un immobile su cinque è stato realizzato dopo il 1990. Le abitazioni sono di dimensioni elevate (in media 81 metri quadrati), ma lo spazio abitativo medio è relativamente basso con 34 metri quadrati a persona. La tipologia edilizia è quasi totalmente costituita da appartamenti, con una forte predominanza del regime di proprietà che sfiora il 65 per cento. Solamente il 4,3 per cento è la quota di social housing, uno dei valori più bassi fatti registrare dalle venti città del campione.

La qualità dello stock terziario di Roma continua a essere nettamente inferiore a quello delle altre capitali europee: solo il 13,2 per cento del patrimonio è costituito da immobili di classe A, contro il 30 per cento in città come Londra, Parigi, Stoccolma e Oslo.

Proprio questa carenza nell’offerta ha portato i canoni degli spazi di classe A a salire nel 2008, seppure lievemente (più 0,5 per cento), contro un calo generalizzato in Europa.

A Roma il trasporto pubblico è costituto in gran parte dall’ampia rete di superficie che deve sopperire alla carenza del trasporto sotterraneo costituito da due sole linee di metropolitana con 48 stazioni. Il numero annuo di passeggeri sull’intera rete urbana è tuttavia elevato e la colloca al quarto posto a livello europeo, dopo Londra, Parigi e Madrid.

La capitale detiene il primato nel numero di automobili ogni mille abitanti: ben 706, contro una media di 407 e le 205 di Copenhagen o 247 di Parigi. Tutte queste auto evidentemente invogliano i ladri, visto che Roma è anche al primo posto per quanto riguarda i furti d’auto. Roma è anche la città europea con il più elevato numero di motorini: quasi 600 mila.

Le piste ciclabili sono quasi assenti, eppure si registra un lieve miglioramento rispetto allo scorso anno: sei metri ogni cento abitanti.