Editoriali

 
Assimpredil ANCE presenta al MADE expo di Milano una ricerca di Ambrosetti sul futuro del comparto
4 febbraio 2010

A cura dell’Ufficio Stampa dell’Associazione

“Stiamo ottenendo una nuova attenzione al settore edile da parte del Governo e dagli Enti Locali, che ci riconoscono la capacità di far crescere il PIL e ricchezza.” Così ha dichiarato Claudio De Albertis, presidente Assimpredil Ance, intervenendo al convegno “Un futuro da costruire: le priorità di intervento nel breve-medio periodo” che si è svolto oggi al MADE EXPO.

“Con il Comune di Milano siamo soddisfatti – ha dichiarato De Albertis – per lo sforzo fatto con il nuovo PGT, che introduce strumenti nuovi e potenzialmente molto interessanti, ma soprattutto ripensa la strategia di sviluppo della città che era ferma al 1980, anno in cui fu approvato l’ultimo Piano regolatore. Certo ci sarà ora la necessità di rafforzare la macchina amministrativa comunale, perché la gestione del PGT sarà complessa. Questo strumento sarà anche una sfida per le imprese, che dovranno essere più patrimonializzate, con più ampie professionalità e con una migliore organizzazione.”

“La Provincia di Milano ha percepito la necessità di raccogliere la progettualità presente sul territorio e di metterla in rete, traguardando la creazione di quei distretti qualificati che noi già da tempo abbiamo identificato.”

“Dobbiamo pure riconoscere l’impegno della Regione, che ha lanciato un programma di finanziamento per piccole opere (<500.000 Euro) per piccoli comuni (<5000 abitanti), ha deciso di scommettere sulla crescita delle imprese, con un progetto che prevedere il finanziamento in conto capitale per favorire le aggregazioni, e sta entrando nel vivo del tema dell’Housing Sociale.”

“Siamo soddisfatti anche del provvedimento del Governo in tema Expo, che come aveva consigliato Assimpredil, riconosce al Commissario Moratti la possibilità di derogare una serie di procedure e seguire un iter accelerato per le approvazione delle opere. ”

“Il futuro delle costruzioni è pieno di luci e ombre ma soprattutto nella nostra realtà, milanese e lombarda, le imprese sono ottimiste perché sono consapevoli di essere in grado di affrontare uno scenario sempre più complesso con strutture aziendali adeguate.” Per aiutare le nostre aziende abbiamo commissionato a The European House-Ambrosetti, una ricerca sulla situazione del settore e sulle prospettive future.”

Dall’analisi di Ambrosetti sono stati identificati alcuni macroelementi positivi:

  • Nuove esigenze della domanda, con riferimento al Social Housing e alle case low cost;
  • Aumento della popolazione dovuto all’immigrazione;
  • Expo 2015 che è una grande opportunità per tutta la provincia;
  • Grandi impegni infrastrutturali (Ponte sullo Stretto, TAV, Nucleare, BreBeMi, ...);
  • Esigenze di riqualificazione del Patrimonio abitativo (soprattutto nei centri storici;
  • Necessità di intervento sul Patrimonio immobiliare della Pubblica Amministrazione;
  • Scudo fiscale che ha riportato liquidità in Italia;
  • Nuovi strumenti urbanistici dei Comuni, cioè i PGT.

Rimangono tuttavia forti criticità che devono essere superate:

  • Stretta sul credito, sia per gli operatori che per i clienti finali;
  • Pubblica Amministrazione senza risorse;
  • Limiti all’indebitamento (pubblico e privato);
  • Trend crescente di disoccupazione;
  • “Psicologia da crisi”;
  • Elevata frammentazione della proprietà immobiliare che rende difficoltose le operazioni di demolizione e ricostruzione:
  • Edilizia industriale/commerciale ferma, forse per anni, con rischi di possibili ulteriori bolle provenienti dagli USA.

Ambrosetti ha quindi identificato alcune linee guida per il futuro:

1. Perseguire la crescita dimensionale e patrimoniale degli operatori del settore per:

  • favorirne l’accesso al credito
  • incrementare l’efficacia progettuale e realizzativa sui grandi progetti
  • poter aumentare gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione
  • elaborare nuovi modelli di offerta basati su logiche industriali, anche per il comparto delle ristrutturazioni
  • un migliore controllo della qualità
  • aumentare la sicurezza sul posto di lavoro

2. Sviluppare percorsi di crescita basati sulla comprensione dei cambiamenti in atto nello scenario di riferimento (nuove funzioni d’uso, nuovi materiali/tecnologie, nuovi modelli di business) per:

  • sfruttare in chiave proattiva i trend emergenti (aspetti ambientali ed energetici, mutata percezione del rapporto qualità/prezzo, introduzione di nuovi materiali e tecniche di costruzione, fenomeni migratori e cambiamenti demografici)
  • costruire modelli di business innovativi che integrino efficacemente aspetti costruttivi e logiche di servizio (“tagliando”, facility/property management, ecc.)

3. Promuovere l’individuazione e la creazione di modalità di finanziamento innovativo per le imprese del settore attraverso:

  • la creazione di strumenti finanziari ad hoc, che tengano maggiormente conto delle peculiarità del settore
  • l’attivazione di un nuovo e diverso rapporto con il sistema bancario (basato sulla crescita di competenze specifiche su entrambi i fronti – qualità dei business plan vs capacità di assessment rischi)
  • l’introduzione di forme di incentivazione volte a supportare le operazioni di fusione ed integrazione tra imprese del settore
  • l’ampliarsi dell’intervento della finanza di progetto
  • la strutturazione di progetti articolati attrattivi per il private equity

4. Dare un impulso drastico alla semplificazione normativa, agli iter di approvazione, alla lotta al sommerso e al “nero” al fine di:

  • favorire l’affermarsi di condizioni di maggior certezza normativa, professionalità, capacità gestionale, concorrenza positiva tra operatori
  • sfruttare a fondo il volano di crescita economica per l’economia nazionale rappresentato del settore delle costruzioni
  • contrastare ogni tentativo di infiltrazione malavitosa

5. Attivare processi di crescita delle competenze manageriali e delle professionalità del settore, anche al fine di supportare i processi di ricambio generazionale per affrontare efficacemente le sfide future:

  • discontinuità ed accelerazione del cambiamento
  • internazionalizzazione
  • sviluppi tecnologici
  • crescente centralità del cliente e delle sue specifiche esigenze
  • crescita della massa critica

6. Reimpostare il rapporto Università – Impresa in chiave maggiormente concreta e cooperativa allo scopo di:

  • colmare il divario tra esigenze di management (competenze richieste dall’operare in azienda) e percorsi formativi
  • migliorare i percorsi di studio specialistici, a fronte di un’eccellente formazione di base
  • favorire un approccio formativo che benefici di un più intenso scambio di esperienze con il mondo delle imprese

7. Introdurre un mix di politiche economiche bilanciato tra sostegno alla domanda ed incentivazione dei processi di cambiamento della struttura dell’offerta al fine di innescare un processo di sostegno alle imprese con un forte orientamento di “politica industriale”.