Le mie Interviste

  • INTERVISTA A FLAMINIA PELLEGRINI ( 30 gennaio 2006 )


Presidente di IFMA Italia (capitolo italiano dell'International Facility Management Association ), e WPR Corporate Real Estate Program Manager Italy, Spain & Portugal di Cisco Systems.

Nata a Milano, dove vive, Flaminia Pellgrini - prima di ricoprire l'attuale posizione dirigenziale: è in Cisco Systems dal 1998 - ha in precedenza ha lavorato come Facility Manager della Sun Microsystems e prima ancora come Office Administrator Computer Computervision Italia.

Fa parte del Consiglio Direttivo di IFMA Italia dal 2002.



D.
Quando è avvenuto il Suo “primo incontro” di lavoro con il Facility Management, e perchè?
R. E’ successo su richiesta del Country Manager di Sun Microsystems che mi ha offerto un’opportunità in questo settore, che a quel tempo non si chiamava Facility Management. Lui riteneva avessi le capacità organizzative e di gestione necessarie a far bene in questo campo.

D. Lei ha anche al Suo attivo una consistente esperienza associativa: di cosa si è occupata, in particolare, e quali sono le Sue strategie e i suoi programmi, ora che è alla guida di IFMA Italia?
R. Faccio parte di IFMA Italia dal 1997 e insieme agli altri soci e al team dell’Associazione abbiamo sviluppato il progetto di Benchmarking (arrivato già alla quarta edizione), una delle attività core di IFMA che continueremo a portare avanti negli anni, dal momento che si tratta di un progetto che non solo non invecchia ma che si va anche affermando sempre di più come un’efficace strumento di analisi. Lo scorso anno ho portato avanti il progetto della normativa italiana CEN, in qualità di unico referente italiano del Gruppo di lavoro.
L’internazionalizzazione è sicuramente un mio obiettivo. Come Associazione siamo presenti in tutto il mondo e rappresentiamo il più importante punto di riferimento per il mercato del Facility Management. Uno degli obiettivi è pertanto quello di mettere maggiormente a frutto questa nostra peculiarità, sviluppando a livello associativo progetti internazionali a partire dall’ambito europeo.

D. Lei è intervenuta recentemente come speaker a una Conferenza organizzata da IFMA a Milano. Il Suo intervento verteva sulle “nuove frontiere” del FM, e sull’evoluzione dei “parametri competitivi del settore”. Può sintetizzarmi qualche contenuto della Sua relazione?
R. Credo che una delle sfide di questo settore risieda nella capacità e nella volontà di lavorare in trasparenza, vale a dire operare con obiettivi, procedure e costi cristallini e condivisi. Non è facile né per la domanda né per l’offerta strutturarsi per agire in quest’ottica, ma a mio avviso si tratta dell’unica strada percorribile perché il Facility Management occupi finalmente quel ruolo che gli spetta di diritto e che consiste essenzialmente nell’”accompagnare” e accelerare i processi innovativi d’azienda. Non è certo il Facility Management a decidere le strategie in azienda, ma una sua corretta collocazione all’interno della struttura è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi, siano questi di fatturato o di redditività.
Alla Conferenza ho parlato dello sviluppo della disciplina e del mercato e messo in evidenza le differenze tra le figure legate agli immobili: Asset Manager, Property Manager e Facility Manager, focalizzandomi naturalmente sulle caratteristiche e sulle competenze proprie di quest’ultima figura.

D. Quali gli incroci tra il Property e il Facility Management?
R. Ce ne sono senz’altro, perchè il Facility Manager è colui che cerca e “scova” edifici funzionali per la propria azienda e il Property Manager la figura che va a caccia di conduttori interessati al proprio portafoglio di immobili.
Entrambi “curano” l’immobile ma con obiettivi diversi: la funzionalità per il FM e la redditività per il PM.

D. Perchè, nel FM, si può parlare di “innovazione”?
R. Per due motivi fondamentali: innanzitutto perché il Facility Management “assorbe”e mette in pratica tutte le migliori teorie in termini di organizzazione del lavoro, cost control, efficienza dei processi; in secondo luogo per il fatto che assume un ruolo fondamentale nei processi d’innovazione aziendale.

D. Il Facility Manager, secondo me, sta guadagnando spazi e potere decisionale. E’ d'accordo o sono troppo ottimista?
R. Senza dubbio questo sta avvenendo anche se ancora abbiamo un po’ di passi da compiere. Se nelle multinazionali, come quella nella quale io lavoro, questo ruolo è ritenuto fondamentale e vi è una stretta collaborazione con i Manager delle diverse funzioni, in molte aziende italiane ancora non si è compresa l’importanza della gestione integrata dei servizi e del poter contare su un’unica figura di riferimento che racchiude obiettivi legati alla qualità dei servizi e alle possibilità di saving.

D. E’ una mia impressione, o nel comparto retail (Centri Commerciali) di FM ve ne è ancora poco? Perché?
R. E’ vero. Dipende dal grado di sviluppo della disciplina nel nostro Paese. Nel Regno Unito troviamo il FM anche sulle navi da crociera e nei parchi di divertimento. In Italia, come accennavo prima, il ruolo del Facility Manager va assumendo spazi sempre maggiori ma soprattutto in qualità di gestore di immobili strumentali.

D. Come intravede il futuro del mercato dal punto di vista della domanda?
R. Ritengo che le aziende siano sempre più alla ricerca di fornitori eccellenti in grado di supportarle nella gestione. Sia la domanda che l’offerta devono orientarsi verso la condivisione di obiettivi perché il tradizionale rapporto cliente-fornitore deve essere sostituito dalla vera e propria partnership.