Rapporti e Analisi

 
JLL: si riduce il volume degli investimenti immobiliari nel settore retail in Europa e in Italia

20 ottobre 2008

"Secondo le ultime ricerche di Jones Lang LaSalle, il volume delle transazioni effettuate in Europa Continentale (esclusi il Regno Unito e l’Irlanda) finalizzate a investimenti immobiliari nel settore retail ha totalizzato la cifra di 3 miliardi di € nel corso del terzo trimestre del 2008, in diminuzione rispetto ai 3,9 miliardi di € del trimestre precedente. Il volume complessivo riferito ai primi 3 trimestri del 2008 ammonta a 11 miliardi di €, appena poco più della metà rispetto allo stesso periodo del 2007 (21 miliardi di €).
Jeremy Eddy, Responsabile del Dipartimento European Retail Capital Markets di Jones Lang LaSalle, ha affermato: “I fondamentali del mercato si sono attestati su un livello relativamente buono nel terzo trimestre dell’anno, confermandosi elevata la domanda di spazi d’alta qualità da parte degli utilizzatori ed essendo leggermente aumentata la fiducia da parte dei consumatori, sebbene gli operatori retail siano meno ottimisti sulle prospettive a breve termine. L’incertezza dei mercati finanziari e la mancanza di credito disponibile lasciano prevedere che gli investitori si manterranno prudenti per il resto dell’anno, sebbene il 2009 dovrebbe presentare maggiori opportunità, con i prezzi che diventeranno più realistici ed una maggiore stabilità nel settore degli investimenti.”
Nonostante la mancanza di credito ed il peggioramento delle previsioni economiche abbiano chiaramente ridotto l’attività d’investimento, nel terzo trimestre del 2008 sono state completate circa 59 transazioni (89 nel secondo trimestre), delle quali 6 per un valore di oltre 100 milioni di €.
Dall’inizio dell’anno ad oggi la Germania rimane la principale area di attività da parte degli investitori, con un volume di transazioni, nei primi tre trimestri del 2008, pari a 2 miliardi di €, cioè il 19% del totale, notevolmente inferiore alla quota di mercato del 29% riferita allo stesso periodo dello scorso anno. Sebbene in Germania si confermi elevata la domanda degli utilizzatori per le migliori location, le vendite al dettaglio non sono aumentate tanto quanto ci si aspettava. La Spagna si attesta in seconda posizione (1,074 miliardi di €), seguita dalla Finlandia (1,024 miliardi di €) e dalla Russia (913 milioni di €).
Nei primi tre trimestri del 2008 gli shopping centre hanno rappresentato il principale obiettivo da parte degli investitori (6,7 miliardi di €, il 61% del volume delle transazioni), ma anche le medie superfici si sono dimostrate oggetto d’interesse, con investimenti in unità singole e parchi commerciali pari a circa il 30% del volume delle transazioni. Il settore dei supermercati, che nel biennio 2006-2007 è stato dominato da acquirenti che operavano con leva finanziaria, è stato quello maggiormente colpito, con un volume di transazioni che ha rappresentato finora solo il 9% del totale.
Analizzando il mercato italiano, nei primi 3 trimestri del 2008 sono state portate a termine 9 transazioni per un volume complessivo di circa 394 milioni di €. Il dato fa registrare una riduzione del 54% del settore degli investimenti retail rispetto allo stesso periodo del 2007. Commenta Davide Dalmiglio, Responsabile del Dipartimento Retail Capital Markets di Jones Lang LaSalle Italia: “Il mercato degli investimenti retail in Italia sta attraversando un periodo di forte assestamento dovuto alla crescente crisi dei mercati finanziari aggravata dai dati macroeconomici italiani, all’ultimo posto delle classifiche europee. La crisi dei consumi ed il calo dei fatturati dei principali retailers presenti all’interno dei centri commerciali contribuiscono ad accrescere la percezione di un prodotto retail più rischioso. Di conseguenza, gli investitori internazionali mostrano scarsa propensione verso il nostro paese ai prezzi correnti. Con circa 3 miliardi di € di prodotti retail disponibili su tutto il territorio, i prezzi hanno raggiunto livelli simili a quelli di 5 anni fa, e tuttavia il processo d’aggiustamento non è ancora
adeguato per continuare ad attrarre quei capitali internazionali e quegli investitori che al momento guardano ad altre realtà europee più convenienti.” (CS della Società)