Illustrata a Milano, nella lussuosa cornice dell’Hotel Four Seasons, l’ottava edizione (terza italiana) del Rapporto “Emerging Trends in Real Estate Europe”, a cura di PwC e ULI- Urban Land Institute. Ben poco di nuovo si può dire di questa analisi, che è stata presentata in contemporanea anche a Londra e Parigi, e che si basa su un campione di circa 600 interviste a grandi e grandissimi investitori. I tempi sono duri per tutti, anche se pare di cogliere qualche modesto segnale di ripresa, ma è presto, ancora troppo presto per sperare in un cambio di scenario.
Il filo rosso è “Adapt or Die”, e “the place to be” è il Far East, seguito dalle Americhe.
All’Europa rimane poco, e quel poco si concentra a Londra, a Parigi e in Germania, soprattutto a Monaco di Baviera. Come luogo di investimento prospettico l’Italia precipita: Milano passa dalla decima alla sedicesima posizione, e Roma è a quota 18.
Brillantemente introdotto da Elisabetta Caldirola, Partner PwC e Real Estate Leader Italy, e dalla sua collega Lia Turri, lo Studio ha ricevuto anche un breve commento di Andrea Amadesi, componente dell’Executive Committee europeo di ULI. Il tutto è stato poi oggetto di una Tavola Rotonda nella quale si sono confrontati Armando Borghi, SDA Boccini e Gabetti, Daniel Buaron, FARE, Michele Cibrario, BNP Paribas REIM SGR, Pietro Mazzi, Banca IMI-Gruppo Intesa Sanpaolo, coordinati da Luca Lupone, Partner Advisory PwC.
Molto ampia la platea, dove però non mi parso che i rappresentanti della Community immobiliare fossero molto numerosi.
(PGL)
|