Nel corso dell’Assemblea di Federimmobiliare (svoltasi a Roma il 18 gennaio) c’è stata la presentazione dell’indice “Fiups” a cura di Sorgente Group e dell’Università degli Studi di Parma.
Fiups, traduzione grafica del Sentiment del settore immobiliare, è stato illustrato da Valter Mainetti, Amministratore Delegato di Sorgente Group, società che ha elaborato i risultati insieme al Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Parma e in collaborazione con Federimmobiliare .«A fronte di una leggera flessione dell’indice Fiups, da 18 a 16,91 nel periodo dal primo al quarto trimestre 2011, registriamo buon andamento dei fondi immobiliari con particolare attenzione ai fondi ad apporto che sono riservati agli investitori istituzionali. Questo vuol dire che vengono preferiti prodotti pensati ad hoc per i soggetti come gli enti previdenziali, della stessa tipologia dei due fondi Aida e Norma istituiti da Sorgente Sgr per Siae. Sono prodotti in cui gli immobili vengono conferiti a dei fondi immobiliari dedicati, le cui quote rimangono in proprietà all’Ente conferente: il patrimonio viene poi gestito dall’SGR che ha istituito il fondo» si legge in una Nota.
Gualtiero Tamburini, Presidente Federimmobiliare, ha rilevato come «nonostante il settore immobiliare incida per il 20% sul PIL, non riceve la corretta attenzione dalla politica e dalle istituzioni in generale. Sarebbe preferibile favorire la crescita del settore, che traina poi l’intera economia, con la revisione della normativa urbanistica e della fiscalità, rendendo certe le procedure anche per gli investitori stranieri».
I principali risultati.
«Gli operatori immobiliari hanno però attese incoraggianti per il futuro. Le principali aspettative sono di stabilità con qualche peggioramento: il 75,97% del campione ritiene che l’economia del paese negli ultimi12 mesi sia peggiorata, addirittura il 14,73 sostiene che sia molto peggiorata. Nonostante questo, circa la metà del campione (il 43,85%) si attende un anno di valori che saranno stabili o in lieve peggioramento, ma solo in certi comparti, come quello industriale. Inoltre, quasi la metà degli intervistati si aspetta un andamento invariato della propria attività e il 72% dichiara l’intenzione di non assumere nuovo personale. Piuttosto elevata tuttavia è la percentuale di coloro che intendono introdurre innovazioni nella propria attività, soprattutto in termini di nuovi profili professionali nell’organizzazione e nuove linee di business (circa il 50%). Non si può ancora pensare a una ripresa vivace generalizzata: infatti, sugli immobili industriali c’è l’attesa di una discesa dei prezzi (per il 40,16% degli intervistati), di una moderata riduzione per uffici (43,31%), commerciale (39,37%) e alberghiero (43,31%). Stabile il settore residenziale, in termini sia di rischio sia di rendimento. Rimane stabile la domanda di investimento in quote di fondi immobiliari. Infatti, prevalgono coloro che prevedono stabilità rispetto a quanti si aspettano contrazioni della domanda. In particolare, una quota rilevante di intervistati stima di moderata riduzione la sorte dei fondi ordinari riservati (37,74%). Sono in decisa maggioranza coloro che prevedono addirittura un decremento nei fondi speculativi (28,30%). Il dato previsionale di moderata riduzione è mantenuto anche per la domanda della costituzione di nuovi fondi. “Stabile” è la previsione sulle attività degli investitori istituzionali: fondi pensione, casse di previdenza, compagnie di assicurazioni. Le risposte indicano che tutte e tre le tipologie di attori punteranno sul settore degli uffici e, in seconda battuta, sul commerciale. Tutti i profili degli investitori istituzionali, infine, tenderanno a disinvestire sul residenziale al fine di potere lucrare su settori più remunerativi».
|