“Vendere un bar? Meglio a Milano. Una tabaccheria con i giochi (lotto, superenalotto ecc.)? Certamente a Catania. E un ristorante pizzeria? Ancora a Catania. Un panificio? Conviene averlo a Bari. E un negozio d’abbigliamento? A Catanzaro. E’ quanto sinteticamente emerge confrontando i dati del Listino nazionale prezzi delle aziende di FIMAA, la Federazione italiana mediatori e agenti d’affari (che, con FIMAA Milano, ha presentato oggi al Circolo del Commercio l’edizione 2010 del Listino). Il Listino FIMAA sui prezzi delle aziende riporta i valori delle attività commerciali parametrati percentualmente sull’incasso annuo e, in alcuni casi, sull’utile lordo delle aziende. Valori che vengono suddivisi, nella merceologia presa in esame, tenendo conto dell’ubicazione dell’esercizio commerciale e dell’’anzianità di arredamento e attrezzature. Il Listino aziende di FIMAA fornisce anche un sintetico giudizio sull’andamento della domanda e dell’offerta nelle varie tipologie d’azienda. Il Listino riporta anche il valore delle buonuscite nelle vie di maggior interesse commerciale e il costo degli affitti annui per metro quadro.
“Il Listino – spiega Valerio Angeletti, presidente nazionale FIMAA Italia – analizza 25 province in 16 regioni con 34 diverse tipologie d’impresa ed è considerato un osservatorio efficace del mercato nazionale”.
A Milano il valore di un bar in una posizione commerciale primaria – ipotizzando un fatturato annuo di 200.000 euro – può arrivare a 320.000 euro. Sempre con l’ipotesi media di aggio annuo di 200.000 una rivendita tabaccheria-giochi catanese può anche raggiungere il valore di un milione di euro. Ed a Bari un panificio è più apprezzato che nelle altre città. A Catania un ristorante pizzeria lo si può vendere a un valore di mercato mediamente più alto di Milano, Roma, Napoli. Più bassi, invece, - in tutte le città e in rapporto al fatturato annuo - i valori di mercati medi dei negozi d’abbigliamento e accessori e dei parrucchieri/estetisti.
“A seconda dei centri cambiano naturalmente i valori di mercato, ma le attività in questo momento commercialmente più appetibili – rileva il coordinatore del Listino FIMAA Gianni Larini – sono comuni un po’ in tutta Italia: e cioè bar, tabaccherie con i giochi, ristoranti. E negli alimentari soprattutto i panifici. In linea generale bisogna considerare chele valutazioni del Listino 2010 risentono della crisi del commercio e della conseguente riduzione, per il calo dei consumi, degli incassi delle aziende”.
“A Milano – aggiunge Lionella Maggi, presidente FIMAA Milano e vicepresidente nazionale – i pubblici esercizi, ancora contingentati, sono cresciuti nell’ultimo anno di quasi 500 unità: da parte del pubblico amministratore c’è più attenzione alle caratteristiche e tipologia del locale che al numero complessivo sul territorio”.
Vie commerciali: buonuscite e affitti
Alcuni esempi. Via Montenapoleone è il “top” di Milano con buonuscite dai 2 ai 6 milioni di euro. L’affitto annuo per mq. va dai 2.000 ai 3.500 euro. A Roma primeggia via Condotti con buonuscite dai 2,5 ai 4 milioni di euro (affitto annuo da 3 fino a 9.000 euro al mq. quando non c’è una buonuscita da pagare). A Napoli via Scarlatti e via Toledo (pedonale), via Dei Mille e via dei Filangieri sono le strade con le quotazioni maggiori: buonuscite da 350.000 a 1.200.000 euro e costo al mq. di affitto fino a 1.400 euro. Firenze: primo posto per via De’ Tornabuoni (da 1 a 3 milioni di euro la buonuscita e costo al mq. dell’affitto fino a 2.500 euro).
L’Ufficio studi di FIMAA Milano ha analizzato il valore immobiliare degli esercizi commerciali milanesi. Il prezzo medio a metro quadro dei negozi è di 3.100 euro. Fra le vie commerciali in crescita l’asse corso Vittorio Emanuele-San Babila con un incremento fra il 5 e il 9,2% del valore medio al metro quadro (da 9.500 a 21.000 euro); bene anche via della Spiga-via Montenapoleone con un incremento fino al 3,6% (prezzi al mq. da 15.000 a 29.000 euro) mentre in corso Buenos Aires si registra un incremento del 4% solo dei valori medi al mq. più bassi (prezzi al mq. da 2.600 a 8.500 euro). I dati sono relativi al primo semestre 2010.
Il numero di scambi di muri di attività commerciali – rileva l’Ufficio studi di FIMAA Milano – si mantiene basso: in calo in città rispetto al secondo quadrimestre 2009, in leggero rialzo soltanto in provincia” (CS dell’Associazione).
Scarica gli Allegati allo Studio
- Il mercato immobiliare dei negozi a Milano e Provincia
- F.I.M.A.A. - Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari
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