Che il modo di abitare sia soggetto a continui cambiamenti è naturale e logico come lo stesso scorrere del tempo, "la casa è l'uomo" ha scritto Mario Praz nella sua Filosofia dell'Arredamento. L'uomo e la società cambiano e si trasformano, con loro cambiano le abitudini, il paesaggio, il costruito e di conseguenza l'abitare.
A ogni epoca le proprie trasformazioni, c'è stato il tempo in cui la caverna ha smesso di sembrarci confortevole e di lì non ci siamo più fermati.
Oggi la parola d'ordine pare essere "flessibilità", nel post-postmoderno in cui tutto fatica a darsi forma, in cui tutto pare liquido, anche il concetto di abitare si allontana dall'idea delle solide quattro mura a farci da confine o dall'idea di spazi deputati a funzioni in senso tradizionale e immutabile.
Succede allora che anche l'abitare si faccia flessibile.
L'uomo contemporaneo vive ambienti multifunzionali e in continuo mutamento, abita edifici che sono il risultato di recuperi e ridestinazioni d'uso progettate dagli architetti, lavora e si muove in città in continua crescita e trasformazione; come un novello Proteo l'uomo contemporaneo muta la forma del mondo mutando.
Oggi abitiamo le fabbriche in cui i nostri nonni hanno lavorato e trasformiamo posti insalubri e tristi in avveniristici spazi di benessere alla moda. Questo scenario potrebbe sembrare assurdo agli occhi dell'uomo anziano che della fabbrica conserva memoria ma per gli altri significa soltanto una soluzione alternativa di abitare.
Luogo simbolo di questo nostro approccio liquido alla vita è senza ombra di dubbio il "loft", termine di cui negli ultimi anni si è fatto uso massiccio e indiscriminato ma che nell'immaginario collettivo è ormai archetipo di modernità.
«Stile moderno» , recitano le descrizioni tecniche degli annunci immobiliari.
Di tutto questo si è parlato il 22 settembre 2010 al Convegno "Il Loft nel contesto urbano: tra riqualificazione e nuove esigenze di versatilità dello spazio" organizzato da Gabetti Property Solutions negli spazi della Fondazione Stelline a Milano. Di come cambiano le esigenze dei cittadini milanesi e di come il mercato dei loft, la progettazione e il recupero si incrocino rispondendo alle richieste del nuovo "abitante tipo", che secondo Eurisko cerca oggi spazi reinterpretabili e mutevoli, tecnologici e sicuri e magari che costino meno della media di mercato.
Al Convegno aperto da Massimiliano Miceli, Direttore Generale di La Gaiana e moderato dall'Architetto Fabrizio Besana, sono intervenuti l'Architetto Manuel Ramello, Direttore di "Patrimonio Industriale", rivista semestrale dell'AIPAI_Associazione Italiana per Il Patrimonio Archeologico Industriale, l'Architetto Saverio Isola, Amministratore Delegato di Isola Architetti, Fabrizio Fornezza, Consigliere Delegato di GFK Eurisko, Guido Lodigiani, Direttore dell'Ufficio Studi Gabetti e Giancarlo Bianchi Jannetti, Direttore Sportello Unico Edilizia del Comune di Milano.
Agli architetti il compito di illustrare i benefici del recupero edilizio di quegli spazi industriali che sono parte integrante dell'immagine e dell'identità di una città e che, come ha detto Ramello, non possono essere recuperate solo nella funzione di musei, perché non c'è abbastanza arte per riempire tutta la nostra archeologia industriale.
Resta che il risultato di queste ristrutturazioni/conversioni sono i loft che, come ha spiegato Lodigiani, possono essere sostanzialmente divisi in tre grandi famiglie: il loft da recupero capannone, quello più scolpito nell'immaginario, fatto di soffitti alti anche 10 metri e di soppalchi e finestroni, situato in genere nelle vecchie periferie ormai conglobate in area urbana : costa in media il 20% in meno del residenziale nuovo. Il loft da negozio, frutto invece della conversione di vecchie botteghe situate in vie secondarie costa in media il 15% in meno del residenziale nuovo. Ultima categoria, il loft "da ufficio" che degli uffici ha mediamente il prezzo.
Recupero e risparmio in una forma nuova di abitare, forma che sempre più spesso risponde alle esigenze di chi - intraprendendo una attività commerciale-non può permettersi un doppio affitto e trova nella "soluzione mista" del loft l'alternativa ideale.
A questa potenziale clientela consigliamo di districarsi con attenzione nel labirinto delle tipologie immobiliari e delle categorie che paion le coordinate di una battaglia navale (C1, C3, , A3, A10 etc) e invece spesso sono la chiave identificativa del prezzo e del conseguente potenziale affare.
(a cura di Lorenzo Taini)
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