E’ sempre bello andare da Tirelli & Partners per il consueto appuntamento con la presentazione dei dati dell’ “Osservatorio sulle Residenze Esclusive”, non solo per la puntualità e la precisione con cui viene redatto ormai da anni il bollettino semestrale, che si avvale della collaborazione di Nomisma, ma anche per tutto quello che a ogni appuntamento Marco Tirelli (Senior Partner di Tirelli & Partners) mette attorno ai numeri: parlo degli ospitali ambienti di Via Leopardi, sede della Società, in cui si sta circondati di opere d’arte contemporanea e della ormai tradizionale collaborazione con il Museo della Sedia che ogni volta lascia agli ospiti la possibilità di scegliere su quale pezzo di storia del design prendere posto; e dell’ultima iniziativa o “svolta”, quella sostenibile. «Dal primo gennaio 2011 Tirelli & Partners diverrà una azienda a basso impatto ambientale», quindi basta con lo spreco di carta inutile, ben vengano cartelle stampa ridotte ai minimi termini, fogli di carta ricavata da foreste coltivate stampati su entrambi i lati, acqua del Sindaco e mai più bottiglie di plastica, addio anche ai buffet vecchia maniera, anche il rinfresco è a “impatto zero” ed è gestito dalla Cooperativa Chico Mendes Altromercato, ormai un gigante dell’equosolidale. «Una scelta di responsabilità affinchè altri seguano questa strada», ha detto Tirelli prima di passare parola a Daniela Percoco di Nomisma. Ed ecco i dati.
Veniamo da un anno e mezzo di crisi del mercato e per questa fine 2010 ci si aspettava sostanzialmente di recuperare un poco più di quanto non si sia fatto, altri Paesi europei hanno senza dubbio fatto meglio di noi. Resta il fatto che il mercato immobiliare è comunque cresciuto rispetto al 2009, che le grandi città vanno meglio della provincia, cresciamo del 4% a livello nazionale e del 10% in città, i prezzi scendono in una media tra il 5% e il 6% e , in questo caso, l’Italia va meglio di Spagna e Inghilterra che hanno perso anche il 30%.
E’ un mercato ingessato, che cresce lento, in cui chi compra lo fa solo se ha capitale e preferisce non ricorrere al credito (nel 2007 comprava con capitale proprio il 20% degli acquirenti, nel 2010 il 30%). Questo il quadro generale secondo Nomisma.
In questo quadro vanno inserite anche le residenze di prestigio, quelle unità immobiliari che si vendono a più di 7.000 euro al metro quadrato, o si affittano a più di 250 euro al metro quadrato, e che fanno sì e no a Milano il 3% dell’intero portafoglio immobiliare.
Troppo poche in sostanza, ed è proprio questo il punto.
Nel primo semestre del 2010 il mercato delle residenze esclusive ha registrato un forte incremento della domanda di acquisto, «sia a Roma che a Milano la domanda di abitazioni di pregio è aumentata in modo significativo, trovando però un limite forte alla crescita delle compravendite nello strutturale collo di bottiglia dell’offerta». Restano in sostanza stabili le compravendite, ma raddoppiano le telefonate in agenzia e triplicano gli appuntamenti.
L’immobiliare di prestigio confida nei progetti di “Porta Nuova” e “CitylLfe” che , oltre a immettere sul mercato 1500 unità immobiliari in tre anni, dovrebbero sul lungo periodo piantare nell’antiquato “abitare alla milanese” un seme di modernità, un abitare differente e più moderno, meno ancorato al luogo comune del “palazzo antico”.
Per ora si resta un poco a guardare in tutti i sensi, si aspettano le nuove case, si aspetta durante le trattative che si allungano sempre più ( dieci mesi di media a Milano e cinque a Roma) e si aspetta soprattutto che questo periodo di incertezza finisca, l’incertezza in cui ogni dato vien letto nel miglior modo possibile un giorno, e nel modo peggiore il giorno dopo rendendo difficile qualunque previsione.
Prima di lasciar gli ospiti liberi di avventarsi sulle tartine etiche, Tirelli ha parlato di economia della decrescita come unica economia auspicabile e della necessità di un cambiamento culturale, di un risveglio culturale e politico di Milano, dei suoi cittadini e delle sue amministrazioni (si pensa all’Expo e a quanto sarebbe incredibile finire davvero per non farlo, a quali sarebbero le conseguenze per la città, per la sua immagine e la sua credibilità economica futura).
La scelta ambientale e il piglio dato alla conferenza potrebbero essere la testimonianza di una responsabilizzazione di quella minoranza che si occupa del 3% degli immobili in città. E il restante 97%?
(Lorenzo Taini)
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