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E’ la terza edizione dell’annuale Rapporto congiunturale sull’industria delle costruzioni in Lombardia elaborato dal Centro Studi ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e ANCE Lombardia. Il Rapporto analizza i risultati del 2008 e le stime di un indagine straordinaria per il 2009, una sorta di sguardo in avanti per fare anche nel campo dell’edilizia i conti con la crisi economica e con tutte le sue conseguenze.
E’ il Presidente di ANCE Lombardia Luigi Colombo, a sciorinare i dati che manco a dirlo, segnano un significativo rallentamento.
Nel decennio 1990/2000 l’industria edilizia ci aveva abituato a grafici in salita costante, numeri che nemmeno la grande ricostruzione del dopoguerra aveva regalato; oggi invece si rallenta, pare addirittura da prima della crisi arrivata dagli USA. A livello nazionale il calo degli investimenti in costruzioni nel biennio 2008/2009 è stimabile nell’8,9%, regioni come Veneto ed Emilia Romagna perdono rispettivamente il 10 e il 14%, la Lombardia si ferma invece al 5,9% in meno di investimenti edilizi. La perdita più contenuta non solleva gli animi se si pensa alla Lombardia come alla regione dell’Expo o anche solo a tutti gli investimenti in corso nei grandi progetti dell’area milanese.
Tra i motivi reali che hanno portato a questa congiuntura ANCE individua il problema della stretta creditizia.
La riduzione dei prestiti da parte delle banche strangola il mercato degli immobili nei suoi due momenti fondamentali: la costruzione dell’immobile stesso e il relativo acquisto tramite mutuo (per dare una vaga idea della situazione, basta citare un dato, il 18, 2% delle imprese impegnate in investimenti edilizi in Lombardia ha ricevuto nel corso dell’anno richiesta di rientro dei finanziamenti erogati).
Altro problema particolarmente sentito dai costruttori è il ritardo dei pagamenti, che impedisce una pianificazione ponderata degli investimenti.
Nella situazione attuale secondo ANCE, la crisi porterà una perdita di posti di lavoro stimabile attorno al 5/6%. Percentuale che preoccupa quando si ragiona attorno alla questione dell’organizzazione categoriale.
Il Rapporto sottolinea infatti che l’industria delle costruzioni non ha gli amortizzatori sociali necessari a far fronte alla crisi, anzi, le tredici settimane di cassa integrazione di cui gode l’industria delle costruzioni in Lombardia potrebbero far salire la percentuale stimata.
Una parte delle soluzioni potrà venire dal Piano Casa del Governo, che ANCE approva e condivide. Il “famigerato” 20% di ampliamenti resi possibili dalla manovra si tradurrebbe infatti, solo in Lombardia in 773 milioni di metri cubi di potenziale edificabile. Altra opportunità preziosa è la norma prevista dal Piano Casa di Demolizione e ricostruzione con ampliamento volumetrico, opportunità che secondo ANCE potrà esser colta in Lombardia solo se la Regione rivedrà la sua politica di veto sulle destinazioni d’uso delle aree dismesse. Lo stesso Piano Casa se applicato solo al residenziale e non esteso al terziario sarà insufficiente.
Da tutta questa minestra amara di cifre e manovre è uscita a fine giornata una succulenta portata a sorpresa: il DILES, Distretto Lombardo per l’Edilizia Sostenibile.
ANCE ha infatti presentato una lista di 104 promotori, tra aziende grandi e piccole, associazioni di categoria e istituti di ricerca universitari, che dovrebbero costituire un consorzio delle eccellenze in edilizia, una “filiera del mondo delle costruzioni” che raccogliendo competenze indiscutibilmente illustri punti il proprio fuoco sulla progettualità, sulla ricerca dei materiali e di nuove strategie energetiche, sulla sostenibilità ambientale.
Un consorzio della qualità che possa grazie alla sua credibilità dialogare con le istituzioni, farsi garante e promotore di progetti che ci mettano in condizioni di risolvere o almeno di contrastare questa crisi armati di spirito sinergico e iniziativa.
(Lorenzo Taini)
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