“Il valore degli immobili detenuti dai portafogli degli investitori istituzionali italiani è ulteriormente diminuito di un modesto -0.3% nel primo semestre 2010, secondo i risultati dell’Indice Immobiliare Italiano Semestrale IPD.
Da quando il credit crunch ha colpito il settore, poco meno di tre anni fa, il declino dei valori di mercato degli immobili commerciali monitorati dall’indice ha raggiunto un totale cumulato del -5.3%. Durante lo stesso periodo, i canoni sono rientrati del -1.7%, mentre gli
initial yields hanno subito una decompressione di 30 basis points attestandosi al 6.2%.
Nella prima metà del 2010, pertanto, il leggero calo nei valori, unito al 2.7% di rendimento da canoni hanno contribuito a una performance complessiva del 2.4% – la più alta da quando i valori di mercato hanno cominciato a recuperare terreno. I miglioramenti registrati in termini di capital growth sono il risultato dello stabilizzarsi nei livelli dei canoni e dell’espansione dei tassi.
Un’analisi della capital growth per i principali settori evidenzia dinamiche diverse a seconda della destinazione d’uso: per gli immobili retail i valori sono cresciuti nel primo semestre del 2010, seppure di un modesto 0.2%, mentre per il settore direzionale si è assistito a un ulteriore calo del -0.5%. Nessuna variazione invece, in media, per gli immobili industriali.
La capital growth nei centri città di Milano e Roma varia dal -0.8% al -0.1% rispettivamente, polarizzando il settore degli uffici e trainando la componente patrimoniale del comparto. I canoni per le due piazze si sono attestati rispettivamente al -0.3% e -1.0%.
Gli shopping centre sono stati il segmento più colpito dal deprezzamento, con una capital growth semestrale del -0.4%, trainata da un calo nei canoni di mercato del -0.7%.
Luigi Pischedda, Country Manager Italy in IPD, commenta: “Come altri mercati dell’Europa continentale, l’Italia gode di una certa stabilità nei fondamentali immobiliari, che l’ha protetta dal primo e più temuto impatto della crisi finanziaria globale. Canoni e tassi, le variabili che influenzano i movimenti nei valori di mercato, non hanno registrato shock così importanti come, ad esempio, negli Stati Uniti o in Inghilterra. L’altra faccia della medaglia è, sempre nel paragone con i principali mercati internazionali, una performance complessiva molto più contenuta.” (CS della Società)
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