Lo scorso 13 aprile ANCE Lombardia (Associazione Regionale dei Costruttori Lombardi) ha presentato il Quinto Rapporto Congiunturale sull’Industria delle Costruzioni in Lombardia.
Considerando che l’industria delle costruzioni fa da sola il 7,4% del PIL regionale, i dati ANCE diventano preziosi e utilissimi per disegnare un quadro a tinte chiare della situazione economica del Paese e della Lombardia. La Milano dell’Expo e del PGT guarda poi con altrettanto interesse i dati di ANCE e le sue previsioni per il futuro.
Secondo il Rapporto, siamo al terzo anno consecutivo di forte crisi : nel 2010 gli investimenti in edilizia sono calati del 6% e, per il 2011, ANCE prevede un calo ulteriore del 2,2%. «Tra il 2008 e il 2011 si è perso oltre il 14% degli investimenti in edilizia» ha detto Luigi Colombo, Presidente di ANCE Lombardia. «I dati raccolti evidenziano che la congiuntura sfavorevole dura più a lungo di quanto fosse preventivato. E’ pertanto urgente che gli investimenti in attività edilizie tornino a rivestire il loro tipico ruolo anticiclico, a sostegno del reddito e dell’occupazione. Per questo occorre orientarsi verso una lungimirante politica di infrastrutturazione del territorio e di promozione della sostenibilità e della qualità nelle costruzioni; questi, insieme all’obiettivo di migliorare l’offerta di edilizia abitativa e di riqualificare il patrimonio esistente, sono gli strumenti per rilanciare il settore e garantire uno sviluppo della competitività e dell’attrattività delle aree urbane e dei territori lombardi».
Anche i dati sull’occupazione sono tutt’altro che incoraggianti. Secondo l’ISTAT il settore delle costruzioni in Lombardia ha dato lavoro nel2010 a 334 mila persone, il 22,8% degli occupati totali nell’industria, il 7,8% del totale di tutti i settori economici. Ma tra la fine del 2008 e la fine del 2010 l’edilizia ha perso in Lombardia circa 46 mila posti di lavoro, nonostante il massiccio ricorso alla Cassa Integrazione, cresciuta del 44% nel solo 2010 (e del 189,8% nel 2009).
L’altro tasto dolente resta, per il settore delle costruzioni, la possibilità di accedere al credito. Il 34% degli iscritti nazionali ad ANCE lamenta una seria difficoltà.
Un dato ancor più allarmante riguarda il calo delle risorse stanziate dallo Stato per la realizzazione di opere pubbliche che , nel triennio 2009-2011 (giusto gli anni del “Governo del Fare”), subiscono una contrazione del 34%. A questa politica che riduce all’1,7% della spesa complessiva prevista dal bilancio di Stato le risorse per le infrastrutture, si somma il fenomeno dei ritardi di pagamento denunciato dal 52% delle industrie associate ad ANCE (ritardi medi superiori ai 4 mesi a danno soprattutto delle imprese più piccole e di ogni iniziativa in senso generale).
Ai costruttori lombardi non resta che sperare, quindi, nell’Expo 2015, il cui piano infrastrutturale prevede investimenti per 26.478 milioni di euro e nell’approvazione del PGT che, tra le tante “regole schiaccia regole”, introdurrà norme e incentivi per incoraggiare l’edilizia di recupero e di ristrutturazione. Campo, questo, ben poco battuto in un Paese che, al contrario, ne avrebbe già dovuto fare il suo cavallo di battaglia. «La libertà d’intervento che verrà dal PGT porterà flessibilità e possibilità nuove» ha concluso Colombo.
(Lorenzo Taini)
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