Dopo una buona attività registrata nei primi nove mesi del 2011, con circa € 3,5 miliardi transati in tutti i settori, nell’ultimo trimestre dell’anno il crescente clima di incertezza politico-economica a livello nazionale ed europeo ed il conseguente ulteriore irrigidimento nella concessione del credito, hanno portato molti investitori a rallentare le loro operazioni. Nonostante questo, il volume complessivo degli investimenti in immobili commerciali registrato in Italia alla fine dell’anno è stato di € 4,3 miliardi ca., con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente e del 15% rispetto al 2010. Dopo il picco del mercato registrato nel 2007, con circa € 10,8 miliardi di transazioni, il valore dell’ultimo biennio è in linea con la media registrata negli ultimi quattro anni (circa € 4,4 miliardi complessivi).
La capacità di reagire più rapidamente alle opportunità e la disponibilità di capitali da investire senza ricorrere alla leva finanziaria hanno contribuito a rendere gli investitori nazionali i principali attori nel 2011, rappresentando il 72% del mercato, di cui circa il 24% riconducibile ad operatori privati.
Gli investitori hanno focalizzato il loro interesse particolarmente sul settore retail, considerato il più difensivo nell’attuale situazione di mercato, tuttavia la scarsa disponibilità di immobili rispondenti alle caratteristiche richieste e la carenza di credito per investimenti significativi hanno limitato l’attività degli operatori.
Il settore retail è stato comunque il più performante nel mercato italiano, con un valore totale degli investimenti di € 2,1 miliardi circa, con un incremento del 50% anno su anno (€ 1,4 miliardi nel 2010).
Il volume registrato nel mercato direzionale rappresenta invece il 42% del totale, pari a circa € 1,8 miliardi, valore in linea con l’anno precedente. Milano e Roma si confermano i mercati più attivi,tuttavia si registra un’inversione di tendenza sulla ripartizione degli investimenti rispetto agli anni precedenti, con Roma che assorbe circa il 38% del valore totale contro il 32% di Milano.
Rilevante anche l’attività in mercati tradizionalmente considerati secondari, come Torino e Bologna.
In questo contesto, il Capital Markets Group di Cushman & Wakefield Italia negli ultimi due anni ha seguito transazioni per un valore medio di € 800 milioni annui, pari ad una quota di mercato del 20% circa. Nel 2011 la dimensione media delle singole transazioni è diminuita significativamente in conseguenza delle mutate condizioni di mercato, tuttavia il team è riuscito a duplicare il numero delle transazioni completate con successo, mantenendo costante il volume totale dei risultati.
Joachim Sandberg, Managing Director di Cushman & Wakefield Italia, afferma: “Nel 2011 la performance di Cushman & Wakefield Italia - pur in condizioni di mercato significativamente differenti - è stata pari a quella del 2007, che ha rappresentato il miglior anno nella storia della società. Siamo molto soddisfatti di questo risultato, ottenuto grazie ad un team di professionisti, profondi conoscitori del mercato e competenti per settori specifici ma complementari nella gestione del cliente, capaci di individuare le migliori opportunità da proporre ai clienti offrendo una consulenza qualificata e completa.”
Aggiunge Stephen Screene, Responsabile del Capital Markets Group di Cushman & Wakefield Italia: “Per quanto riguarda le previsioni, il clima di incertezza che caratterizza l’attuale contesto politico ed economico internazionale potrebbe rallentare l’attività del mercato immobiliare, tuttavia la volatilità degli altri settori di investimento ed il livello dei tassi di rendimento contribuiranno ad attrarre la domanda verso immobili di qualità nei mercati più stabili.”
Fonte: CS della Società
|