Al Circolo della Stampa di Milano si è svolto oggi, 17 settembre, il consueto appuntamento di stagione con il Report sull’andamento del mercato immobiliare e creditizio del Gruppo Tecnocasa.
In questi che son mesi in cui tutti azzardano previsioni i 41mila dati incrociati dalle 3.840 agenzie di Tecnocasa diventano materiale indispensabile e prezioso.
Sembra impossibile ragionare di mercato immobiliare senza considerare l’incognita economica in cui il Paese si trova e quali saranno le conseguenze reali sul mercato del lavoro di qui al prossimo anno.
Tecnocasa stima che se le previsioni di ripresa ipotizzate da molti per il 2010 saranno confermate, i prezzi degli immobili continueranno però la loro lieve flessione di prezzo per ritrovare stabilità nel 2011. Il primo semestre del 2009 segna infatti una sostanziale diminuzione dei prezzi e una sensibile diminuzione delle transazioni. Le grandi città perdono in media il 2,8% e quando si va ad analizzare le singole situazioni urbane ci si trova sempre davanti alla stessa realtà: i centri storici che perdono poco e le periferie che perdono il doppio. Emblematico il risultato di Milano che perde meno di tutte le grandi città italiane a livello complessivo (1,7%) ma che è terza tra le periferie col peggior ribasso (2,7%). Pare che una fetta di compratori stia sparendodalla mappa.
Altri dati: sale il numero complessivo degli immobili sul mercato e si allungano i tempi delle trattative; tengono gli immobili di pregio, la tipologia più ricercata è il trilocale, più del 70% degli acquirenti in questo primo semestre 2009 ha comprato una “prima casa” e aveva tra i 18 e i 44 anni, il 10% invece era pensionato.
Secondo i dati presentati da Paolo Pennacchio -Reponsabile Nazionale Scuola di Formazione di Tecnocasa, Renato Landoni – Presidente di Kiron partner Spa e Fabiana Megliola – Responsabile Ufficio Studi Tecnocasa, l’attenzione degli investitori verso il mattone ha segnato nello scorso trimestre qualche ripresa. Pare che gli italiani, attratti dai prezzi che scendono assieme ai tassi di interesse, abbiano rimesso fuori la testa, e pare che tanti fra coloro che a investire in borsa non ci pensano più adesso si ri-orienterebbero verso il caro vecchio mattone.
Il guaio resta l’accesso al credito, difficile. In questo primo semestre del 2009 si sono mossi infatti soltanto quelli che avevano un capitale da impegnare o che avevano fatto ricorso a mutui di importi contenuti. Lavoratori con contratti atipici e immigrati restano sempre più fuori dal mercato : sono loro quei potenziali compratori che non possono più comprare.
(Lorenzo Taini)
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