CRIF Rating Agency, mini-bond e settore edilizia – immobiliare

Nel settore dell’Edilizia e Attività Immobiliari sono 1.096 le società di capitali che presentano le caratteristiche potenziali per poter accedere al mercato dei cosiddetti “mini-bond” e più in generale delle obbligazioni, quindi con la possibilità di raccogliere le risorse finanziarie necessarie a sostenere piani di sviluppo o di espansione anche internazionale.
Del resto in un periodo come quello attuale, caratterizzato da una prolungata difficoltà da parte delle piccole e medie imprese ad accedere a finanziamenti tramite il tradizionale circuito dell’intermediazione creditizia, diventa assolutamente fondamentale poter reperire risorse finanziarie, in particolare di medio-lungo termine, anche attraverso canali alternativi o complementari a quello degli istituti di credito. Questa situazione, insieme alla spinta normativa avviata con il Decreto Sviluppo del 2012, ha determinato i presupposti affinché il mercato dei mini-bond inizi a decollare, come testimoniano anche le prime recenti emissioni.
Entrando nel dettaglio, dallo studio realizzato nel mese di ottobre da CRIF Rating Agency – la prima agenzia di rating italiana riconosciuta nell’ambito della recente cornice regolamentare europea –  risulta che su 10.457 “campioni” dell’economia nazionale, quelle attive nel settore dell’Edilizia e Attività Immobiliari rappresentano una quota pari al 10,5% del totale.
Complessivamente, dallo studio emerge una concentrazione prevalente nelle regioni del Nord-Ovest, con 424 eccellenze che rappresentano il 38,7% del totale. Seguono a distanza quelle del Nord-Est (271 casi, 24,7%), del Centro (232, 21,2%) e del Sud e Isole (169, 15,4%).
 

EDILIZIA E ATTIVITA’ IMMOBILIARI

CENTRO

232

21,2%

NORD EST

271

24,7%

NORDOVEST

424

38,7%

SUD E ISOLE

169

15,4%

TOTALE ITALIA

1096

100,0%

Fonte: CRIF Rating Agency

Oltre alle eccellenze presenti nel settore dell’Edilizia e Attività Immobiliari lo studio segnala anche altre 236 società attive nel settore dei Materiali da costruzione con le potenzialità per accedere al mercato obbligazionario. In questo caso la maggiore concentrazione si registra nel Nord Est del Paese, con 103 casi e una quota pari al 43,6% del totale.
 

MATERIALI DA COSTRUZIONI

CENTRO

37

15,7%

NORD EST

103

43,6%

NORDOVEST

56

23,7%

SUD E ISOLE

40

16,9%

TOTALE ITALIA

236

100,0%

Fonte: CRIF Rating Agency

“In questo scenario, l’analisi condotta da CRIF Rating Agency non ha la pretesa di indicare con certezza la capacità della singola impresa di sostenere un eventuale nuovo debito di medio-lungo termine, tuttavia può dare una dimensione d’insieme delle aziende che potenzialmente hanno le carte in regola per affacciarsi con successo ai mercati del debito – commenta Francesco Grande, Direttore Business Development di CRIF Rating Agency -.  L’aspetto più interessante è che questo studio scatta una fotografia ad un target di aziende in crescita, che continuano ad investire anche su progetti di medio e lungo termine e che appaiono in grado di sostenere piani di sviluppo in parte con mezzi propri e in parte con risorse finanziarie da reperire, sempre più spesso, al di fuori di circuiti tradizionali. È, in definitiva, la fotografia di un pezzo importante del nostro Paese che non si è fermato durante questi lunghi anni di congiuntura economica negativa ma che, anzi, guarda con fiducia al futuro e vuol continuare a crescere. E che per farlo ha bisogno di essere adeguatamente assistito, dentro e fuori il sistema bancario”.
Nello specifico, lo studio ha focalizzato l’attenzione sulle aziende con fatturato di almeno 5 milioni di Euro,  EBITDA pari ad almeno il 10% del fatturato e sempre positivo negli ultimi 3 anni e leva finanziaria (cioè il rapporto tra debiti finanziari e patrimonio netto) non superiore a 4. Si ricordano, inoltre, i requisiti previsti dalla normativa del Decreto Sviluppo e dal regolamento dell’ExtraMOT PRO (la nuova piattaforma creata da Borsa Italiana per accogliere obbligazioni e cambiali finanziarie emesse ai sensi del Decreto Sviluppo), ossia la pubblicazione del bilancio degli ultimi due esercizi, di cui l’ultimo sottoposto a revisione contabile.
Dallo studio è emerso che la maggior parte delle imprese in target ha registrato negli ultimi due anni un fatturato in crescita o comunque stabile e si caratterizza per un’elevata propensione agli investimenti, in particolare di medio-lungo termine. Inoltre, per quanto riguarda l’aspetto dimensionale, a livello nazionale quasi 9 aziende in target su 10 si caratterizzano per un fatturato inferiore a 50 milioni di Euro e sono dunque in linea con la definizione di PMI secondo i parametri della Commissione Europea (che comunque tengono in conto anche altri aspetti, come il numero dipendenti e il volume dell’attivo).
“Dal nostro studio si evince che le aziende selezionate sembrano avere tutte i presupposti per accedere a nuove risorse finanziarie, a maggior ragione se queste devono essere utilizzate per sostenere piani di sviluppo – conclude Francesco Grande -. Piani che, per altro, per una parte non trascurabile dei casi potranno essere sostenuti senza eccessivi affanni, anche ricorrendo parzialmente alla capacità propria di autofinanziamento”.
Fonte : Company