Dal “Laboratorio Permanente per Roma” analisi e soluzioni per colmare il gap con le altre Capitali

Una città in difficoltà, incapace di crescere e di mettersi al pari delle proprie “sorelle” europee identificate come motore principale dello sviluppo e modello per il proprio Paese. E’ questa l’immagine di Roma emersa dallo Studio elaborato dal gruppo Prometeo (Progetto per Roma Metropoli Europea) del LABORATORIO PERMANENTE PER ROMA promosso da ASPESI ed illustrato dai Coordinatori dei Tavoli Levino PetrosemoloRenato GuidiGennaro Farina e Valter Macchi nell’evento tenutosiquesta mattina in Camera di Commercio su “ROMA METROPOLI UNIVERSALE”. Un’analisi attenta della situazione antropica sul piano sociale, economico-produttivo e urbano che ha permesso di individuare le criticità della città e del suo territorio, ma anche di formulare e fornire alla Politica possibili soluzioni alla complessa situazione urbana, sociale ed economica che caratterizza la città di Roma da più di 20 anni.

Il Comune di Roma è grande quanto Milano, Torino, Genova, Bologna, Venezia, Firenze, Napoli, Bari e Catania messe insieme, la sua rete stradale si sviluppa per 5000 km, la più estesa d’Europa. Su scala metropolitana copre con 121 comuni un’estensione di 5.352 kmq, quanto la Grande Londra. Ma nonostante le sue dimensioni enormi, rispetto alle altre capitali europee e i loro territori metropolitani presenta forti criticità: la densità abitativa di Roma  è circa la metà di quella di Londra, con un gettito fiscale di gran lunga inferiore a quello della capitale inglese che vanta un PIL circa  tre volte superiore alla Città Eterna (mentre il PIL pro capite di Roma (24.400€ al 2014) è inferiore anche a quello di Milano e di tutte le altre metropoli europee).

La città ha carenze sotto molti punti di vista. Nel corso dei decenni ha esasperato la sua conformazione radiocentrica, diventando stellare, con vuoti e densità bassissima tra un raggio e l’altro della stella. Paradossalmente, all’esterno di Roma si vive meglio ed il fenomeno dell’emigrazione verso i comuni limitrofi dell’aera metropolitana si è accentuato moltissimo. Ma la popolazione si riversa di giorno in città per il lavoro o l’accesso ai servizi principali. Ergo, Roma vede logorata la sua dotazione infrastrutturale da utenti che però pagano tasse e tributi ad altri Comuni.

In queste condizioni Roma città non può sopravvivere ed essere competitiva con le sue omologhe europee, pur continuando ad essere la seconda o terza meta ambita al mondo per turismo. Trasporti, gestione di rifiuti e sistema amministrativo i primi urgenti nodi da risolvere.

Il programma strategico elaborato dal LABORATORIO PERMANENTE PER ROMA  prevede una serie di “fasi” per la riorganizzazione dell’assetto amministrativo volte a superare l’attuale carenza di coordinamento, la lentezza burocratica e la mancanza di chiarezza delle responsabilità. Tra i suoi punti, l’istituzione della figura del “city manager”, l’accorpamento dei Municipi per “vocazioni”, misure specifiche per la semplificazione delle procedure urbanistiche ed edilizie, incentivi economici, digitalizzazione dei servizi.

Roma ha tutte le potenzialità per trainare il PIL italiano, come Parigi, Londra o New York – ha dichiarato Paolo Buzzetti, Presidente del Laboratorio – ma non con l’attuale sistema istituzionale. E’ necessario un nuovo patto sociale per trovare punti comuni di sfida e trasformarli in obiettivi. Le altre capitali europee sono trainanti per i loro Paesi, mentre le nostre città sono penalizzate da un patto di stabilità che ha tagliato tutte le risorse, dalla complicazione normativa e burocratica, dalla soppressione del Ministero per le aree urbane con conseguente scarso coordinamento tra i troppi soggetti che oggi si occupano delle città, alla legge Del Rio concettualmente astratta e comunque inapplicata”.

Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma, plaudendo alle proposte elaborate dal Laboratorio: “Il Covid da’ a Roma un’opportunità. Un report della Banca d’Italia dice Roma ha reagito meglio di altre città all’emergenza e dove i virus colpiscono meno sono più alte le condizioni per poter ripartire. L’esperienza ed il lavoro del Laboratorio è importante, la soluzione è nelle nostre mani. Sono favorevole a sostenere il LABORATORIO PERMANENTE PER ROMA e ad accogliere tutti coloro che vorranno dare il proprio contributo per il bene della città”.

Fonte : Nota  congiunta