DL Crescita e affitti brevi. Da Italianway arriva un ok al “codice identificativo ”: semplificare gli adempimenti conviene anche allo Stato

«Ben venga l’introduzione del codice identificativo perché favorisce l’emersione e consente all’AdE di verificare in modo rapido e veloce chi opera sul mercato degli affitti brevi in maniera illegale, ma bisogna fare di più, per esempio semplificare e uniformare gli adempimenti amministrativi, che vanno sfoltiti, come la raccolta dei dati ISTAT ». Così Marco Celani, AD Italianway ,start up del settore turismo hospitality che ha lanciato il primo franchising italiano del vacation rental ed è il primo contribuente sulla piazza di Milano, dopo Airbnb, per imposta di soggiorno raccolta e versata al Comune.

«Siamo parte dell’ “Italia startup club”, la comunità degli imprenditori di scaleup e pmi innovative associate e il tema delle sanzioni non ci tocca  – continua Celani – perchè come italianway siamo adempienti al 100% anche grazie a un software sviluppato internamente in anni di lavoro su cui abbiamo investito due milioni di euro, che ci consente di calcolare e versare l’imposta di soggiorno e la cedolare secca. E lo stesso vale per gli imprenditori che sono entrati nel nostro progetto di ospitalità diffusa a livello nazionale. Ma  tanti piccoli gestori non organizzati ci chiamano preoccupati perchè già ora non sono in grado tecnicamente di adempiere a tutto ciò che la legge prevede a partire dalla raccolta dei dati ISTAT che ogni Comune, Provincia e Regione porta avanti in modo proprio. A costo zero per lo Stato si possono e si devono sfoltire questi adempimenti amministrativi ridondanti perchè più le procedure sono facili più gli imprenditori lavorano agevolmente, e soprattutto lo Stato può più agevolmente esercitare la sua azione di controllore. Come addetti ai lavori siamo a disposizione della politica, del governo e del parlamento per dare il nostro contributo di tecnici e suggerire al legislatore, ora che sta riformando l’intero comparto turismo, una serie di misure che – a costo zero per lo Stato – potrebbe giovare al settore dell’ospitalità diffusa che può davvero diventare una risorsa importante per tutto il Paese grazie al patrimonio delle seconde e terze case inutilizzate degli italiani.

fonte  : Italianway