DL Rilancio, le richieste dell’ Associazione Dimore Storiche

«Confidiamo nel lavoro che il Governo, e in particolare il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, stanno portando avanti in queste ore. Ci auguriamo non solo che a coloro che riceveranno il “voucher turismo” sia data la possibilità di utilizzarlo anche nelle dimore storiche, ma anche che, in un decreto nel quale si stanziano risorse per decine di miliardi di euro, si trovi posto per tutelare e supportare anche il patrimonio culturale privato. Sarebbe davvero grave se dovessimo constatare che, ancora una volta, con i nostri beni storico-artistici si riescono a fare solo slogan pubblicitari e video emozionali».

Così Giacomo di Thiene, Presidente nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane-ADSI, interviene in merito alle possibili misure per promuovere, nei prossimi mesi, l’attività turistica e le vacanze per le famiglie italiane, come previsto dal DL Rilancio.

Le dimore storiche private nel Bel Paese, infatti, sono un pilastro fondamentale del settore: se si guarda all’intero patrimonio immobiliare storico-artistico soggetto a vincolo, esse rappresentando circa il 17% del totale. E svolgono diverse attività: dall’alberghiero al vitivinicolo, dalla ristorazione alle visite culturali.

Un recente studio svolto da Fondazione Bruno Visentini nell’ambito dell’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato in Italia, inoltre, ha messo in evidenza come la rete delle dimore storiche costituisca un vero e proprio museo diffuso di rilevanza pari a quella dell’offerta pubblica: su oltre 90 milioni di persone che ogni anno visitano, complessivamente, i musei italiani, 45 milioni sono coloro che accedono agli immobili storici privati aperti al pubblico.

«Le realtà delle dimore storiche sono migliaia e molto diverse tra loro: vanno da imprese più strutturate a conduzioni familiari» ricorda di Thiene. «Come ADSI chiediamo al Governo di non escludere alcuna situazione dai provvedimenti di rilancio. Più della metà di palazzi, rocche, castelli, forti si trovano in comuni sotto i 20.000 abitanti; in particolare, il 29% di esse è nei piccoli borghi con meno di 5.000 persone. Questi immobili sono un vero tesoro, un potenziale in parte ancora inespresso per i territori nei quali si trovano. Se consideriamo che, restando prudenti, ogni euro investito nelle dimore storiche ha una ripercussione più che doppia sui benefici per l’economia dei luoghi nei quali sorgono, credo sia evidente a tutti come questa grande rete di immobili privati diffusa sul territorio possa diventare una vera leva per il rilancio, sia economico sia socio-culturale, anche in quei borghi di cui oggi molti parlano e indicano come perno di uno sviluppo turistico sostenibile», sottolinea il Presidente di ADSI.

Se le dimore storiche devono essere poste al centro del sistema turistico nazionale, al pari di altri soggetti che rappresentano il volano di questo settore, è anche necessario prevedere incentivi fiscali per gli interventi di tutela e conservazione, come il restauro. In tal senso, l’Associazione Dimore Storiche Italiane ha proposto al Governo anche di aumentare il tax credit per le spese sostenute per la conservazione e il restauro degli immobili vincolati. «Abbiamo avanzato questa richiesta in alternativa ai cosiddetti “sisma bonus ed eco bonus” – dice Giacomo di Thiene – strumenti difficilmente applicabili agli immobili di interesse storico o artistico e che comunque fanno parte di attività “secondarie” rispetto all’intervento di restauro, dato che il Testo Unico dei Beni culturali obbliga il proprietario innanzitutto alla buona conservazione. Le dimore storiche, infatti, devono sottostare a un complesso sistema di vincoli e obblighi che spesso non consente di installare, per esempio, nuove finestre, pannelli fotovoltaici o strutture antisismiche che andrebbero a stravolgerne l’aspetto; interventi che peraltro, giustamente, non sarebbero autorizzati dalle sovrintendenze, se non in particolari casi. I proprietari, d’altro canto, grazie ai continui investimenti privati e al coinvolgimento di grandi professionalità, intervengono costantemente per conservare e restaurare questi immobili, collaborando con imprese artigiane d’eccellenza e realizzando interventi di cui beneficiano intere comunità, oltre che i turisti, nazionali e internazionali».   

Fonte : ADSI