Per la serie “ visioni profetiche “ : nell’ office e retail l’impatto del Covid causerà un minore dinamismo nel Q2 e Q3, possibile ripresa nel Q4, dice Gabetti

Il 2020 si è aperto con una buona performance dei settori retail office. Gli investimenti in Capital Market hanno registrato un volume pari a 1,6 miliardi di euro, trainati dal retail che ha rappresentato il 42% del totale, pari a 680 milioni di euro. A questo risultato ha contribuito un’operazione straordinaria chiusa da Unicredit tramite l’acquisizione del 32,5% del capitale di La Villata S.p.A, società immobiliare che detiene il 100% della proprietà di una serie di supermercati locati a Esselunga S.p.A.

L’office è l’altro settore ad aver fatto la differenza: con il 20% del totale pari a 326 milioni di euro. La maggiore concentrazione di immobili a uso direzionale si è vista sul mercato di Milano che, da solo, ha totalizzato un volume pari a 170 milioni di euro, il 52% del totale investito. Per quanto riguarda la provenienza dei capitali, gli operatori stranieri sono stati i più attivi, in particolare gli investitori tedeschi seguiti dai francesi.

Per meglio valutare il calo degli investimenti che ha interessato i diversi settori corporate nei primi tre mesi del 2020, e in modo particolare in marzo, è indispensabile considerare due aspetti: oltre a una fisiologica diminuzione a seguito di un ottimo 2019, l’emergenza causata dal Covid-2019 ha inevitabilmente impattato i risultati soprattutto nell’ultima parte del trimestre.

Gli scenari futuri su tutti i settori rimangono incerti. È comunque prevedibile un minor numero di transazioni rogitate nel secondo trimestre, a seguito anche della sospensione di alcune trattative. Così come è altamente ipotizzabile che il settore uffici manterrà una certa vitalità con alcune rimodulazioni degli spazi a uso ufficio, per l’adeguamento alle nuove norme igienico-sanitarie. Il settore della logistica, sostenuto dall’importante ruolo giocato dall’e-commerce e dall’esplosione delle consegne a domicilio, risulterà essere il meno penalizzato, mentre il settore retail e quello alberghiero saranno gli asset class che subiranno più direttamente gli impatti della pandemia. 

Nello specifico, per quanto concerne il settore retail, da un lato, si sta verificando una pressione della domanda verso la Gdo, con una maggiore richiesta di servizi integrati alla logistica per la consegna a domicilio; dall’altro il lockdown e le difficoltà attuali stanno pesando sui negozi, con una conseguente richiesta di riduzioni dei canoni di locazione. Anche i punti vendita del lusso nelle high street stanno patendo, a causa della forte contrazione del turismo internazionale.

Il settore alberghiero invece sarà innanzitutto condizionato dai provvedimenti necessari a tutelare la salute dei clienti. Inoltre bisognerà fare i conti con la mancanza, o quasi, di turismo straniero fino almeno all’ultima parte dell’anno. In ogni caso la qualità intrinseca del prodotto ricettivo italiano ha pochi eguali al mondo: proprio per questo motivo gli operatori specializzati e gli investitori istituzionali, nazionali e internazionali, continueranno a riservare grande attenzione al settore, nonostante l’evidente calo di fatturato atteso per quest’anno.

Fonte : Company