Con un risultato di dicembre decisamente negativo (-16,3%) il mercato delle autovetture dell’Unione Europea ripiomba ai livelli del 1995, cioè di diciassette anni fa. Nei 27 Paesi dell’Unione le immatricolazioni nell’intero 2012 sono state infatti 12.053.904 con un calo dell’8,2% sul 2011. Considerando anche i tre Paesi dell’EFTA (Islanda, Norvegia e Svizzera) il consuntivo 2012 sale a 12.527.912 immatricolazioni con un calo sull’anno precedente del 7,8%. Questi risultati negativi appaiono ancora peggiori se si considera che, con ogni probabilità, quando verranno resi noti i dati sull’intero mercato mondiale emergerà che il 2012 è stato il nuovo anno record per le immatricolazioni di autovetture nel mondo con prospettive di ulteriore sviluppo per il 2013.
All’interno dell’Unione Europea, come emerge chiaramente da una elaborazione eseguita dal Centro Studi Promotor, l’andamento negativo riguarda per il momento soltanto l’eurozona (-11,3%), mentre per i mercati dell’Unione che non hanno adottato la moneta unica il 2012 è stato un anno di crescita, sia pure modesta (+2,3%). All’interno dell’eurozona i risultati peggiori riguardano poi i Paesi maggiormente colpiti dalle politiche di austerità senza crescita imposte dall’Unione Europea. Il mercato greco accusa infatti un calo del 40,1%, quello portoghese del 37,9%, quello italiano del 19,9% e quello spagnolo, che era stato già fortemente penalizzato nel 2011, accusa un’ulteriore contrazione del 13,4%. Nel corso del 2012 la frenata della domanda di autovetture si è estesa gradualmente con il passare dei mesi dai paesi appena citati all’intera eurozona e particolarmente pesati sono i risultati di dicembre che vedono in forte calo anche il mercato francese (-14,6%) e addirittura quello tedesco (-16,4%).
L’andamento del mercato dell’auto è speculare rispetto a quello della congiuntura economica. Nel mondo la domanda di automobili cresce e le prospettive sono positive per il deciso miglioramento previsto per le maggiori economie (Stati Uniti, Cina e Giappone), che non si pongono certo problemi di pareggio del bilancio pubblico, ma che, anzi, appaiono fortemente determinate a spingere sulla crescita anche con la spesa pubblica e a migliorare il rapporto debito/prodotto interno lordo facendo crescere il prodotto (e con questo il gettito tributario) ed esportando la crescita. Nell’eurozona la recessione innescata dalle misure imposte dalla UE tende invece ad aggravarsi e il contagio si allarga dai paesi nel mirino delle politiche di austerità senza crescita anche ai paesi più forti.
«Chi di spada ferisce di spada perisce», commenta il Centro Studi Promotor citando il Vangelo di San Matteo (26,52).
Fonte : CS Promotor