“Centri Commerciali: da non luoghi a luoghi di aggregazione, innovazione e socializzazione” in un Convegno CNCC a Milano

Si parlerà di Centri Commerciali di nuova generazione nel Convegno organizzato il 29 marzo da CNCC, e di come superando gli stereotipi del passato si siano evoluti in “partners della comunità”, luoghi di aggregazione ma anche promotori di cultura e servizi pensati per la collettività.

Una realtà in continuo movimento dall’innegabile vitalità: il centro commerciale, in quest’ottica di cambiamento e sviluppo ha raggiunto un nuovo status, ed oltre ad essere generatore di PIL e investimenti immobiliari ha sviluppato notevoli positività “sociali” e culturali come luogo di socializzazione e innovazione, nonché potenziale attore di riqualificazione urbana.

 

In apertura dei lavori Renato Cavalli, Vice Presidente CNCC, Presidente Prassicoop: “Il mondo che gravita attorno a questo settore è sempre stato giudicato con pregiudizio, se ne considerava positivo solo l’aspetto economico. Al contrario il centro commerciale nel tempo si è evoluto dallo stereotipo gratuito di “non luogo” per riaffermarsi come luogo di incontro e anche di sperimentazione. Dal vecchio modello consumistico si è passati a nuove modalità di consumo, più legate alla tecnologia e alla socialità, grazie ad una serie di attività che  hanno contribuito a creare inediti modelli di incontro e interazione.”

Ecco quindi che il centro commerciale diventa appieno il “terzo luogo” ovvero lo spazio pubblico (da un’accezione sociologica) dove si intrecciano motivi ed occasioni di frequentazione che vanno ben oltre le sue tradizionali funzioni, capace di proiettare effetti positivi sul territorio circostante e di ingaggiare progetti di collaborazione con il commercio di prossimità, l’artigianato, le ONLUS, le start-up e le Amministrazioni Locali, in un dialogo sempre più costruttivo.

 

Continua Cavalli: “E’ nel concreto che si stanno sviluppando numerose iniziative di taglio sociale con l’obiettivo di proporre servizi sempre più fidelizzanti per la comunità, dalle strutture sanitarie, alla presenza di asili nido, ai servizi postali.  Tra gli ultimi esempi virtuosi possiamo citare anche la collocazione di centri per l’impiego e inserimento lavorativo per disabili, promozioni di vario genere con gli istituti scolastici oltre a numerose iniziative culturali proprio all’interno dei centri commerciali. Il convegno farà emergere case history anche su scala internazionale, per un proficuo confronto con i modelli degli altri Paesi dove lo spazio alla socialità è ancora più determinante”.

 

Al centro del dibattito anche relazioni tecniche, una photo gallery sulla socialità nei centri e una serie di “best practices” di grande interesse, tra cui quella del Centro Commerciale Itaca  “Un pacco alla camorra” (progetto nato con l’obiettivo di affrontare in modo divertente il tema del riutilizzo dei terreni confiscati alla mafia) e “Job Zone” de I Gigli (uno spazio dove si incontra il mondo del lavoro e della formazione e vengono forniti gli strumenti e i servizi per chi cerca occupazione).

Molto interessante anche l’esperienza “Liberi di Fare” de Le Due Torri, che per una settimana ha introdotto al lavoro persone con disabilità all’interno dei negozi, facendo in modo che vivessero un’esperienza costruttiva e stimolante a fianco dei commercianti, nel rapporto quotidiano con i clienti; un progetto che ha ottenuto ottimi risultati ai fini di una concreta integrazione nel mondo del lavoro.

A conclusione, la Tavola Rotonda a tema “L’integrazione tra i centri commerciali e le loro comunità”, con la presenza di contributi autorevoli da parte di personaggi del mondo dei centri commerciali, della Pubblica Amministrazione – segnaliamo la presenza dell’Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia – del non profit  e del mondo accademico, con esponenti delle Univeristà SDA Bocconi e IULM.

 

Fonte : CNCC