DAL NOSTRO INVIATO AL MIPIM DI CANNES : Uberto Visconti di Massino  riferisce  sull’ Opening  Speech  dell’ economista  Jeremy Rifkin : occorre andare ben al di là dei criteri ESG, e il futuro dello sviluppo urbano  è nelle mani dei fondi  pensione e dei fondi assicurativi

Jeremy Rifkin è stato l’ Opening Keynote Speaker  al MIPIM  Cannes,  la  Fiera del real estate  internazionale  che ha  avuto luogo a  Cannes  la  scorsa  settimana.

Economista statunitense ( Denver , 1943) , Rifkin è  fondatore e presidente della Foundation on Economic Trends (FoET), nata nel 1977 per studiare l’impatto che le innovazioni scientifiche e tecnologiche hanno sull’economia, la società e l’ambiente.

È  uno dei più ascoltati  analisti della società postfordista.

Jeremy Rifkin ha scritto 23 libri di macroeconomia e alcuni hanno davvero segnato il pensiero di  intere generazioni di studenti, economisti e di politici. L’ultimo , “The Age of Resilience” (2022) , si concentra anche sulla terza rivoluzione industriale, un concetto adottato dall’Unione Europea nel 2007, entità  di cui  – sotto la presidenza di Romano Prodi –  Rifkin era in quegli anni consulente.

Una delle frasi dalla sua ultima opera che Rifkin cita qui al MIPIM è “Better places have a great impact” (  il grande  impatto dei migliori luoghi) . Rifkin ricorda infatti che il settore immobiliare è il più grande in termini di asset in gestione: 326 trilioni di dollari;  e questo settore è inoltre responsabile per il 40%  circa per il  consumo di energia e per il 30%  circa per l’inquinamento prodotto. 

Per Rifkin i grandi cambiamenti industriali furono tutti basati su quattro rivoluzioni tecnologiche contemporanee e interagenti:

  1. comunicazioni
  2. regime energetico e risorse utilizzate
  3. mobilità e logistica
  4. gestione delle risorse idriche

Sia la prima rivoluzione industriale inglese dell’800, che la seconda, quella americana del ‘900, hanno avuto la propria genesi nel combinato disposto di innovazioni in ciascuno di questi quattro settori. Ad esempio la seconda rivoluzione si è basata su comunicazioni via telefono, consumo del petrolio, trasporto con le automobili e in generale con motore a combustione interna. La terza e attuale rivoluzione industriale si basa su

1. comunicazioni via internet

2. reti di energia

3. internet dell’acqua, ovvero depositi e condivisione in rete;

4. Internet of Things che permette, ad esempio, di monitorare i momenti di bassa produzione e di richiesta di energia nei vari nodi delle reti territoriali 

In questo nuovo scenario gli edifici   passeranno dall’ essere “strutture chiuse su se stesse” a  “nodi aperti” . Elementi di passaggio, e non in senso astratto.

Questi edifici avranno, come già sta accadendo , la possibilità di accumulare energia solare ed eolica, ricaricare veicoli elettrici, essere nodi di formazione e di comunicazione.

Nella  seconda  rivoluzione industriale si tendeva a centralizzare le infrastrutture, ora il cambiamento si basa sull’importanza della sfera territoriale locale.

Rifkin afferma che – in  uno scenario in cui è sempre più probabile che i fenomeni naturali provochino degli sconvolgimenti alla vita quotidiana –  solo gli edifici resilienti saranno capaci di resistere a inondazioni e terremoti ; e saranno sempre più importanti e come tali valutati.

Negli ultimi decenni l’uomo appare  sempre più spaventato dai fenomeni climatici: prima l’uomo era convinto di dominare la natura, oggi si è reso conto di come , con il cambiamento avvenuto,  non sia possibile adattare la natura all’uomo. Ciò che Rifkin suggerisce di fare è considerare la “bioregione” in cui si trova uno sviluppo urbano per adattare lo sviluppo immobiliare a quell’area di riferimento (location). Per fare alcuni esempi , l’ economista ricorda e descrive le due bioregioni del Pacific Northwest e quella dei Grandi Laghi (che contengono, tra l’altro il 20% dell’acqua dolce disponibile nel mondo). Il più determinante elemento di rischio del sistema urbano e rurale è legato all’acqua e al ciclo del suo utilizzo, principale indicatore della sostenibilità del sistema, elemento su cui torneremo di seguito. 

In un esempio di adattamento degli edifici alla regione di riferimento, parlando di strutture in creta dalle caratteristiche migliori di altre, Rifkin cita alcuni sviluppi progettati, in questo un precursore,  dall’architetto  bolognese Mario Cucinella .Un’altra ricetta che sarà sostanziale nel futuro è il fatto di costruire non solo considerando la dimensione spazio ma considerando il tempo: gli edifici dovranno non solo essere adattabili a funzioni o utenti diversi , ma anche “smontabili” e ricostruibili (decommissionable) se è vero che nei prossimi cinque  anni vi i saranno migrazioni di massa per circa due miliardi di persone…. Ancora una volta  l’ economista cita lo studio italiano MCA di Mario Cucinella come esempio di riferimento e avanguardia in questo campo ( si noti  che in questo suo discorso inaugurale del MIPIM 2023,  Rifkin non ha citato altri Studi di architettura, ndr ) .  

Rifkin suggerisce di passare dalla globalizzazione alla “glocalizzazione” come interazione tra globale e locale. Il concetto è già noto ma, spiega l’ economista, questa glocalizzazione sta già avvenendo a livello informatico dove si passa da società globali dalle grandi dimensioni a nodi territoriali, dal cloud alla nebbia (fog) come metafora della disseminazione dei Data Center di ridotte dimensioni.

Rifkin cita  poi alcuni passaggi del suo libro sulla resilienza,  evidenziando come lo stesso essere umano sia un ecosistema: non si tratta di una metafora,  è provato che lo scheletro di un essere umano viene completamente sostituito ogni cinque anni, come del resto quasi tutte le cellule tranne quelle neurali. La resilienza come capacità di trasformazione e adattamento è quella che ha permesso all’uomo, tra le tante creature viventi all’epoca, di sopravvivere ai cicli glaciali della preistoria. Secondo un recente studio dello Smithsonian Institute, l’uomo non era più forte di altre creature, si è adattato meglio di molte altre specie, anche semplicemente cambiando i propri indumenti a seconda dell’ambiente circostante. 

Basandosi su queste metafore, a Rifkin è chiaro come lo stock immobiliare non sia oggi ottimale per i cambiamenti in atto: non è flessibile non è facilmente sostituibile ed eppure  è la chiave di volta dei sistemi antropizzati. Il cambiamento da fare per l’ambiente costruito va ben al di là dei criteri ESG, contempla più dimensioni, a partire da quella temporale. 

Al termine dell’intervento (  60 minuti ),  uno spettatore dalla Sala  chiede come sarà possibile innescare questo cambiamento in termini pratici.

Per l’ oratore  la risposta è “ semplice” : saranno i fondi pensione e i fondi assicurativi , che hanno obiettivi di lungo periodo, a iniziare a investire in questo tipo di sviluppi urbani. Rifkin esorta la platea del Grand Auditorium del Palais di Cannes ( che dice essere composta da chi ha in assoluto la maggiore capacità di cambiamento)  a riunirsi e stabilire strategie per il patrimonio costruito , e propone addirittura di creare dopo i  tre giorni di MIPIM un’Associazione che si occupi di ciò.

Il cambiamento del sistema edificato deve avvenire attraverso la mappatura di macroregioni. Ciascuna macroregione deve definire strategie che facciano riferimento alla propria caratteristica biologica. Tornando infatti ai quattro elementi che determinano la transizione industriale, Rifkin afferma con determinazione che solare ed eolico (e idrogeno) sono gli unici in grado di essere sostenibili nel lungo periodo: a differenza dei combustibili fossili, solare ed eolico non necessitano di consumo di acqua  : che è per Rifkin il principale elemento di  turbamento delle singole biosfere e che quindi determina cambiamenti climatici negativi.

A ulteriore esempio,  il quarto fattore del cambiamento industriale ( ovvero la gestione delle risorse idriche) avverrà attraverso raccolta in “cisterne”,  la distribuzione attraverso microreti, così come per l’energia : i cui punti nodali di raccolta tramite il fotovoltaico saranno sugli edifici stessi.

Un’ultima domanda rivolta  a Rifkin è sull’attualità e utilità della misurazione di crescita delle regioni basata sul Prodotto Interno Lordo.  Rifkin è perentorio su ciò: dice che lo stesso inventore di questa misurazione è profondamente pentito di averla introdotta, non è realistica anche perchè molti indicatori calcolano l’opposto della misurazione dello sviluppo umano. Ad esempio la variabile economica della costruzione di carceri o altre attività diametralmente opposte allo sviluppo sociale concorrono alla misurazione di crescita del prodotto interno lordo. Secondo Rifkin l’unico indicatore che che verrà adottato in futuro è quello sulla Qualità della Vita , ovvero basato su variabili quali la sanità (ad esempio con indicatori quali la percentuale di sopravvivenza al parto), la giustizia sociale (il numero di persone in prigione), l’educazione, e altre variabili simili.

Un lungo  applauso ha chiuso il Keynote Speech che ha avuto il merito di essere, oltre che di ampio respiro e visione, anche innegabilmente collegato alle attività che i tanti professionisti dell’industria immobiliare presenti sarebbero andati a svolgere usciti dalla Sala nei successivi tre intensi giorni di MIPIM e, più in generale nella loro attività professionale nei mesi e anni a seguire. 

( a cura di Uberto Visconti di Massino)

Nella foto, Jeremy Rifkin