Hotellerie e lusso: nelle capitali italiane del turismo internazionale oltre 4 hotel su 10 (43%) sono ancora chiusi

Nelle capitali del turismo italiano, alla data di oggi, oltre 4 hotel su 10 nel segmento lusso (43% del totale) sono chiusi. A Milano quasi il 60%.

È il risultato di un’analisi THRENDS su tutta la popolazione degli hotel nel lusso (5 e 5L) delle città di Firenze, Milano, Roma e Venezia, pari a 121[1] strutture, che mette a nudo la difficoltà di ripartire per un segmento che è all’85% appannaggio del mercato internazionale.

Dei 121 hotel censiti, 52 sono ancora chiusi. Fra questi, 9 apriranno nei prossimi giorni di luglio, 8 ad agosto, 32 a settembre o, peggio, ottobre e di 3 non è ancora nota la data di apertura.

Cambia poco nell’atteggiamento di apertura fra catene ed indipendenti. Le prime strutture sono aperte nel 60% dei casi, le seconde nel 53%.

Se guardiamo invece alle camere, ad oggi, del totale di circa 11.100 camere nel segmento, circa 5.200 (il 47%) risultano ancora chiuse.

La situazione varia fra le destinazioni: a Milano nel lusso sono aperti il 42% degli hotel, a Firenze il 52%, a Venezia il 79% ed a Roma il 59%.

Un ritardo nelle aperture veramente significativo se si pensa a come, a livello di stima generale, si riteneva che con il termine del lockdown e l’apertura della mobilità fra le regioni, il business dell’alberghiero fosse pronto a ripartire.

Una fotografia che evidenzia come il segmento con maggiore profittabilità in termini percentuali sia anche quello che maggiormente risente di eventuali shock della domanda internazionale.

Di fatto, le presenze generate dagli stranieri nel segmento lusso (dati 2018 e 2019) valgono:

  • –      Firenze: 89%
  • –      Venezia: 85%
  • –      Milano: 84%
  • –      Roma: 83%

La ancora limitata offerta di voli internazionali, la scarsa informazione sulla effettiva situazione del contagio in Italia dovuta a toni allarmistici prolungati e l’impossibilità di prenotare con sufficiente anticipo per alcuni mercati (USA, Canada, UK, Russia, etc.) hanno messo in totale stallo i flussi internazionali verso le 4 sorelle italiane del turismo d’arte e d’affari, rendendo l’apertura di giugno e luglio una vera “impresa” sia per gli hotel di catena che per quelli indipendenti nel segmento lusso.

Milano risulta la destinazione più colpita in termini di mancate riaperture, dato che il periodo di luglio ed agosto corrispondeva storicamente con un calo dei flussi internazionali e un ridotto volume di domanda business.

L’impatto di tali chiusure prolungate, soprattutto in termini erariali (mancato versamento di imposte di soggiorno da parte di strutture che contribuivano in modo maggiore al gettito) sarà molto significativo per città fortemente dipendenti dall’economia del turismo (Firenze e Venezia in particolare), ben oltre le stime sino adesso circolate.

Fonte  : THRENDS Tourism & Hospitality Analytics