I risultati del “Sentiment del Mercato Immobiliare” e l’indice FIUPS del secondo quadrimestre

Continua l’andamento negativo del settore immobiliare secondo gli operatori del real estate che fanno parte del panel del Sentiment, la ricerca di tipo qualitativo curata da Sorgente Group e dall’Università degli Studi di Parma (Dipartimento di Economia) in collaborazione con Federimmobiliare. Eppure alcuni elementi inducono a intravedere opportunità di crescita. L’Indice Fiups, acronimo di Federimmobiliare, Università degli Studi di Parma e Sorgente Group Spa  -che è la traduzione grafica del Sentiment – mostra una tendenza alla stabilità, attestandosi al 16,87 rispetto al valore del I Quadrimestre 2012, pari a 16,70. Le previsioni negative sul mercato sono infatti controbilanciate da alcune variabili, come l’ottimismo sugli investimenti effettuati dagli operatori istituzionali. Secondo gli intervistati, soprattutto fondi pensione e casse di previdenza continueranno a puntare sul mattone, con preferenza per il settore uffici e commerciale. Inoltre il 45% del campione si aspetta che la propria attività professionale aumenterà, il 36,5% che rimarrà stabile e molto elevata (75,90%) è la percentuale di coloro che intendono introdurre innovazioni nel lavoro, soprattutto in termini di nuovi profili nell’organizzazione (50%) e nuove linee di business (70%).
Ma la novità introdotta nel Sentiment a partire da questo secondo quadrimestre 2012, è la rilevazione delle aspettative degli operatori sui grandi temi economico-finanziari dell’attualità. Per il 38% del panel il fondo Salva Stati istituito nell’ambito della manovra della BCE avrà un effetto positivo sul mercato immobiliare, per il restante 29% avrà effetto neutro. Emerge preoccupazione per l’IMU, la tassa sugli immobili introdotta a partire dal 2012: per circa il 42% del campione gli effetti saranno negativi e per il 15% addirittura molto negativi. Ma è sulle dismissioni immobiliari di Stato che la comunità è particolarmente scettica: il 30% del panel ritiene che gli effetti saranno negativi, il 20% neutri e solo il 14% positivi.
Le previsioni complessive sull’andamento del mercato immobiliare sono sostanzialmente peggiorate. Circa l’80% del campione sostiene che l’attività complessiva del settore immobiliare negli ultimi 12 mesi sia peggiorata e soltanto il 13% che sia rimasta stabile. Per i prossimi dodici mesi il 38% degli operatori intervistati prevede un peggioramento, mentre un altro 38% ritiene che vi sarà stabilità. Tuttavia, meno positive sono le attese sulla ripresa dei mercati immobiliari. Infatti, le variabili chiave (andamento dei prezzi, tempi medi di vendita, sconto medio praticato) evidenziano una condizione di mercato non brillante. Sono ancora diffusi i timori di contrazione dei prezzi (e di aumento degli sconti applicati al momento della vendita), soprattutto nel settore industriale e terziario.
Le maggiori opportunità di investimento sono concentrate nel Nord Ovest per il residenziale e uffici e Nord Est per il comparto industriale.
L’operatività degli investitori retail, cioè dei singoli, sembra ancora incontrare rallentamenti dovuti a maggiori difficoltà nei finanziamenti bancari. Il campione indagato si aspetta un generale incremento della difficoltà di accesso al credito bancario e un aumento dell’importanza assegnata alle garanzie per quanto riguarda le famiglie. Inoltre, è attesa una contrazione del rapporto tra finanziamento erogato e valore dell’immobile e una tendenziale stabilità del costo dei finanziamenti ipotecari. Infatti, i rendimenti degli immobili sono previsti in moderata riduzione con riferimento ai redditi da capital gain, mentre si attendono rischi (locatario, bene esogeno e bene endogeno) in moderata crescita.
Considerando i Fondi immobiliari, si evidenzia una prevalenza di moderata riduzione e di stabilità della domanda di investimento per tutte le tipologie. Rispetto al passato, questo sembra derivare non solo dalle incertezze di scenario, ma anche dalle maggiori difficoltà di finanziamento e dalle prospettive dell’economia e delle azioni di Governo, non ancora del tutto chiare.
In particolare, c’è una parte rilevante di intervistati che stima una stabilità nell’evoluzione della domanda di costituzione dei fondi ordinari riservati (42,11%) e un incremento dei fondi speculativi (25%). Al contrario, il panel si attende una moderata riduzione della domanda di costituzione di nuovi fondi, tranne che per quelli ad apporto riservati, per i quali si prevede stabilità. La domanda di fondi immobiliari, quindi, si dimostra selettiva rispetto al passato e, soprattutto, più interessata a iniziative che possano dare rendimenti maggiori.
Fonte : CS Sorgente Group