Il primo evento del ciclo “Italia 2022: Persone, Lavoro, Impresa” di  PwC Italia  sulla crisi Ucraina e i riflessi sull’economia italiana

Quali sono gli impatti del conflitto Russia-Ucraina sul tessuto economico ed imprenditoriale italiano? Quali effetti dalle recenti sanzioni di USA, UK e Unione Europea sul nostro Paese?

“La crisi Ucraina – I riflessi sull’economia italiana” è  stato il tema chiave del primo incontro “Italia 2022: Persone – Lavoro – Impresa”, piattaforma di dialogo promossa da PwC Italia, in collaborazione con il gruppo editoriale GEDI, per condividere idee, sviluppare proposte e progettare azioni.

Una serie di  otto  incontri con i massimi esponenti del mondo delle Istituzioni, della finanza e dell’impresa, ascoltando e facendo tesoro delle testimonianze di imprenditori che hanno saputo, creando valore, scrivere la storia economica e industriale del nostro Paese.

L’evento ha visto la partecipazione del Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e di Alessandro Grandinetti, Partner PwC Italia, Clients and Markets Leader, Alessandro De Angelis, Vicedirettore, HuffPost, Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato PwC Italia, Marco Fortis, Direttore e Vicepresidente della Fondazione Edison e Docente di Economia Industriale e Commercio Estero, Francesco Merloni, Imprenditore e Presidente Onorario di Ariston Thermo Spa, Andrea Amatuzio, Partner PwC Italia Anti Financial Crimes Leader, Barbara Ferri, Partner PwC Italia Chief Risk Office Leader e Maurizio Molinari, Direttore del quotidiano La Repubblica.

Andrea Toselli, Presidente e AD di PwC Italia ha spiegato: “Il tema del Rischio Paese e dei blocchi geopolitici mette in discussione il modello della globalizzazione che abbiamo sperimentato negli ultimi decenni. In verità già il Covid ci aveva messo in guardia in riferimento ad alcune tipologie di produzioni strategiche. Adesso il tema è di più larga scala ed intacca nel profondo le nostre convinzioni. Le imprese si troveranno di fronte, più di prima, all’esigenza di selezionare partner anche in base alla loro solidità nel tempo, in grado quindi di garantire continuità nella relazione di business. Dobbiamo immaginare un futuro prossimo delle aree di influenza e dei mercati di prossimità, con qualche compromesso sulla profittabilità e i margini.  Il business, quindi, dovrà tener conto di un fattore fino ad oggi poco considerato nel nostro continente che è la sicurezza geopolitica”.

Sebbene il tessuto industriale italiano sia di vitale importanza per la riprese economica del Paese, a destare maggior preoccupazione è la possibilità di un innesco della spirale inflazionistica per le perturbazioni e speculazioni del mercato energetico.

L’attività economica verrebbe condizionata negativamente dal più basso livello dei consumi delle famiglie, dovuto all’aumento dell’inflazione determinato principalmente dal rincaro dell’energia e in parte minore dagli alimentari.

Secondo le stime di Prometeia , il Pil italiano nel 2022 risulterebbe inferiore di 1,3 punti percentuali, con un’aspettativa di crescita del +2,5%, rispetto a uno scenario base pre-guerra (+3,8%)[2] con i prezzi dei beni energetici sui livelli di inizio anno.

Toselli ha poi aggiunto: “I recenti sviluppi geopolitici hanno modificato sostanzialmente il quadro internazionale e le prospettive di crescita dell’economia italiana. La crescita del Pil italiano per il 2022 sarà minore dell’1,3% rispetto alle attese, per effetto del caro energia, dell’aumento dell’inflazione e del conseguente livello più basso dei consumi delle famiglie. Tuttavia, va considerato che l’imminente entrata in vigore delle contro-sanzioni russe sui prodotti italiani avrà evidentemente un impatto su quelli che pesano maggiormente nell’export verso la Russia, principalmente macchinari e apparecchi, cibo e bevande e tessile e abbigliamento, pari a €7,7 miliardi, l’1,5% dell’export totale del nostro paese. In questo senso non si prevedono nel complesso effetti particolarmente negativi per i settori economici italiani. Ciò dal momento che il comparto più importante del nostro export verso la Russia è quello dei macchinari e delle apparecchiature meccaniche, che equivale ad appena il 4,38% del totale dell’export del settore, pari a €49 miliardi”.

CONSUMI

Nel 2021 il Pil Italiano si è attestato al valore di €1.781,2 miliardi. Di questi, ben €1.378,3 miliardi (77,37% del Pil totale) derivano dai consumi. Dopo le grandi turbolenze nel settore delle commodities dovute alla crisi da Covid-19, le tensioni tra Russia e Ucraina hanno inevitabilmente allertato i mercati.

Il prezzo del gas e del greggio a 3 mesi (già in forte ascesa da aprile 2020) ha fatto registrare (tra febbraio e marzo 2022) un +82,1% e un +22,6% successivamente ai giorni che hanno portato all’escalation militare. Resta ancora controverso se questa volatilità dei prezzi sia imputabile esclusivamente alle tensioni geopolitiche, oppure entrino in gioco anche delle dinamiche speculative.

Il rincaro della componente energetica giustifica circa il 55% dell’incremento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo IPCA, che in Italia è cresciuto del +6,2% (vs. febbraio 2021), rispetto al +5,8% dell’area euro. L’indice, al netto dei beni energetici e degli alimentari, è aumentato del +2,3% rispetto a gennaio 2022. In particolare, i prezzi della componente energia hanno segnato a febbraio una variazione tendenziale del +45,9% (vs febbraio 2021), trainati dalle quotazioni degli energetici regolamentati (+94,4% vs febbraio 2021) che riflettono i rincari delle bollette di luce e gas.

L’inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e gli alimentari, ha registrato un moderato incremento (+1,7% da +1,5%), evidenziando la diffusione degli aumenti di prezzo in tutto il sistema economico.

Anche il “carrello della spesa”, che sintetizza i prezzi dei beni alimentari e per la cura della casa e della persona, tra gennaio e febbraio ha mostrato un maggiore aumento dei prezzi  pari al +4,7% (l’aumento a febbraio vs gennaio era stato del +3,4% ), sia per la voce degli alimentari lavorati (+3,2%) sia per quella degli alimentari non lavorati (+6,9%) che risentono dei rincari delle materie prime agricole (grano: +10% vs 2021 e mangimi: fino a +35% vs 2021) dovuti alla riduzione dell’export russo e ucraino.

Per via di tutti i fenomeni appena descritti, l’attività economica verrebbe condizionata negativamente dal più basso livello dei consumi delle famiglie dovuto all’aumento dell’inflazione e determinato principalmente dal rincaro dell’energia (e in piccola parte dagli alimentari), riducendo, come sopracitato, la crescita attesa del Pil per il 2022 di 1,3 punti percentuali, rispetto a uno scenario base con i prezzi dei beni energetici di inizio anno, per effetto del caro energia, delle sanzioni finanziarie e bancarie e della riduzione, seppur marginale, dell’interscambio fra Italia e Russia.

I SETTORI PIÙ ESPOSTI

Per effetto delle tensioni geopolitiche e del rallentamento della produzione, continuano ad aumentare i prezzi di materie prime come: alluminio (+63% vs 2021), rame (+12,9% vs 2021), nickel (+63% vs 2021) e palladio (+27% vs 2021). Inoltre, a causa delle sanzioni verso la Russia, si potrebbe verificare una riduzione (se non azzeramento) dell’import di questi prodotti. Ovviamente, i prodotti energetici (€6,9 miliardi pari al 49,1% di tutto l’import proveniente dalla Russia) sono da considerarsi, al momento, esclusi dal regime di embargo.

Analizzando la composizione dell’import dalla Russia è stato possibile comprendere il grado di esposizione dei settori italiani all’interruzione delle importazioni dalla Russia e il rischio di approvvigionamento .

Nella  foto : Andrea  Toselli

Fonte : PwC Italia