JLL diffonde la Global Real Estate Technology Survey : il 91% degli occupier è disposto a sostenere un canone più alto per uno spazio tecnologicamente avanzato

La tecnologia real estate viene sempre più considerata come driver di crescita e vantaggio competitivo, in grado di migliorare la produttività e l’efficienza operativa, ottenendo significativi risparmi sui costi e riducendo l’impatto ambientale. Questo è ciò che emerge dalla Global Real Estate Technology Survey di JLL , uno studio sulle priorità e le opportunità della tecnologia real estate e su come implementarla con successo, creando valore per l’azienda.

Dall’analisi – che ha coinvolto più di 1.000 responsabili real estate di oltre 600 primarie aziende e di 400 investitori/sviluppatori e landlord nel mondo– si delinea come gli investimenti destinati allo sviluppo della tecnologia real estate crescano più rapidamente del budget operativo e di quello relativo al personale.

A conferma di questa tendenza, l’85% delle società nel mondo (investitori e occupier) pianifica di incrementare il budget per lo sviluppo tecnologico nei prossimi tre anni. Inoltre, gli occupier sottolineano l’importanza di lavorare in un ambiente tecnologicamente avanzato, tanto che il 91% di loro è disposto a sostenere un canone più alto per uno spazio tech-enabled.

Gli strumenti volti a ridurre l’impatto ambientale rappresentano la quota maggiore dell’incremento del budget destinato all’implementazione tecnologica, anche in funzione delle pressioni normative e delle opportunità commerciali che stanno guidando la corsa all’abbattimento delle emissioni. Dalla ricerca risulta infatti che:

•           nel corso del 2024, il 45% degli occupier prevede di adottare sistemi volti a gestire l’energia e le emissioni;

•           il tasso di adozione di strumenti di data science e modeling, utilizzati principalmente per analizzare il consumo energetico, l’occupazione degli spazi e i costi finanziari derivanti dall’utilizzo degli immobili – è incrementato di 14 punti percentuali dal 2022 al 2023, passando dal 26% al 40%.

Dopo le clean tech, gli intervistati hanno indicato l’intelligenza artificiale (AI) e l’AI generativa come le innovazioni che avranno il maggiore impatto sul settore immobiliare nei prossimi tre anni. Affinché le aziende possano sfruttare il potenziale di queste tecnologie è fondamentale migliorarne la comprensione, in quanto proprio AI e machine learning risultano gli ambiti di cui investitori e occupier hanno minore conoscenza.

Un aspetto significativo messo in luce dalla ricerca, in un momento in cui si stanno ridisegnando i modelli di lavoro ibrido, riguarda il ruolo della tecnologia, che passa da soluzione che facilita il lavoro da remoto a strumento strategico che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi aziendali, migliorando la collaborazione tra le persone e ottimizzando il processo decisionale. Dallo studio emerge, infatti, che:

– L’attenzione si sta spostando dagli strumenti di lavoro a distanza alle tecnologie di collaborazione in ufficio, con tassi di adozione che passano dal 40% al 50% a/a.

– L’utilizzo di soluzioni tecnologiche che migliorano la salute e il benessere all’interno del luogo di lavoro è aumentato dal 25% al 48%.

– Le piattaforme che consentono di data consolidation (47%) e predictive management (43%) risultano tra le tecnologie di prioritaria adozione.

– Tecnologie immersive sul posto di lavoro, come la realtà virtuale e la realtà aumentata, sono tra le cinque tecnologie che le aziende intendono adottare prossimamente (44%).

Fonte : JLL