JLL Italia: secondo l’ultimo rapporto Hotel Investment Outlook, nonostante la pandemia, cresce l’interesse degli investitori verso il settore turistico

Secondo l’ultimo report sul settore hotel di JLL, nel corso del 2020 a livello globale il volume degli investimenti nel settore alberghiero è diminuito di oltre il 60% rispetto ai livelli registrati nel 2019, con quasi il 50% delle transazioni hotel chiuse nei primi tre mesi dell’anno. Sebbene la situazione a livello internazionale sia stata caratterizzata da una forte incertezza, i gruppi di private equity e gli investitori istituzionali hanno continuato a essere i principali player, rappresentando il 54% del volume complessivo investito nel settore. Secondo JLL, circa il 21% degli investimenti alberghieri a livello globale si è concentrato nelle destinazioni resort, confermando l’ottimismo dei principali investitori nei confronti di una più rapida ripresa del segmento leisure. 

Il corso della pandemia ha accelerato diverse tendenze che rappresenteranno i principali driver della crescita del settore dell’hospitability nei prossimi anni.

Continua a crescere l’interesse degli investitori istituzionali e non tradizionali per il settore della c.d. Open Air Hospitality. La domanda di Open-Air Hospitality, già in crescita nel segmento leisure prima della pandemia è destinata ad una ulteriore accelerata legata al trend positivo del fenomeno della “staycation”.

Nel corso del 2020, anche per effetto di un più agevole accesso (“drive to destination”) a tali tipologie di strutture da parte dei viaggiatori europei, si è infatti assistito ad una forte crescita di tale segmento di mercato.  Oggi gli investitori hanno acquisito maggior fiducia nella resilienza di questi modelli di business, in grado peraltro di generare rendimenti più elevati rispetto ai modelli dell’ospitalità tradizionale.

Con un volume di transazioni in tale segmento che spesso supera il miliardo di euro, l’interesse è stato in gran parte guidato da investitori istituzionali e private equity.

Nel 2021 i gruppi di private equity e gli high-net-worth individuals (HNWI) continueranno ad essere gli investitori più attivi nel settore alberghiero. Secondo il rapporto, nel 2020 a livello globale sono stati raccolti capitali pari a circa 24,5 miliardi di euro da investire in hotel e nuovi modelli di ospitalità, eguagliando i livelli già registrati nel 2016. Attualmente a livello globale si assiste ad una crescita importante di raccolta di capitali, pronta a mobilitarsi su investimenti in  distressed assets, permettendo anche agli investitori non tradizionali di ottenere quote di mercato a prezzi competitivi.

Le preferenze dei consumatori promuoveranno un cambiamento nella riprogettazione delle camere d’albergo e una accelerazione dei progressi tecnologici. Durante la pandemia i consumatori hanno lentamente ricominciato a viaggiare, sviluppando evidenti preferenze per spazi più grandi, individuali e privati, al fine di soggiornare più comodamente e per periodi di tempo più lunghi e lavorare in modo produttivo a distanza. Per questo motivo, gli alberghi in grado di offrire modalità di soggiorno più esteso o servizi di ospitalità più tradizionali come gli affitti hanno performato meglio rispetto alle più tradizionali strutture ricettive. Inoltre, si è registrato un forte accelerazione negli investimenti tecnologici da parte degli operatori di settore, in quanto servizio touchless/contactless è diventato una priorità per i consumatori.

Gli investimenti immobiliari basati sui principi ESG sono la priorità. A livello globale, il settore immobiliare ha un ruolo notevole nella promozione dei principi ESG. Come parte di questo settore, l’industria alberghiera ha l’opportunità di accelerare significativamente il proprio impegno per la sostenibilità. Inoltre, la crescente sensibilità verso tematiche interculturali  ha rinnovato l’attenzione sull’avanzamento delle iniziative di diversity e inclusion, in particolare ai livelli più alti del management.

Fonte : JLL