Milano, presentata "HABITO – La ricerca per il futuro dell'abitare"

E’ stata presentata oggi, presso la sala delle colonne di Palazzo Giureconsulti di Milano, la ricerca “HABITO – La ricerca per il futuro dell’abitare” che AIM ha promosso insieme a Politecnico di Milano, Università di Pavia, con il contributo di Fondazione Housing Sociale e Cassa Depositi e Prestiti, e il sostegno dell’Osservatorio Immobiliare della Camera di Commercio di Milano.
La ricerca è stata curata da Carlo Berizzi, Mario Motta, Matteo Tartufoli e Orsola Torrani.
Moderati da Pier Giuseppe Torrani – Presidente Onorario di AIM , sono intervenuti: Sergio Urbani – Condirettore Generale di Cassa Depositi e Prestiti; Marco Dettori – Presidente di OSMI; Emilio Pizzi – Preside della Scuola di Ingegneria Edile-Architettura del Politecnico di Milano; Giuseppina Sordi – Direttore Centrale dello Sviluppo Territorio del Comune di Milano; Alessandro Maggioni – Presidente Federabitazione Lombardia Confcooperative; Paolo Mazzoleni – Presidente della Commissione per il Paesaggio del Comune di Milano; Gabriele Bisio – Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Assimpredil Ance.
HABITO ha come obiettivo il favorire la creazione di soluzioni abitative innovative, di alta qualità e realizzabili in tempi rapidi e a costi contenuti, affini alle richieste della società contemporanea.
Con HABITO si intende sensibilizzare la comunità scientifica, i progettisti, gli operatori del settore edilizio, gli amministratori e i politici a intraprendere azioni volte a rendere più chiare e flessibili le normative e permettere cosj l’innovazione dei modelli abitativi.
A tale scopo HABITO ha analizzato diverse best practice europee al fine di individuare quali sono le principali regole che in Italia, e come esemplificazione nel Comune di Milano, limitano la libertà progettuale. Una ricerca quanto mai attuale e opportuna anche alla luce del fatto che il nuovo regolamento edilizio del Comune di Milano è in fase di approvazione.
Attualmente, infatti, l’insieme delle regole edilizie è frutto di una impostazione normativa ormai obsoleta, spesso basata sulla standardizzazione dei modelli tipologici.
Questa condizione ingessa l’attività di progettazione frenando l’introduzione di innovazioni tecniche e architettoniche. Contribuisce inoltre a tenere alti i costi di costruzione e di gestione degli immobili, impedendo la sperimentazione di soluzioni alternative – a oggi già diffuse in molti Paesi europei – che sarebbero invece idonee a coniugare la qualità dell’abitare con l’esigenza di risparmio energetico.
L’analisi dei casi di studio è stata condotta verificando se alcuni parametri rilevanti nella progettazione previsti, come esempio, dalla normativa attualmente in vigore nel Comune di Milano, siano conformi a quelli adottati all’estero. Da questo confronto è emerso come gran parte degli edifici d’eccellenza progettati e realizzati all’estero, non sarebbero compatibili con la normativa vigente: ad esempio, è risultato che 1’88% di questi edifici residenziali europei, in Italia non si potrebbero realizzare così come sono, in quanto non rispetterebbero i vincoli di aerazione del bagno (quelli che impongono almeno una finestra agli appartamenti superiori a 70 metri quadri) e in 80 casi su 100 non supererebbero l’esame per le dimensioni delle camere da letto, inferiori ai limiti imposti.
La ricerca inoltre rileva come anche solo intervenendo sulle norme che riguardano le dimensioni e le caratteristiche distributive degli alloggi si potrebbero ridurre i costi di costruzione, il costo di acquisto e, una volta costruiti, i consumi dell’utente per il riscaldamento e il raffrescamento.
Non solo, anche riferendosi al passato, con il regolamento edilizio vigente gran parte delle nostre eccellenze architettoniche del  novecento  non avrebbero mai visto la luce (gli appartamenti della Torre Velasca del 1958; le case a ville sovrapposte di Ignazio Gardella a pianta libera) e altri innumerevoli esempi. HABITO – La ricerca per il futuro dell’abitare” ha assunto come modello di riferimento il caso di Milano e la sua normativa edilizia ed è strutturata in due parti:
– una parte analitica, composta da una rilettura del quadro normativo vigente in materia edilizia ed energetica, da un’indagine sulla situazione della domanda abitativa in Italia e in particolare a Milano e dall’individuazione di casi studio internazionali virtuosi;
– una parte propositiva, volta ad individuare le modifiche da apportare all’apparato normativo, i nuovi parametri per la valutazione della qualità dell’abitare nonché a fornire una serie di informazioni inerenti all’impatto economico che queste proposte potrebbero avere in termini di risparmio sia sul processo di costruzione, sia di gestione degli alloggi.
Fonte :  Nota di Stampa di AIM