Non solo retail : a Venezia, un ” percorso speciale “ dal “Fontego” a “T Fondaco dei Tedeschi” attraverso otto secoli di scambi commerciali e culturali

T Fondaco dei Tedeschi, il lifestyle department store del Gruppo DFS, lancia una serie di iniziative che mirano a integrare l’esperienza dello shopping con un’offerta culturale di alto livello.

Accanto alla programmazione “Incontri di culture” che tocca la letteratura, il cinema, la musica e il teatro, ogni terzo mercoledì del mese è prevista una visita guidata gratuita, alla scoperta di uno dei più imponenti e notevoli edifici dell’area realtina a Venezia.

Entrare in T Fondaco dei Tedeschi è infatti un’esperienza non replicabile in nessun altro luogo del mondo.  La sua storia, la sua unicità, derivante anche dall’affascinante contaminazione positiva tra le persone e le culture nel corso dei secoli, le sue caratteristiche offrono la possibilità al visitatore, oltre a curiosare tra i vari piani o scegliere tra una vasta gamma di prodotti, di partecipare a dei percorsi guidati alla scoperta dei suoi tesori.

 

Dal 1100 al 1700, Venezia è stata il centro del mondo.

Grazie a una serie di accordi con Bisanzio la città riuscì a ottenere il dominio economico di una parte importante del Mediterraneo e a diventare punto di snodo fondamentale dei commerci tra Oriente (Estremo e Vicino) e gran parte dell’Europa, in particolare tutta l’area di lingua tedesca e il Nord.

Il periodo tra il XIV e il XVI secolo furono i periodi di massimo splendore.  Il Canal Grande era il fulcro dei commerci e la zona vicino al ponte di Rialto (che aveva ben altre sembianze, il progetto attuale è di fine ‘500) l’area di maggior scambio.  È proprio qui che sorgeva sin dal ‘300 (e sorge tutt’oggi), il magazzino dei Tedeschi: il Fontego.

 

La struttura originaria del Fondaco dei Tedeschi, tipica del Mar Mediterraneo, e la parola fondaco, derivante dall’arabo funduq, che nella cultura islamica identifica l’edificio in cui, per concessione dell’autorità del luogo, i mercanti forestieri depositavano le loro merci, esercitavano i loro traffici e spesso anche dimoravano, indicano l’incrocio culturale che l’ha influenzato nei secoli.

Passavano per quelle rive olio e uve di tutto il Mediterraneo, minerali, spezie, tessuti e vetri di produzione locale e soprattutto tessuti di seta.  I Tedeschi (o comunque i mercanti del Nord) per parte loro portavano tessuti e metalli.  Rame e argento soprattutto.

Nel XVI secolo, Venezia contava 150.000 abitanti, al pari di Costantinopoli o Parigi.  È proprio in questo periodo, nel 1508, che inizia la storia dell’attuale Fontego dei Tedeschi ricostruito con attenzione ai dettagli e alle decorazioni pittoriche dopo l’incendio che nel 1505 distrusse il precedente.

 

Il Fondaco o Fontego dei Tedeschi nasce nel 1205 nel punto del Canal Grande di maggior importanza per gli scambi commerciali.  Nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 1505 l’edificio viene completamente distrutto da un incendio, come accadeva frequentemente a quell’epoca.  Il Senato Veneziano decide immediatamente di ricostruirlo e di affidarne il progetto a tal Girolamo Tedesco, il cui cognome era probabilmente dovuto alla sua origine.  Si optò per un edificio senza marmi e senza trifore ma che manifestasse la sua bellezza attraverso i meravigliosi affreschi che campeggiavano sulle quattro facciate, opera di Giorgione e Tiziano.  Al primo piano, nella Sala d’Estate, i mercanti tedeschi arricchirono le pareti con dipinti di Tintoretto, Veronese e Palma il Giovane.

Era un edificio imponente, a tre piani, con più di 80 stanze, a pianta quadrata, con corte interna, che venne poi coperta dopo L’Unità d’Italia, una merlatura nella parte alta, due torrette, una macchina dell’acqua e un grande orologio.

Il Fondaco di oggi è ancora quello inaugurato con un’importante cerimonia nel 1508.  Gli affreschi sono spariti (ne rimangono piccole tracce custodite a Ca’ d’Oro e Palazzo Grimani), le torrette sono state demolite ma per il resto è tutto ancora uguale: la targa dedicata al Doge Loredan che contribuì alla ricostruzione dell’edificio, l’orologio e persino i graffiti lasciati dai mercanti sulle balaustre.

Con l’avvento di Napoleone, il Fondaco cessò la sua funzione, divenne Palazzo delle Poste negli anni ’30 e poi, dopo anni di incuria, fu affidato a Rem Koolhaas e allo studio OMA per un restauro conservativo che rispolverò la sua bellezza.  Quella che è possibile vedere oggi.

 

 

L’edificio che accoglie T Fondaco dei Tedeschi fu eretto nel 1228 per ospitare i mercanti d’Oltralpe e divenne rapidamente uno dei luoghi di scambio commerciale tra Occidente e Oriente più significativi di Venezia, sede di contrattazioni e compravendite di metalli e pietre preziose, spezie rare, seta, vetri, broccati, velluti e pizzi.

Distrutto due volte dagli incendi, fu ricostruito nella forma attuale nel 1508. Oggetto di radicali interventi strutturali agli inizi del XX secolo, nel 1925 le Poste ne divennero ufficialmente proprietarie. Nel 2008, Edizione Property acquista l’edificio e affida il restauro all’ architetto olandese Rem Koolhaas dello studio OMA. Nel 2016, DFS Group apre in questo spazio T Fondaco dei Tedeschi, il suo primo lifestyle department store in Europa e incarica l’inglese Jamie Fobert del progetto di riqualificazione degli spazi interni e degli arredi.

In T Fondaco dei Tedeschi i visitatori possono vivere un’esperienza, olistica e autenticamente veneziana. Al suo interno si trova un’offerta di prodotti e di brand appartenenti ai settori della moda, degli accessori, del beauty, della gastronomia e prodotti di altissima qualità scelti fra i più rappresentativi del Made in Italy e della moda internazionale ma, anche, una selezione accurata di artigianato del territorio, la cucina di qualità di uno chef stellato e, ancora, storia, architettura nonché arte e cultura. T Fondaco dei Tedeschi si conferma infatti anche importante polo culturale per la città di Venezia, grazie alle mostre di arte contemporanea e al nutrito calendario di eventi che animano l’Event Pavilion al quarto piano, richiamando un pubblico sempre più numeroso e affezionato.

 

Fonte  : DFS Italia