Retail:  I “convenience store” dominano in Europa mentre il mercato italiano rimane focalizzato sul segmento high street. Lo afferma  Savills

Secondo un Report di Savills, nel 2021 in Europa sono stati investiti 32 miliardi di euro nel settore retail, con un calo del 5% su base annua e del 27% rispetto alla media quinquennale. Il settore retail ha rappresentato il 10% del totale degli investimenti immobiliari commerciali nel 2021, in calo rispetto al 2020.

In Italia sono stati investiti 1.4 miliardi di euro nel corso dell’anno appena trascorso, registrando un aumento del 13%.

Il comparto retail ha rappresentato il 15% dei volumi del 2021, nonostante la scarsa liquidità e la cautela che ancora caratterizzano il settore ha beneficiato di importanti operazioni come l’acquisizione Blackstone di Reale Compagnia Italiana avente come sottostante una significativa quota retail. Un’operazione che conferma la grande attrattiività degli asset a uso misto situati nelle principali vie dello shopping. Il mercato out-of-town vede ancora una battuta d’arresto nei processi di vendita: i centri commerciali prime non sono sul mercato mentre il divario tra le aspettative di acquirenti e venditori sugli asset secondari sono ancora elevate.

Marco Montosi, head of Investment, commenta: “Seppure permarrà nei prossimi due trimestri un atteggiamento di cautela verso il settore retail, registriamo segnali positivi di ritrovato interesse per determinate tipologie immobiliari che hanno dimostrato un’alta resilienza e forti fondamentali anche con riferimento alla crescita dell’e-commerce nel nostro Paese. I segmenti convenience e grocery si confermano oggetto di strategie di investimento di medio-lungo periodo beneficiando di rendimenti ancora competitivi.  Prevediamo, inoltre, una ripresa anche per altre tipologie commerciali, quali prodotti high street nelle città principali affittati a tenant di primario standing e durata del contratto residuo medio-alta. Riteniamo che il mondo dei centri commerciali attraverserà una prima fase caratterizzata da investitori disponibili ad assumere l’incertezza di mercato a fronte di un rendimento atteso superiore ai tassi di riferimento pre-covid”.

In Europa, i rendimenti dei centri commerciali prime hanno raggiunto un picco massimo (pari al 5,45%) nell’ultimo trimestre; in Italia si sono attestati al 5,9%, picco massimo degli ultimi sette anni.

Nel 2021, Regno Unito, Germania e Francia hanno raccolto il 72% dei volumi totali. Il Regno Unito ha registrato un aumento del 46%, spinto dagli investimenti nel settore alimentare e in quello dei parchi commerciali, che hanno superato i 4,8 miliardi di euro. I settori food e dei convenience store prevarranno ancora una volta nelle strategie retail degli investitori nel corso del 2022.

Come effetto della pandemia, in tutta Europa la vacancy è cresciuta nelle vie secondarie, nelle città minori e nei centri commerciali secondari.

Francesca Cattagni, Head of High Street Leasing“La graduale ripresa dalla pandemia sta portando a un ritorno allo shopping dal vivo e alla voglia di socializzare, che conferma la volontà da parte degli occupier di essere presenti nelle vie del lusso e in generale nelle destinazioni turistiche del lusso. In ambito high street, l’aumento delle vendite al dettaglio negli spazi fisici avrà un effetto sempre più positivo sulla fiducia dei brand e sulla domanda di spazi di qualità con un crescente focus sui settori luxury e del food&beverage con sempre più attenzione alla shopping experience”.

In ambito out-of-town invece, prosegue Silvia SegaleHead of Leasing: “I centri commerciali prime, nonostante le difficoltà della pandemia, non hanno registrato aumenti della vacancy né flessioni dei canoni. I centri stanno evolvendo e ci aspettiamo che emergano maggiori opportunità per una gestione attiva degli asset: riqualificazione e ammodernamento per soddisfare i futuri obiettivi di decarbonizzazione, digitalizzazione, sicurezza e nuovi servizi”.

Fonte : Company