La crescita dell’economia è rallentata rispetto alle aspettative, di conseguenza rimane un atteggiamento di cautela nel ripensare le proprie strategie di business. È il quadro che emerge dalle rilevazioni dell’indagine “Sentiment del mercato immobiliare”, la ricerca nata da un’idea di Valter Mainetti, amministratore delegato di Sorgente Group, e condotta dall’ Università di Parma. A fronte di un trend vivace riscontrato a fine 2017, il 2018 sembra orientarsi maggiormente verso una prospettiva di sostanziale stabilità o moderato sviluppo.
Nel primo quadrimestre del 2018 sono ulteriormente migliorate le aspettative degli operatori immobiliari, che sulla ripresa economica per il futuro si sono dichiarati più ottimisti rispetto al passato. L’indagine si basa su interviste rivolte a circa duecento operatori .
Passando ai numeri, il 62,5% del campione ritiene vi sia stato un miglioramento dei principali indicatori macroeconomici, con la percezione di una crescita nei prossimi mesi (lo sostiene oltre il 45% del campione intervistato). Anche il real estate viene considerato in un quadro ottimista, seppure in un contesto di generale stabilizzazione (secondo il 28% degli operatori). A giudicare dalla vivacità della business community, che continua a incontrarsi in eventi e fiere di settore, molto probabilmente ci si interroga ancora su come modulare la propria strategia di lavoro e investimento sulle mutate tendenze nell’economia e nella società.
Diretta conseguenza di questo atteggiamento è la convinzione che i prezzi si manterranno sui livelli degli ultimi anni o, tutt’al più, che cresceranno a ritmo moderato, mentre i tempi di vendita vengono dati in fase di stabilizzazione o addirittura in aumento. Sul fronte geografico, rimane la percezione che il Nord Ovest riscontri la maggiore crescita su tutti i comparti, tranne che per l’industriale, per il quale risulterebbero privilegiate le località del Nord Est, e il settore degli alberghi, per il quale Centro e Sud avrebbero la maggiore probabilità di crescita. Roma risulta al secondo posto, dopo Milano, tra le mete di investimento più interessanti per i settori residenziale, uffici e negozi, ed è al primo posto per il settore alberghiero. Nel focus sulle due principali destinazioni, Roma e Milano, sembra che il centro cittadino sia ritenuto particolarmente appetibile per gli investimenti nel settore commerciale mentre per gli uffici le zone semi-centrali, infine per l’industriale vengono preferite le zone periferiche.
Rimangono invece piuttosto stabili le prospettive degli intervistati rispetto alle scelte di investimento dei grandi investitori: fondi pensione, compagnie di assicurazione e casse di previdenza continueranno a investire allo stesso modo sui veicoli finanziari legati al mattone. Le loro scelte, tuttavia, rimangono selettive e spesso focalizzate sulla razionalizzazione del patrimonio immobiliare. In particolare, i soggetti qualificati punteranno sugli uffici, soprattutto i fondi pensione, passando da un 50 a un 70 per cento circa di preferenze verso questo comparto. Altro settore interessante è quello degli alberghi e dell’hospitality in generale. Un’ulteriore tendenza riscontrata riguarda il legame diretto tra crescita dell’inflazione e immobiliare, che viene considerato comunque un bene rifugio rispetto all’andamento dell’economia. Anche lo strumento dei Pir è considerato importante per lo sviluppo del settore, dal 58,5 per cento circa degli intervistati.
Fonte : sintesi da una Nota di Sorgente Group