Uomini e fiumi  – Storia di  un’ amicizia  finita  male di Stefano Fenoglio Rizzoli, euro 18,00

Scritto  da  uno  scienziato che i  fiumi  li  conosce  e  li  ama  da  sempre, il  libro  – appena  pubblicato –  è semplicemente  affascinante, appassionato e  coinvolgente.  Anche  tenero,  ricco  com’è  di  aneddoti   personali.  E,  negli  ultimi  tre  capitoli,  è sferzante .

“  Siamo  una  specie  fluviale.  E’  dai  fiumi  che  è  nata la  nostra  civiltà.  Poi qualcosa  è  andato  storto”,  premette  l’  Autore  nella  copertina.

Da  questa  affermazione  si  snoda  il racconto  ,  che  felicemente  coniuga  competenze  tecniche  e  scientifiche  di  altissimo  profilo   con   esperienze   “sul  campo”,  unite  a  frammenti  storico-letterari  che  invitano  all’ approfondimento e alla  riflessione :  non a  caso, tutto  inizia  con la  citazione  di  una  poesia  di Pablo  Neruda,  El  Rio.  

E bellissimo è  anche  il  linguaggio dell’ Autore :  scorrendo  le 230   pagine  si  impara a   usare  (  quando  si  parla  di  fiumi),  le  parole  “giuste” :  già  nella  Prefazione,  incontriamo  la  frase  che   dice  tutto : “Rispetto alla  giovane  età  degli  oronimi  (  cioè dei nomi delle  montagne),  l’  incredibile antichità degli idronimi (   cioè  dei  nomi dati ai  fiumi)  stupisce e  affascina”.   

Siamo nati  con i  fiumi  ( agricoltura, trasporti, tecnologia,  città…), e  ancora  oggi  si  stima che  oltre  metà  della  popolazione  mondiale viva a meno  di  3  chilometri   di  distanza  da  un fiume.   

Proviamo  a  ristabilire   con loro  – incita  l’  Autore  nelle  Conclusioni  –  quell’ originario  patto  di  amicizia  che ahimè  (  fiumi senz’ acqua  e  fiumi con troppa acqua, ovvero  siccità  versus  alluvioni  ) si  è  trasformato  in una “stretta sempre  più pericolosa” : la  strategià  c’è, o potrebbe  esserci,  e la  sua  applicazione   è  fattibile.

Piemontese, laureato in scienze  naturali  e  dottore  di  ricerca in scienze  ambientali,  Stefano  Fenoglio è  docente  universitario e  appassionato  divulgatore  di  ecologia  fluviale.

( recensione  a cura di Paola G. Lunghini)